Il Tempo Sospeso: lo sguardo di Stefania in questi giorni di “ordinaria frenesia” (la coscienza tra quattro mura)

redazione

Il Tempo Sospeso: lo sguardo di Stefania in questi giorni di “ordinaria frenesia” (la coscienza tra quattro mura)

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martedì 31 Marzo 2020 - 10:03

Pubblichiamo la lettera di una studentessa marsalese, Stefania Tumbarello, uno sguardo positivo e propositivo che ci aiuta a vedere le cose da un altro punto di vista, importante per affrontare nel miglior modo possibile questo difficile periodo:

Il 2020 si prospettava un anno epico, tondo, come le cifre che lo compongono, su cui riporre speranze, obiettivi e buoni propositi, come quelli di ogni anno, che vanno perduti tra i cassonetti di carta da riciclare.
I giorni di ordinaria frenesia si sono trasformati bruscamente in giorni di straordinaria noia e apatia, per alcuni, per altri in ottime occasioni per coltivare passioni, suonare strumenti impolverati, leggere libri ingialliti o ancora reinventarsi e riscoprirsi ottimi cuochi.

Solamente questo si può fare tra quattro mura? Beh, le attività sarebbero infinite, ma sembrerebbero le predilette dai social users; Instagram, Facebook, Zoom, Microsoft Teams hanno affermato il loro ruolo di finestre sul mondo, visto che, le finestre reali mostrano spesso solo palazzi o viste mare illudenti e malinconiche.
Qualche allegro vicino di casa addolcisce la reclusione forzata con qualche vecchio brano, mentre gli inquilini dei piani di sopra, di sotto, accanto, ballano e cantano in un metro quadro di balcone, vincolati da quello spazio che non avevano mai sentito così stretto.
La gente abituata a non avere tempo, è costretta, adesso, a contare quegli interminabili minuti, che divengono ore, passate ad aspettare una nuova chiamata, una nuova comunicazione del tanto osannato Presidente Conte, un nuovo look dei capelli del Presidente Mattarella.

Morning sun – Hopper

L’Inno di Mameli non è mai apparso così tanto bello, così accogliente e commovente, come alle ore 18 del pomeriggio, quando tra un terribile notiziario e un nuovo scoraggiante bollettino della protezione civile, ci si accorge che l’Italia è immobilizzata e che portare una mano al petto, in onore dei nuovi Eroi in camice in prima linea, è una delle poche cose rincuoranti di questo scenario catastrofico.

Ci si ricorda, da veri comunicatori fisici quali sono gli italiani, di quanto una stretta di mano possa venire a mancare nel momento in cui darla è vietato dal Governo. Il Governo ci consiglia e ci rende doveroso restare lontani, almeno un metro gli uni dagli altri. Perciò, gli incontri casuali tra le corsie di un supermercato, di una farmacia o di un tabacchi, divengono ottime occasioni per rimproverare a qualcuno di non stare rispettando le regole, con fare quotidiano infastidito e minaccioso, quale mai si era visto prima, in un Paese così omertoso.
Il punto luminoso, però, di questa vicenda è l’opportunità per ogni cittadino di riscoprirsi, conoscere i lati oscuri di ognuno, affrontarli e trasformarli in risorse; comprendere la propria capacità di adattamento, problem solving e resilienza di fronte a una situazione di emergenza simile, ossia una PANDEMIA, il cui forte significato ci rende impauriti, ansiosi e forse anche poco speranzosi.

È una corsa al tempo, al tempo in cui gli abbracci diverranno nuovamente la nostra modalità consona di saluto, tanto che, ancora una volta, il loro valore verrà perso tra una commissione, tra un impegno e un altro, tra un “non ho tempo” e un “scusa devo scappare”, che oscurano la bellezza dei semplici gesti, di cui forse, adesso, comprendiamo l’essenziale funzione per vivere felici.

Stefania Tumbarello

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