Fici: “Su Marsala Schola Grillo ha sbagliato. Non si capisce la sua idea di città”

Vincenzo Figlioli

Fici: “Su Marsala Schola Grillo ha sbagliato. Non si capisce la sua idea di città”

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giovedì 04 Novembre 2021 - 06:45

Dopo una settimana intensa, segnata dal voto su Marsala Schola e dal primo momento di tensione tra il sindaco Grillo e la sua coalizione, le forze politiche di maggioranza sono attese da un chiarimento politico. La minoranza, guidata in Consiglio dal capogruppo Nicola Fici, segue con attenzione l’evolversi della situazione e non risparmia le proprie critiche all’amministrazione sulla gestione di questa vicenda.

Si va verso il possibile scioglimento di Marsala Schola. Come valutate questa soluzione?

L’iter seguito dal sindaco è stato alquanto anomalo. Lo scorso febbraio la Lo Duca aveva prodotto una relazione costi-benefici da cui emergeva che ci sarebbe stato un vantaggio economico dallo scioglimento dell’istituzione. A pochi giorni da quella relazione il sindaco ha nominato un nuovo Cda che, a sua volta, è stato incaricato di produrre un’ulteriore costi-benefici quando sarebbe stato auspicabile che si avanzassero proposte concrete per rilanciare l’ente. L’impressione, stando alle dichiarazioni del sindaco e del consigliere Vito Milazzo, è che Marsala Schola sia stata utilizzata più che altro per migliorare la distribuzione dei posti di sottogoverno. La verità è che l’istituzione vive da 10 anni in un clima di incertezza che si è andata a ripercuotere sul lavoro interno all’ente e sull’erogazione dei servizi. Ad ogni modo, proprio in questi giorni, con l’esame del rendiconto in Consiglio, è stato acclarato che il Comune ha problemi di liquidità. In situazioni del genere un segnale coerente sarebbe non sperperare il poco denaro che c’è a disposizione: per cui, se gli stessi servizi di Marsala Schola possono essere garantiti dal Comune, fatta salva la tutela dei posti di lavoro di cui si parla anche nell’atto di indirizzo che abbiamo approvato, si andrebbero a risparmiare 200-300 mila euro l’anno che potrebbero essere utilizzati per le esigenze di tutti i giorni.

A più riprese si è ventilata l’ipotesi di una fondazione, magari con capitale pubblico e privato, in cui far confluire sia i servizi scolastici attualmente erogati da Marsala Schola, sia la gestione dei contenitori culturali. Può essere una strada percorribile?

Bisogna avere le idee chiare. Se per questioni burocratiche si vogliono creare contenitori in modo da avere iter procedurali più veloci, occorre spiegare quali siano gli obiettivi da perseguire, tenendo conto che la normativa attuale tende a scoraggiare la creazione di queste strutture che servono solo a spendere denaro pubblico. Al contempo mi chiedo che senso abbia prevedere poche migliaia di euro in sede di bilancio per le attività culturali e poi impinguare i capitoli con le variazioni di bilancio. Sappiamo tutti che spendere bene sulla cultura può portare a ricadute importanti, ma occorre chiarezza sul percorso.

Resta il fatto che a molti è sembrato che la votazione per lo scioglimento di Marsala Schola sia nata più per dare un segnale politico a Grillo da parte di alcune frange scontente della maggioranza. Dai banchi della minoranza che impressione avete avuto?

Da mesi registriamo una mancata concertazione in seno alla maggioranza, evidenziata in Consiglio da diversi interventi critici. Tuttavia, non credo che l’atto di indirizzo sia stato utilizzato per dimostrare che Grillo non ha più una maggioranza. La verità è che, all’inizio dell’anno, quando si discusse di Marsala Schola, il sindaco sottovalutò le conclusioni a cui erano arrivate varie anime della sua maggioranza, procedendo alla nomina del Cda.

Si parla insistentemente di un rimpasto di giunta. Come lo vedreste?

Sono dinamiche in cui non entriamo. In Consiglio ho più volte chiesto al sindaco quale fosse la sua idea di città, senza ricevere mai una risposta. Attorno a Grillo c’è un esercito, tra governance e giunta young, ma deve essere il capo dell’amministrazione a indicare un indirizzo. Ad esempio, sulle piste ciclabili, occorre chiarezza: se tutta Europa, comprese le vicine città di Trapani e Petrosino, va in direzione della mobilità sostenibile, un’amministrazione ha il dovere di cogliere le opportunità che si presentano e di spiegarne l’utilità ai cittadini.

Tuttavia, c’è una parte del Consiglio che appare restìa ad andare verso una viabilità più sostenibile, come dimostrano i dibattiti su piste ciclabili e passaggi a livello.

Sono discorsi diversi. L’amministrazione Di Girolamo ha fatto cose egregie, ma su alcune mantengo qualche dubbio. Le piste ciclabili hanno senso se collegano tutto il litorale: se resta soltanto quella di contrada Spagnola perde valore, se si collega con il centro e il litorale sud, cambia radicalmente il rapporto con la viabilità. Sono processi che vanno governati, tenendo conto della necessità non più prorogabile di fare scelte che tutelino il nostro ambiente. Sui sottopassi, invece, mi sorprende la posizione dell’amministrazione Grillo, che ha posto enfasi sui problemi di viabilità legati alle piste ciclabili ma non dà risposte quando chiedo se c’è un progetto da cui si evince che i sottopassi migliorano la situazione. Quello di via Lipari, ad esempio, creerà molti problemi in fase di cantiere, contribuendo a intasare ulteriormente corso Calatafimi, mentre non si è nemmeno discussa la possibilità di interrare la linea ferrata nel centro storico, che avrebbe portato reali miglioramenti.

La sua richiesta di un Consiglio comunale aperto sul Porto ha poi avuto risposta?

Mi rendo conto che nelle ultime sedute abbiamo dovuto parlare del rendiconto e magari non era il momento. La questione che pongo è molto chiara: prima di spendere denaro pubblico per redigere altri progetti è necessario convocare tecnici capaci di dirci se ci sono o meno le condizioni di riprendere il vecchio progetto pubblico redatto dall’ingegnere Viviano. Peraltro, il nuovo progetto di cui si parla, prevede un primo stralcio che non consentirebbe di superare le criticità, in quanto si limiterebbe a un parziale intervento sul molo di Levante. Il progetto del 2012, invece, prevede il consolidamento e il prolungamento del molo di Levante, in modo da mettere definitivamente in sicurezza il porto dai venti di scirocco. E se anche fosse necessario procedere ad alcune piccole varianti al Piano regolatore, mi è stato assicurato che le procedure ormai sono molto più veloci rispetto al passato. Siccome si tratta di aspetti importanti, occorre un dibattito pubblico e trasparente, in cui la politica e i tecnici si prendano, una volta per tutte, le proprie responsabilità.

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