Referendum: Trapani la provincia siciliana con la più bassa affluenza (23,39%)

redazione

Referendum: Trapani la provincia siciliana con la più bassa affluenza (23,39%)

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domenica 20 Settembre 2020 - 10:28

Aggiornamento ore 23: Si ferma al 23,39% l’affluenza in provincia di Trapani. Oltre un punto in meno rispetto alla media regionale (24,78%), che vede il trapanese fanalino di coda per quanto concerne la partecipazione al voto in questa prima giornata di consultazione referendaria.

Alcamo 26,72%, Buseto Palizzolo 26,10%, Calatafimi Segesta 19,45%, Campobello di Mazara 21,53%, Castellammare del Golfo 22,95%, Castelvetrano 21,24%, Custonaci 21,49%, Erice 23,52%, Favignana 20,20%, Gibellina 31,47%, Marsala 23,58%, Mazara del Vallo 22,29%, Paceco 24,70%, Pantelleria 13,28%, Partanna 27,76%, Petrosino 18,07%, Poggioreale 27,22%, Salaparuta 28,25%, Salemi 23,40%, San Vito lo Capo 16,89%, Santa Ninfa 31,81%, Trapani 23,19%, Valderice 25,75%, Vita 24,81%.

Aggiornamento ore 19: Ancora di poco inferiore alla media regionale la percentuale dei votanti nel trapanese, dopo la seconda rilevazione della giornata. Se in Sicilia, infatti, l’affluenza è stata del 16,97%, in provincia di Trapani la media dei 24 Comuni raggiunge il 16,42%. Santa Ninfa l’unico Comune in cui si è superato il 20% dei votanti, mentre Pantelleria è quello in cui si è registrato il dato più basso.

Di seguito l’elenco completo dell’affluenza nei 24 Comuni della provincia di Trapani: Alcamo 18,54%, Buseto Palizzolo 17,24%, Calatafimi Segesta 12,21%, Campobello di Mazara 14,43%, Castellammare del Golfo 16,07%, Castelvetrano 16,05%, Custonaci 14,35%, Erice 17,30%, Favignana 14,86%, Gibellina 19,59%, Marsala 16,27%, Mazara del Vallo 16,53%, Paceco 17,54%, Pantelleria 8,96%, Partanna 19,23%, Petrosino 11,61%, Poggioreale 15,53%, Salaparuta 16,40%, Salemi 16,82%, San Vito Lo Capo 11,41%, Santa Ninfa 22,39%, Trapani 15,98%, Valderice 18,66%, Vita 16,58%.

Aggiornamento ore 12: Poco meno del 6% i votanti in provincia di Trapani per il referendum costituzionale. La media nei 24 Comuni del trapanese è del 5,98%. Il dato più alto è quello di Santa Ninfa (8.25%), mentre il più basso si è registrato a Petrosino (3,37%). Discreta affluenza anche nelle Egadi (7,87%) e a Erice (7,06%). Per quanto riguarda i centri più popolosi, a Mazara ha votato il 6,93% degli aventi diritto, ad Alcamo il 6,66%, a Castelvetrano il 6,64%, a Trapani il 6%, a Marsala il 5,27%.

Completano il quadro provinciale Buseto Palizzolo (4,82%), Calatafimi Segesta (4,27%), Campobello di Mazara (6,28%), Castellammare del Golfo (4,88%), Custonaci (4,82%), Gibellina (5,41%), Paceco (6,46%), Partanna (5,69%), Pantelleria (3,44%), Poggioreale (4,52%), Salaparuta (4,48%), Salemi (5,45%), San Vito Lo Capo (4,68%), Valderice (6,18%) e Vita (5,05%).

Complessivamente, nelle 390 sezioni siciliane, ha votato il 6,41% degli aventi diritto. La provincia in cui si è votato di più è finora Siracusa, quella in cui si è votato di meno Agrigento.

La prossima rilevazione è prevista alle 19.

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Seggi aperti, da stamattina alle 7, in tutta Italia per il referendum confermativo sul cosiddetto “taglio dei parlamentari”. Sono 46.415.806 gli elettori chiamati alle urne, distribuiti su un totale di 61.622 sezioni. Fino alle 23 di stasera e domani, dalle 7 alle 15, gli italiani potranno recarsi ai seggi per esprimere il proprio voto. In caso di vittoria del Sì, il Parlamento italiano passerà da 945 a 600 rappresentanti, distribuiti tra i 400 della Camera e i 200 del Senato. In caso di vittoria del No, resterà invariata l’attuale composizione (630 alla Camera e 315 al Senato).

Si tratta, com’è noto, di un referendum costituzionale (o confermativo), per cui non è previsto un quorum per ritenere valida la consultazione: si procede, pertanto, al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente dal numero dei partecipanti (per il referendum abrogativo, invece, la consultazione è valida solo se si supera il 50% più uno dei votanti. Si ricorre al referendum confermativo di una legge costituzionale nel caso in cui entro tre mesi dalla pubblicazione della legge stessa, ne facciano richiesta un quinto dei membri di una camera, oppure 500.000 elettori oppure cinque consigli regionali.

Il precedente più recente risale al 4 dicembre 2016, quando gli italiani furono chiamati ad esprimersi sulla riforma costituzionale promossa da Matteo Renzi, che intendeva superare il cosiddetto bicameralismo paritario tra i due rami del Parlamento. In quell’occasione, si registrò una buona partecipazione, con un’affluenza alle urne del 65,48% (com’è noto, il No prevalse sul Sì, con il 59,12%).

L’odierna consultazione referendaria era stata inizialmente fissata per il 29 marzo scorso, ma si rese necessario un rinvio a causa dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, che aveva comportato in quella fase un serrato lockdown, chiaramente incompatibile con il flusso della popolazione elettorale ai seggi. Nonostante la riapertura, restano in vigore le misure di contenimento del contagio, che prevedono l’obbligo della mascherina e il divieto di assembramenti con ingressi contingentati.

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