Di Girolamo: “Siamo stati frenati dalla burocrazia. Mi ricandido se…”

Vincenzo Figlioli

Di Girolamo: “Siamo stati frenati dalla burocrazia. Mi ricandido se…”

Condividi su:

sabato 21 Dicembre 2019 - 07:10

Come da tradizione, ieri il sindaco di Marsala ha raccolto per un brindisi augurale i dirigenti e gli impiegati comunali in Sala Giunta. Una prassi consolidata in prossimità delle feste natalizie, ma che quest’anno aveva anche un sapore particolare, tenuto conto che l’amministrazione in carica è a fine mandato, le elezioni sono dietro l’angolo e non è ancora chiaro se Alberto Di Girolamo deciderà di ricandidarsi. L’occasione, naturalmente, si presta per un bilancio di questi cinque anni.

E’ andata come immaginava, sindaco?

No, diciamo di no. Sicuramente ci siamo dovuti confrontare con i tempi di realizzazione dei progetti, che si sono rivelati estremamente lunghi, al di sopra di ogni immaginazione. Resto convinto che il problema più drammatico della Sicilia sia la mancanza di lavoro, che poi si lega anche all’emigrazione giovanile. Se non si affrontano questi problemi, non c’è futuro per la nostra regione e le nostre città. Il lavoro che abbiamo impostato in questi anni è nel segno della progettualità. Sono convinto che abbiamo bisogno di progettare il futuro e di infrastrutture, che servono per muovere persone, merci, turisti. Gli imprenditori veri chiedono solo due cose: meno burocrazia e più infrastrutture. Marsala e la provincia di Trapani sono lontane dal mondo: l’aeroporto, le ferrovie e le strade provinciali non funzionano, lo scorrimento veloce non c’è. Quando sono arrivato a Brescia negli anni ’70, per andare da Milano a Roma in treno ci volevano 8 ore, per andare da Marsala a Palermo quasi quattro. Adesso, per andare da Milano a Roma i tempi sono più che dimezzati, per andare da Marsala a Palermo ci vogliono sempre quattro ore. Noi abbiamo lavorato per questo, con Area Vasta e Agenda Urbana, perchè non basta che il sindaco di una singola città vada a Roma, serve qualcuno che rappresenti una comunità più grande. Io sono andato più volte nella Capitale a seguire l’iter del progetto definitivo per lo scorrimento veloce, che dovrebbe essere presentato a gennaio. Una grande opera che servirà a diminuire l’isolamento di questa parte della Sicilia. Sulle ferrovie sono riuscito ad ottenere i fondi per togliere dieci passaggi a livello, da sostituire con ponti o sottopassi. Alcuni interventi sono già stati avviati e la speranza è che presto si possa andare da Marsala a Palermo in tempi accettabili. Se ci riusciamo, cambia il mondo. Poi c’è l’aeroporto, che è fondamentale. Io ero riuscito a far mantenere i soldi della Regione, abbiamo fatto il bando ma purtroppo c’è stato interesse solo per due tratte. Spero che la Regione continui a mantenere i fondi che aveva annunciato, anche se non è la soluzione a tutto. Ho incontrato il Ministro Provenzano, anche lui è convinto che il Sud abbia bisogno di infrastrutture per colmare il gap con il resto d’Italia. Noi come sindaci, il prossimo 27 dicembre parteciperemo all’assemblea convocata dall’Anci. Se dovessero esserci ancora tagli, siamo pronti a riconsegnare alla Regione le chiavi dei Comuni, rischiamo tutti il fallimento.

A proposito di infrastrutture, ci si sarebbe aspettati in questi 5 anni l’inizio dei lavori per il porto. Quantomeno per quello privato.

Purtroppo i lavori per il porto privato non sono ancora partiti. La Myr ha trovato l’accordo con l’imprenditore Vittadello, so che stanno lavorando nella speranza che riescano. Checchè ne dica qualcuno, non c’è un’alternativa alla Myr. Se non parte il loro progetto, bisogna ricominciare da zero con l’iter e ci vorranno decenni. Per quanto riguarda il porto pubblico, fino a qualche anno fa la Regione aveva assicurato che avrebbero fatto loro il progetto di messa in sicurezza. Meno di un anno fa, ci hanno detto che dobbiamo pensarci noi perchè non hanno più personale. Dopo l’approvazione del Bilancio abbiamo chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti di finanziare l’opera. Mi auguro che nel 2020 si potranno avviare i lavori sia del progetto pubblico che di quello privato. Anche qui, il discorso è sempre lo stesso: mi sarei aspettato tempistiche più brevi, così come su tanti altri progetti che sono già stati ammessi a finanziamento: le piste ciclabili, la sostituzione delle lampadine, i nuovi autobus, il Museo degli Arazzi, il secondo piano di Palazzo Grignani, le scuole…A gennaio, sicuramente, partiremo con Porta Nuova e la palestra Grillo.

Passiamo all’aspetto politico. Se li aspettava così questi anni?

Qualcuno dice che se con c’è più la politica la colpa è del sindaco. Ma in tutto il Sud o in tutta Italia non ci sono più i partiti, il responsabile non posso essere io. La verità è che in cinque anni è cambiato il mondo e questo rende tutto più difficile. Noi abbiamo mantenuto il massimo impegno per portare avanti una certa idea di sviluppo della città e ritengo si debba continuare su questa strada. Alcune cose già si intravedono, altre si vedranno in futuro.

Con il Consiglio comunale le cose sono andate male fin dall’inizio. Se lo aspettava?

Non me l’aspettavo. Avevamo una maggioranza con 18 consiglieri comunali, c’erano i gruppi e i partiti di riferimento. Poi è saltato tutto: il Pd si è frammentato, il Psi ha chiesto la testa del suo assessore, altri avevano riferimenti ben precisi che poi sono venuti meno. Io penso che i gruppi non debbano rispondere al deputato di turno, perchè se quello poi ha problemi, ha problemi anche il gruppo. Noi siamo stati al di sopra della deputazione, perchè ritengo che il sindaco non debba rispondere ai deputati regionali, mentre i deputati regionali dovrebbero mettersi al servizio delle città. Forse questo ha fatto saltare i nervi a qualcuno e spesso non si è abituati a un’azione amministrativa trasparente, che porta avanti l’interesse generale.

Non ha mai voluto fare un rimpasto. Tornando indietro, confermerebbe questa scelta?

I rimpasti hanno senso se bisogna sostituire assessori incapaci o se c’è un nuovo equilibrio politico serio. Io mi sono ritrovato una parte della maggioranza che mi faceva opposizione preconcetta fin dall’inizio. Dal presidente del Consiglio mi sarei aspettato altro, invece più che a fare il presidente del Consiglio ha pensato a fare opposizione. Purtroppo, in questa situazione è diventato difficile parlare con i gruppi: c’erano capigruppo che rappresentavano solo se stessi, consiglieri che avevano una visione parziale della città o che non si sono resi conto che abbiamo dovuto pagare debiti fuori bilancio per 13 milioni di euro.

A leggere i social, sembra che il gradimento dei cittadini verso la sua Giunta sia sceso. Lei che percezione ha a riguardo?

Le persone hanno il diritto di lamentarsi perchè alcuni servizi ancora non ci sono. Ma vedo che la gente capisce e apprezza quando parlo con loro e spiego che non ci sono più i soldi di 10 anni fa o che adesso abbiamo assunto nuovi autisti con contratto trimestrale e poi ci sarà un concorso per altri 8 posti stabili, o parlo del campetto in via Istria o del progetto dello Iacp ad Amabilina sull’immobile che abbiamo liberato trasferendo gli uffici tecnici nell’ex Tribunale.

Magari si poteva parlare di più con i cittadini?

Forse sì. Ma se nel 2016 la città era al buio, sicuramente le luci non le avevamo spente noi. Avremmo voluto fare di più, ma tra i debiti fuori bilancio e la lentezza della burocrazia i tempi si sono allungati. Quello che abbiamo fatto con i nostri progetti si capirà meglio tra il 2020 e il 2021, quando la città cambierà volto.

Ha deciso se ricandidarsi?

Ci sto pensando ancora. Da un lato, mi chiedo perchè non dovrei. Dall’altro, sto valutando cosa fare con i miei assessori e un gruppo di consiglieri comunali. Cinque anni fa dicevo che bisognava chiedere ai candidati cosa avevano fatto nella vita. Se a 40, 50 o 60 anni uno non ha fatto nulla, non può candidarsi ad amministrare una città. Non ci si può presentare con una balia. Un sindaco deve essere autorevole, deve avere un curriculum, deve farsi rispettare. Chi ha fatto solo chiacchiere non può amministrare una città, piccola o grande che sia. Forse si poteva fare un tempo, ma ora servono i fatti e i progetti veri.

A che condizione si ricandiderebbe?

Intanto bisogna capire se la Regione intende continuare a tagliare. E poi la politica deve capire che non deve prendere in giro le persone e deve progettare il futuro. Non si può pensare di fare politica sistemando le lampadine agli amici degli amici. Se tutto questo non si realizza, diventa difficile pensare di continuare ad amministrare, oltre che dannoso per la città e per i nostri i giovani, che invito a fare politica, senza però perdere di vista il lavoro.

Il suo futuro è comunque nel centrosinistra?

Io sono un progressista, vedrei bene una coalizione di centrosinistra aperta alle liste civiche, con un progetto che serva a Marsala e che sia incentrato sui finanziamenti europei per una città più ecologica, con meno macchine, più mezzi pubblici e più veicoli elettrici.

Cosa augurerebbe ai cittadini marsalesi per il 2020?

Anzitutto i migliori auguri di buona salute. Auguro loro di aiutare i propri figli a restare qua. Di non chiedere favori, ma diritti. Di lavorare tutti per un mondo migliore, perchè ognuno di noi può e deve fare la propria parte senza aspettare che il pubblico risolva tutti i problemi.

Condividi su: