Nuccio: “Dialogo aperto con Fici. C’è un’area che merita rappresentanza”

Vincenzo Figlioli

Nuccio: “Dialogo aperto con Fici. C’è un’area che merita rappresentanza”

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giovedì 16 Gennaio 2020 - 06:37

In attesa di capire quali saranno le scelte dei sostenitori dell’amministrazione Di Girolamo, il consigliere comunale Daniele Nuccio ha riunito intorno a sé un gruppo riferibile a un’area di centrosinistra che intende incidere sulle prossime amministrative. La sfida, rispetto al passato, è uscire dalla marginalità di un’alleanza da comprimari o di una battaglia solitaria, per costruire un nuovo progetto per la città. In quest’ottica è stato avviato un confronto con l’ex consigliere comunale Nicola Fici, che potrebbe tradursi in un sostegno alla sua candidatura a sindaco, nell’ambito di una coalizione civica aperta anche ad alcune forze moderate.

A che punto è l’interlocuzione con Nicola Fici?

Procede. Personalmente sento la responsabilità di rappresentare un’area e un mondo, consapevole degli errori del recente passato ma anche dei punti di forza in termini di progettualità, lotta al malaffare, di prospettiva da dare al mondo giovanile e delle associazioni impegnate nella sfera sociale. Un’area che merita cittadinanza nel governo della città. Stiamo costruendo una lista bella e competitiva che saprà racchiudere tutte queste componenti.

Come possiamo definire quest’area?

E’ la sfera progressista della città.

Quella, per intenderci, di cui ha scritto recentemente l’avvocato Giovanni Gaudino, citando le iniziative sorte intorno al popolo delle Sardine o alla Libera Orchesta Popolare?

Assolutamente sì. Con la consapevolezza che oggi siamo chiamati ad atti di responsabilità, riconoscendo che l’eventuale autoesclusione da qualsiasi ragionamento politico rischia di condizionare irrimediabilmente la prossima campagna elettorale e di consegnare la città alla peggiore destra che questo Paese abbia mai conosciuto, rappresentata da forze reazionarie, per lo più composte da trasformisti, sovranisti dell’ultima ora e nostalgici. Figure che intendono la politica quale strumento per soddisfare i propri interessi a scapito della comunità.

Si vedrebbe bene in una coalizione con Massimo Grillo e Diventerà Bellissima?

Al momento è prematuro ragionare sulle alleanze. Fino a quando non sarà chiaro il perimetro da definire, così come per tutti gli attori in gioco. Sarebbe bene chiarire, una volte per tutte, se il progetto da sottoporre alla città deve avere i connotati di un cartello che guarda verso destra o se abbia una trazione autenticamente civica. Per quanto riguarda Grillo, ricordo che è stato riabilitato più volte da altri dirigenti del centrosinistra che a più riprese lo hanno considerato un potenziale alleato o un partner. Il tutto dipenderà dalla sincerità delle intenzioni dei vari soggetti in campo nel sottoscrivere un eventuale impegno di governo, che se basato su visione della città, progettualità e idee, potrebbe prendere corpo. Sicuro delle mie posizioni, ho sempre pensato che il dialogo basato su principi di lealtà e coerenza possa essere una soluzione. Se risulta esclusivo motivo per ricoprire posizioni e lottizzare la politica, è tutt’altra cosa.

Perchè Nicola Fici può essere il vostro candidato?

Potrebbe rappresentare quel momento di sintesi che in tanti abbiamo cercato nell’ultimo anno ed è chiamato ad essere arbitro di un’alleanza larga, ma non larghissima. Per aver dimostrato capacità di ascolto. E perchè potrebbe essere l’inizio di un percorso di rinnovamento generazionale che dal mio punto di vista resta uno dei fattori più importanti da proporre alla città. Mi auguro che riusciremo a raggiungere quest’obiettivo, anche se l’incontro tra culture diverse è possibile solo se riusciremo a mettere da parte gli egoismi, riconoscendo a tutte le componenti in gioco pari dignità nel nome di una comunità di intenti che rimetta al centro il rilancio politico-culturale di Marsala.

In che termini affronterete la campagna elettorale rispetto all’amministrazione uscente?

Ogni stagione porta con sé punti di forze e punti di debolezza, con bilanci chiaroscuri legati anche alle contingenze del tempo. La mia posizione sull’amministrazione comunale è assai nota. Proprio per questo posso permettermi di dire che non è tutto da buttare, così come non si può minimamente pensare a una continuità nei metodi, nell’incapacità di costruire contenitori basati su lealtà, nella negazione del confronto con i cittadini. Posto questo, credo sia ingeneroso pensare che Alberto Di Girolamo rappresenti il male assoluto solo perchè il suo gradimento popolare è ai minimi storici. Ho preso le distanze diversi anni fa, quando mi resi conto che il progetto che avevamo sostenuto era andato in tutt’altra direzione. Ma, consapevole di questo, non posso negare che in termini di programmazione futura si sia comunque lavorato, grazie alle capacità dei nostri uffici.

Tanto si discute sulle alleanze, poco sull’idea di città. Quale sarà la narrazione su cui punterete in campagna elettorale?

Per quanto riguarda il contributo che intendo portare al dibattito pubblico, non posso non partire dalle direttrici che ho seguito in questi cinque anni. Non si può pensare alla costruzione di una città più europea senza una spietata lotta al malaffare, alla corruzione, al familismo. Ripartire dalla questione morale è il più grande servizio che possiamo dare ai cittadini, che devono percepire la macchina comunale non più come un’entità farraginosa al servizio di comitati d’affari e gruppi di potere, ma come una casa comune fondata su trasparenza, legalità e meritocrazia. Non possiamo non partire da una concreta progettualità a lungo termine nelle politiche culturali, condizione che riporterà Marsala a ricoprire il ruolo che le compete nello scenario regionale e nazionale. Non possiamo non ripartire da “Costruire comunità”, una proposta che ho presentato e che si sta discutendo in Commissione Affari Generali per ridurre le distanze tra centro, periferia e quartieri popolari in modo da favorire la partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico tramite la costituzione delle consulte territoriali. Ma penso anche una visione del decoro urbano che rimetta al centro la collaborazione tra istituzioni e cittadini. E poi alla salvaguardia di tutte quelle infrastrutture che sono fondamentali per ridurre l’isolamento in cui vive il nostro territorio. Tutto questo e molto altro determinerà una nuova narrazione di città. Una città, porto del Mediterraneo, che metta al centro il benessere della propria comunità, le cui attenzioni, operosità e generosità sono note ai più. Se Nicola Fici sarà in grado di costruire le condizioni di un’alleanza, faremo la nostra parte. Ma non a tutti i costi.

E se dovesse saltare l’intesa con Fici?

Costruiremo un’alternativa. Percepisco la volontà di partecipazione e riscatto di una generazione, oltre che di costruire momenti di incontro tra le diverse energie di cui questa città può disporre e che sono rimaste ai margini dei palazzi del potere. Questo universo c’è e io ho la fortuna di condividere esperienze diverse con persone che ne fanno parte. Quando dico che sento la responsabilità di rappresentare un’area è perchè questa massa critica c’è e vuole dire la sua nelle scelte che il governo della città è chiamata a fare. Personalmente, farò la mia parte.

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