Anpi, Arci Scirocco e Prc al sindaco di Marsala: “Ricordiamo la Shoah cancellando i simboli neofascisti in città”

redazione

Anpi, Arci Scirocco e Prc al sindaco di Marsala: “Ricordiamo la Shoah cancellando i simboli neofascisti in città”

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mercoledì 27 Gennaio 2021 - 11:38

Oggi si ricorda il dramma della Shoah. Con le restrizioni legate all’emergenza epidemiologica, istituzioni e scuole stanno comunque onorando la Giornata della Memoria, affinchè il ricordo delle vittime della atrocità naziste e l’onta delle leggi razziali italiane non venga dimenticato. A Marsala, la sezione locale dell’Anpi, il circolo Arci Scirocco e Rifondazione Comunista hanno colto l’occasione per scrivere una lettera al sindaco Massimo Grillo, che nel ricordare la Shoah sottolinea anche la necessità di tenere alta l’attenzione sui fermenti neofascisti, testimoniati in città dalla presenza di svastiche e croci celtiche, una delle quali è comparsa in questi giorni in piazza della Repubblica, a pochi metri dalla sede istituzionale di Palazzo VII Aprile.

“Oggi – si legge nella lettera – ricordiamo insieme il terribile dramma che la storia ci ha trasmesso in eredità per non lasciare che gli esseri umani di tutto il mondo dimentichino la barbarie che è stata, che è e non cesserà mai di essere la Shoah. Quel 27 gennaio del 1945, nel corso del gelido inverno polacco, mentre gli ebrei, e insieme a loro i prigionieri politici che si erano opposti al nazifascismo, le minoranze etniche, i Rom, gli indesiderabili, sfilavano fuori dai cancelli di Auschwitz dinanzi lo sguardo esterrefatto dei due giovani soldati a cavallo descritti da Primo Levi nel suo “La Tregua”, l’umanità scopriva l’orrore. Oggi, a distanza di 76 anni dai fatti di quel giorno, siamo riuniti tutti, seppur distanti a causa di questo grande male che ha costretto il mondo intero a ripiegare in se stesso, per ricordare il dramma nella speranza che una simile crudeltà non accada mai più. Eppure da alcuni anni non possiamo non avere notato lungo le pareti della nostra città, Marsala, l’abbondare di graffiti e scritte tracciate in nero inneggianti quell’orribile disumanità. Le svastiche, le croci celtiche, le sigle neofasciste rimandano a un immaginario che fa riferimento a quel passato che non può essere riscritto e che non possiamo permettere che si ripeta qui, in Italia, nel Paese che ha approvato le leggi razziali, che ha deportato altri italiani, che ha fucilato quei carabinieri che si sono opposti ai rastrellamenti. Va inoltre specificato che queste scritte hanno iniziato ad apparire nello stesso periodo in cui sono avvenute le prime aggressioni ai danni di alcuni migranti presenti nella nostra città. Tutto ciò non può essere accettato o tollerato! La Resistenza, la difesa dei diritti e della libertà, promuovere l’uguaglianza e la solidarietà tra i popoli non costituiscono occasionali ritualità, ma sono valori che devono essere difesi quotidianamente! Rimuovere queste scritte, significa favorire un percorso in difesa della democrazia e impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo. Per questo motivo ANPI, ARCI Scirocco e PRC Enrico Berlinguer Marsala chiedono all’Amministrazione Comunale tutta, e in primis al Sindaco, l’onorevole Massimo Grillo, un tempestivo intervento per cancellare i segni che rievocano quel tempo maledetto dalle facciate dei nostri palazzi, agendo dove possibile sulle proprietà pubbliche e sollecitando i privati a cancellare le tracce dell’ignoranza inumana di pochi concittadini senza storia e senza memoria. Inoltre si richiede che il Comune di Marsala, medaglia d’oro al valor civile, prenda parte alla raccolta di firme per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Sindaco di Stazzema, Maurizio Verona. La Legge di iniziativa popolare stabilisce la reclusione da sei mesi a due anni per chi effettua propaganda dei “contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi eversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità”. Pena aumentata di un terzo se “il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici” o “con modalità ed atti espressivi dell’odio etnico e razziale”.

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