La Marina Militare non c’entra nulla, anzi non appena la notizia è stata diffusa dai media, ha fatto sapere che erano stati proprio loro a denunciare la vicenda alla Procura Militare di Napoli e a quella ordinaria di Brindisi. Noi ci crediamo e raccontiamo il fatto. Lo scorso 16 luglio in una nave militare proveniente dalla Libia, battezzata a suo tempo con lo storico nome di “Caprera”, a seguito di una ispezione ordinata dal comandante venivano rinvenute 3600 stecche di sigarette estere, naturalmente di contrabbando. Erano dentro degli scatoloni pronte per essere sbarcate ed immesse nel mercato del contrabbando. Dopo il sequestro delle “bionde”da parte della Guardia di Finanza dalle prime indagini risulterebbero indagati 5 militari che evidentemente avrebbero acquistato le sigarette (per la precisione si tratta di 7 quintali) in Libia e con un passaggio le hanno trasportate nel nostro Paese. Secondo il settimanale pugliese Il 7Magazine i cinque marinai sono ancora in servizio. Noi non sappiamo come andrà a finire e se verranno presi dei provvedimenti nei confronti dei responsabili. Ci verrebbe da dire che non ci interessa neppure. Ma una cosa è certa in una nave militare italiana c’erano a bordo quintali di merce di contrabbando. Questo è certo. A meno che non siamo tutti fumatori (e anche in questo caso dovrebbero usare prodotti legali…) sorprende nell’ordine il silenzio del presidente del consiglio Giuseppe Conte, del ministro dei trasporti Danilo Toninelli e soprattutto del ministro degli Interni Matteo Salvini. Le navi italiane, Diciotti in testa, sono state sotto l’occhio del ciclone quando hanno raccolto in mare migranti che stavano per affogare. Ad lacune è stato proibito di attraccare ad altre di fare sbarcare i loro “passeggeri”. Ora noi non ci permettiamo di paragonare le due vicende, sarebbe ignobile soprattutto nei confronti di quei poveri disgraziati che attraversano, carichi di speranze ed illusioni, il Mediterraneo. Ma non vorremmo neppure sottacere, come a quanto pare stanno facendo i nostri governanti, che in una nave militare (e speriamo che sia la sola) si fanno affari sporchi ed illegali con i libici. Altrimenti dovremmo dedurre che per Salvini (giustamente) con gli scafisti occorre essere severi, mentre con i contrabbandieri…
Cronaca