Iniziato lo sciopero “bianco” all’Istituto Agrario Abele Damiani che coinvolge anche gli studenti dell’Alberghiero che si trovano nel medesimo storico edificio di via Trapani.
Da ieri mattina e probabilmente a tempo indeterminato, gli studenti della scuola secondaria si asterranno dalle normali ore di lezioni, pur presenziando con la presenza fisica dentro le aule. “La vicenda ha origine lo scorso anno quando l’ex provincia proprietaria dell’edificio, su nostra sollecitazione, ha provveduto ad istallare una nuova caldaia per permettere il diffondersi del riscaldamento nelle classi e in genere in tutto l’edificio – ci ha detto il preside Domenico Pocorobba -. Dopo le ultime festività natalizie e dopo il rientro a scuola, con il repentino abbassamento della temperatura, abbiamo chiesto al Libero Consorzio di Trapani di accendere la caldaia che, forse a causa di perdite nell’impianto, non si riusciva ad avviare. Malgrado i solleciti effettuati anche a mezzo scritto non solo non c’è stato alcun intervento, ma siamo rimasti per oltre un mese ad attendere una risposta. Da qui la decisione dei ragazzi che prima hanno atteso espletando tutte le attività didattiche collegate alla chiusura del quadrimestre, poi hanno deciso di mettere in atto questa forma di protesta”.
Ad affiancare la rivendicazione di aule più confortevoli c’è anche la richiesta di una palestra che da anni è abbandonata, dove il parquet è “sollevato” ed in stato di abbandono da tempo. Ieri tutti gli studenti dei due indirizzi scolastici hanno aderito all’iniziativa intrapresa dall’apposito comitato di concerto con i rappresentanti d’istituto. “L’adesione è stata totale e continueremo fino a quando non saremo ricevuti dal commissario del Libero Consorzio di Trapani, Raimondo Cerami al quale abbiamo per tempo chiesto un incontro, ma dal quale non abbiamo ricevuto risposta – ci ha detto il rappresentante del comitato Giuseppe Abate -. Le aule come si può constatare sono freddissime e forse stare con i giubbotti non basta più. Abbiamo letto che in altri edifici che ospitano scuole superiori della provincia sono stati fatti degli interventi in merito. Chiediamo di capire perché il nostro istituto rimane non solo al freddo, ma anche senza risposte. In questa prima fase abbiamo scelto di stare in aula anche se ci asteniamo dalle normali lezioni, salvo iniziative isolate che tendono magari al recupero volontario di qualche materia. Stiamo però, in mancanza di interlocuzioni, organizzando altre forme più eclatanti di protesta”.