Per la Corte di Cassazione l’omicidio Rostagno fu deciso da Francesco Messina Denaro

redazione

Per la Corte di Cassazione l’omicidio Rostagno fu deciso da Francesco Messina Denaro

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martedì 26 Gennaio 2021 - 18:17

C’è un filo che lega la famiglia Messina Denaro all’omicidio di Mauro Rostagno. Lo scorso 27 novembre, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo del boss trapanese Vincenzo Virga e l’assoluzione di Vito Mazzara nel procedimento relativo alla morte del sociologo piemontese, avvenuta a Lenzi, il 26 settembre del 1988.

Nelle motivazioni della sentenza, rese note in queste ore, si legge che “Francesco Messina Denaro disse di aver dato incarico a Vincenzo Virga di eseguire l’omicidio di Mauro Rostagno”. Il defunto boss castelvetranese, padre del latitante Matteo, era di fatto il principale rappresentante dei corleonesi in provincia di Trapani. Il suo coinvolgimento nel delitto Rostagno, riferito, tra gli altri, dal collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori, è stato ritenuto dai giudici compatibile con le dinamiche che in quel periodo storico caratterizzavano gli omicidi eccellenti eseguiti da Cosa Nostra. La sentenza della Corte di Cassazione ha confermato la matrice mafiosa dell’omicidio, ricordando l’impegno di Rostagno contro la criminalità organizzata, certificato dagli editoriali e gli approfondimenti realizzati attraverso la tv locale RTC. Al contempo, sottolinea il ruolo di Vincenzo Virga, in quegli anni alla guida del mandamento di Trapani, che fu oggetto di numerosi omicidi tra il 1985 e il 1996. Dalle deposizioni dei collaboratori di giustizia, emerge che Francesco Messina Denaro diede incarico proprio a Virga di far fuori lo scomodo giornalista, la cui attività evidentemente dava fastidio a Cosa Nostra, che aveva tutto l’interesse a portare avanti i propri affari sul territorio, a distanza di sicurezza dai riflettori della libera stampa.

Resta, invece, da chiarire l’identità dei soggetti che spararono a Rostagno, alla luce dell’assoluzione di Mazzara, che in primo grado era stato condannato come esecutore materiale del delitto. Le motivazioni della Cassazione, infine, sembrano accantonare definitivamente le piste alternative, come quella legata all’omicidio del commissario Calabresi e quella legata al traffico di droga e armi nel trapanese, con il coinvolgimento dei servizi segreti e del socio di Rostagno, Francesco Cardella.

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