Antonella Milazzo: “Il centrosinistra deve voltare pagina”

redazione

Antonella Milazzo: “Il centrosinistra deve voltare pagina”

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martedì 17 Novembre 2020 - 07:05

Cinque anni all’Ars tra gli scranni del Pd, poco meno di un biennio alla guida cittadina del partito, Antonella Milazzo ha assistito da una posizione un po’ defilata all’ultima campagna elettorale, conclusesi con l’affermazione della coalizione di Massimo Grillo e con un risultato molto negativo per il centrosinistra, che si ritrova rappresentato in Consiglio comunale soltanto da tre rappresentanti.

Che valutazione dà del quadro politico uscito dalle amministrative di ottobre?

In 70 anni di storia repubblicana non era mai successa una cosa del genere a Marsala: che il principale partito del centrosinistra rimanesse fuori dal Consiglio comunale è una cosa che non si è verificata nemmeno quando avevamo perso o straperso. E’ chiaro che le responsabilità ci sono e che non si può perseverare su una strada che si è rivelata perdente. Chi camminava tra la gente percepiva già da tempo che non c’era il consenso popolare. Non si può attribuire la sconfitta alla legge elettorale, che comunque era la stessa per tutti. Nè si può dire che sono stati gli elettori a non aver capito il progetto: chi fa politica, a maggior ragione in un’area progressista, non può dire una cosa del genere.

Com’è stato possibile dilapidare così rapidamente il risultato entusiasmante del 2015?

La mia risposta è sempre la stessa, quella che davo già nel 2017 e che mi ha portato alle dimissioni dalla segreteria nel 2018. C’è stato una strappo con la città, l’amministrazione è stata percepita fredda e distaccata dai cittadini. Chi ha lanciato l’allarme per tempo è stato accusato di avere mire personalistiche, ma non era affatto così. Un altro errore è stato impostare la campagna elettorale solo sulle cose fatte: ai cittadini occorre indicare una prospettiva, specie in un momento tragico come quello che stiamo vivendo. Alla fine, si è pagato il prezzo di tutti questi umori messi insieme. Nessuno ha mai negato il valore e l’importanza della programmazione e del lavoro fatto, ma occorreva anche altro.

Il Pd ha fatto fatica a chiudere la propria lista e, come dicevamo, è rimasto fuori dal Consiglio comunale. Possibile che la dirigenza comunale non vi siate ancora riunite per discuterne?

In effetti, non ci siamo mai riuniti dopo le elezioni e non c’è stata alcuna analisi del voto. Mi dicono che dovremmo essere convocati a breve. Le difficoltà nella composizione della lista sono state comunque il sintomo della piega che stavano prendendo gli eventi. Ritengo, poi, gravissimo che i consiglieri comunali uscenti e alcuni dirigenti del partito non si siano candidati nella lista ufficiale del Pd, provocando il mancato superamento dello sbarramento.

A questo punto, come si procede per ricostruire il centrosinistra?

Bisogna voltare pagina, prendere atto degli errori e togliere gli occhi dallo specchietto retrovisore. Se la strada intrapresa si è rivelata sbarrata, occorre cambiare passo, costruendo politica. Il Pd ha la necessità di tornare a incontrare le categorie produttive, di parlare di progettualità, della città del 2030, in vista delle importantissime opportunità offerte dalla programmazione europea. L’opposizione deve essere capace di avanzare proposte, se no come ci si ripresenta agli elettori? Proprio la mancanza di una proposta alternativa ad Alberto Di Girolamo è stata una delle principali cause della sconfitta.

Per la verità si era resa disponibile anche Andreana Patti. Non era una possibilità che poteva essere gestita diversamente?

Si potevano fare altre cose, ma evidentemente non c’erano le condizioni e la stessa Andreana Patti non se l’è sentita di alimentare una frattura nel centrosinistra. Ne abbiamo preso atto in maniera composta, senza mai prendere posizioni che potessero danneggiare il partito. Adesso dobbiamo chiederci cosa vogliamo fare per il futuro del Pd. Se c’è la volontà di guardare avanti, sono certa che c’è tanta gente pronta a lavorare per il futuro.

Quali sono le sue prime impressioni sull’amministrazione Grillo?

E’ troppo presto per fare valutazioni. Ritengo fuori dal contesto storico che stiamo vivendo fare un’opposizione urlante. E questo vale sia per il governo nazionale, che per le realtà locali. Nei momenti straordinari, occorre un’assunzione di responsabilità straordinaria. Occorre un maggiore senso di unità, non si può cavalcare la tigre dello scontro sociale.

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