Al Cinema Golden di Marsala con Mimmo Verdesca e la sua intima “Alida”, un docu-film sulla Valli, attrice libera

redazione

Al Cinema Golden di Marsala con Mimmo Verdesca e la sua intima “Alida”, un docu-film sulla Valli, attrice libera

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giovedì 11 Novembre 2021 - 09:00

Il Cinema Golden di Marsala, in una serata quasi anonima, uggiosa, piovosa come quella di martedì sera, ha ospitato una proiezione unica e imperdibile, purtroppo per chi è stato assente, magari ancora timido nel frequentare i cinema e i teatri dopo un anno di pandemia. In sala era presente il regista romano Mimmo Verdesca, 2 nastri d’argento, un Giffoni Film Festival e tante importanti presenze ai Festival cinematografici più importanti, da Roma a Cannes. L’ultimo suo lavoro è il docu-film “Alida”, la storia più intima e verace di una delle ultime grandi attrici del Cinema Italiano amato in tutto il mondo: Alida Valli. Interessante l’intervista che ci ha rilasciato. 

Verdesca, il suo “mondo” è quello dei documentari. Da Lilia Silvi agli attori bambini fino a “Sciuscià 70”, quale sguardo vuole imprimere a quello che è il nostro passato cinematografico?

La mia è un’esigenza, cioè quella di raccontare storie vere attraverso i docu-film, le vite dei protagonisti tramite i documenti esistenti e non attraverso il ricorso ad artefici. Il tutto sempre attraverso un’ottica drammaturgica e un montaggio che fa prendere forma alla narrazione. 

Dalla Silvi ad Alida Valli, due attrici diverse in primis per ruoli cinematografici e che in maniera diversa hanno fatto la storia del cinema italiano. Perché è stato catturato in qualche modo da queste due artiste?

Il documentario su Lilia Silvi è il mio primo lavoro da regista. Mi incuriosiva esplorare quel periodo storico, ante seconda guerra mondiale, ovvero i cinema dei telefoni bianchi, in quanto un periodo cinematograficamente troppo dimenticato. L’ho voluto fare attraverso la viva voce e gli occhi di un protagonista del tempo. Facendo una ricerca, mi accorsi che l’unica in vita di quel periodo era Lilia Silvi che, peraltro, avevo incontrato nel corso dei mie studi universitari. Rispetto alle attrici di quell’epoca, aveva una particolarità: era brillante, non si atteneva allo stereotipo della diva fatale, era vivace, ribelle, moderna, non avvezza alla società maschilista. L’ho cercata e ho ritrovato una signora di 90 anni sempre brillante. Quel lavoro ha girato molto ed ha vinto un Nastro d’Argento, inoltre la Silvi è tornata alla ribalta in eventi che l’hanno celebrata. Questa è stata una gioia. Alida Valli invece, è arrivata un pò per caso. Era una vera icona, una delle mie attrici più amate. L’idea di raccontare la sua vita è avvenuta quando ho incontrato la sua famiglia, soprattutto suo nipote Pierpaolo De Mejo, che mi ha detto “Sei tu la persona giusta per fare un film su mia nonna Alida come piacerebbe a noi: come non è mai stata raccontata”. Un lavoro su di lei non è mai stato fatto; è un’attrice che nonostante la sua carriera sembra sia stata quasi dimenticata.

Con “Alida” è approdato anche al Festival di Cannes. Un docu-film attraverso la voce di Giovanna Mezzogiorno e diverse testimonianze tra cui Benigni, Bertolucci e Dario Argento. Ha messo a nudo la Alida più intima. Quale lavoro di ricerca c’è dietro “Alida”.

Non potevo raccontare Alida Valli in prima persona perché non c’è più, lo avrei potuto fare attraverso chi l’ha conosciuta. Ma non mi piaceva. Allora parlando con la famiglia ho scoperto che c’erano lettere e diari segreti dell’attrice, mai mostrati.: avevo il materiale giusto. Quindi nel docu-film c’è Alida, una donna che non amava parlare di sé. I suoi familiari mi hanno dato fiducia, quel materiale è stato messo a disposizione per questo mio documentario e i contenuti non saranno più replicabili. Un lavoro durato 3 anni, dal 2017 al 2018, il film era pronto ad inizio 2020 ma la pandemia ha fatto slittare tutto; “Alida” ha partecipato a vari Festival online per poi approdare al Festival di Roma. Oggi siamo in pieno centenario di Alida Valli, da qui anche il successo del film. Il materiale è tutto esclusivo, realizzato da me. Quella di Bertolucci ad esempio, è stata l’ultima vera intervista del regista. Di non inedito ci sono solo le interviste tv alla Valli e quella del regista Mario Soldati.

Parlando di Alida Valli ha detto che c’è una “donna dietro il personaggio”, che donna era la Valli? Era compagnia, madre o era un’artista anche fuori dal set?

Era una donna semplice, amava la famiglia, il suo lavoro che sognava di fare sin da bambina. Non amava le celebrazioni, non era attratta dalla mondanità. Per capirla artisticamente bisognava prima conoscerla intimamente. Era una donna moderna, libera, è caduta e si è rialzata da sola. Le sue scelte artistiche erano il riflesso della sua personalità.

Quale sarà il prossimo progetto su cui metterà le mani?

Ci sono dei progetti in futuro, io mi dedico anima e corpo ai miei lavori. Al momento mi sto dedicato ad un film di finzione, giusto per definirne il linguaggio e le sue differenze.

La Sicilia negli ultimi anni, dopo il successo del “Commissario Montalbano” è diventata sempre più set cinematografico di produzioni nazionali e internazionali. C’è qualcosa o un personaggio di questa isola che le piacerebbe raccontare?

E’ un’isola talmente affascinante, ricca di tanti spunti, storie che spesso non sono alla luce del sole. C’è una storia che mi affascina molto, ed è quella di Franca Viola, che mi piacerebbe conoscere e raccontare un giorno, ma a modo mio, dal punto di vista più intimo, più emotivo. Un aspetto nuovo rispetto a come viene raccontata la sua vicenda. A me non interessa l’aneddoto. Mi interesserebbe conoscere Franca Viola, la persona. Credo che nessuno ha mai provato a raccontarla umanamente.

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