I circoli Legambiente Crimiso Castelvetrano, Marsala-Petrosino, Partinico Gino Scasso, Pizzo Cofano, Trapani Erice, Valle del Belice, hanno inviato agli organi di stampa una nota congiunta sull’emergenza boschiva dovuta ai ripetuti incendi che hanno devastato il territorio trapanese in queste settimane.
“La Sicilia brucia tutti gli anni da troppi anni. Siamo stanchi, avviliti, indignati, delusi dalla politica e dalle istituzioni. Anni di lotte, di marce e di campagne di sensibilizzazione sembrano non essere serviti a nulla. Certamente non sono serviti a fermare la mano incendiaria di questi maledetti criminali che, anche quest’estate, hanno mandato in fumo migliaia e migliaia di ettari di patrimonio boschivo. Verrebbe voglia davvero di arrendersi. Tanto, gli autori materiali di questi incendi, come quelli degli anni precedenti resteranno impuniti. Tanto, la Regione Siciliana continuerà a ridurre le somme destinate alla prevenzione e alla tutela del capitale naturale. Tanto, passata l’ondata di indignazione collettiva, che durerà, come gli altri anni, più o meno una settimana, nessuno ne parlerà più. E dunque, come da copione, la magistratura inquirente archivierà i fascicoli aperti a carico di ignoti perché tali resteranno, il presidente Musumeci continuerà a disperarsi per l’unica emergenza che non c’è, i migranti, e noi pagheremo il prezzo del disastro: saremo sempre più poveri di ossigeno, di bellezza, di biodiversità, di acqua e di paesaggio”.
Tuttavia i citati circoli di Legambiente ritengono che si sia oltrepassato il limite oltre il quale la collettività non è più disposta a tollerare la ferocia criminale degli incendiari. “E’ già accaduto alla mafia che, quando sembrava aver raggiunto l’apice della propria potenza, è precipitata per l’indignazione dei siciliani. Noi pensiamo che dopo i mesi di restrizioni per il Covid, in cui la cosa che ci è mancata di più è stata l’aria, abbiamo raggiunto quel limite oltre il quale non solo non siamo più disposti a tollerare la prepotenza criminale dei nemici dell’ambiente, ma pretendiamo che ciascuno faccia la propria parte perché nessuna area naturale bruci più sulla nostra isola”.
In ragione di ciò, i circoli di Legambiente intendono fare la propria parte, chiedendo ai siciliani di contribuire alla rinascita della riserva dello Zingaro, della Montagna Grande, del Bosco Scorace, del Monte Sparacio e di tutti i luoghi presi di mira dai criminali. “Noi li ripianteremo – prosegue la nota – e faremo in modo che ogni cittadino che contribuirà all’acquisto, si senta proprietario di quell’albero piantato al posto dell’albero bruciato. Continueremo a fare le nostre escursioni naturalistiche anche sui luoghi bruciati e non ci stancheremo mai, soprattutto con i giovani, di diffondere cultura e stili di vita che tutelino l’ambiente e la nostra sopravvivenza su questo pianeta. E’ chiaro che tutto questo non potrà bastare, e che altri più autorevoli di noi devono fare la loro parte per avviare subito una seria strategia di lotta agli incendi, che integri prevenzione, sensibilizzazione, controllo del territorio, spegnimento e repressione, che coinvolga seriamente i diversi soggetti interessati (Corpo Forestale, Assessorati Agricoltura e Territorio, riserve naturali, sindaci, comunità locali, associazioni ambientaliste, Università), che scardini mentalità e comportamenti arcaici e conniventi”.
Per fare ciò, i circoli ambientalisti chiedono: che la politica tutta dichiari la propria guerra ai crimini ambientali, investendo di più e meglio le risorse per prevenire gli incendi, ma anche e soprattutto per gestire adeguatamente ed incrementare le aree naturali protette, con mezzi e personale adeguati, e farne ricchezza anche economica per i territori; che non si parli mai più di sanatorie edilizie e di allentamento dei vincoli ambientali e paesaggistici; che le presso tutte le Procure della Repubblica della Sicilia siano istituite delle vere e proprie sezioni specializzate per le indagini e la repressione dei crimini ambientali con particolare riguardo alla materia degli incendi boschivi. Infine, i circoli dell’associazione ambientalista auspicano la collaborazione di tutti i cittadini singoli e associati per far fronte comune “ad una emergenza che purtroppo è divenuta normalità”.