Voto di scambio ad Alcamo: ripartito il processo che riguarda il ballottaggio del 2012

redazione

Voto di scambio ad Alcamo: ripartito il processo che riguarda il ballottaggio del 2012

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domenica 09 Settembre 2018 - 11:20

Dopo la pausa estiva, è ripreso il procedimento giudiziario scaturito dall’inchiesta della magistratura trapanese sulle elezioni amministrative svoltesi sei anni fa, e che vede, tra gli imputati, l’ex senatore della Repubblica, Nino Papania. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti alcuni testimoni della difesa. 

Si è svolta nella mattinata di venerdì, presso il tribunale di Trapani, l’udienza del processo per voto di scambio ad Alcamo alle elezioni comunali del 2012 (nonché l’ultimo dei procedimenti giudiziari scaturiti dalla vicenda) nel quale sono imputati l’ex senatore del PD, Antonino Papania (detto Nino), e il suo braccio destro, Massimiliano Ciccia. Oltre all’ex parlamentare e al suo collaboratore, sono accusati anche Giuseppe e Leonardo De Blasi, Filippo Di Gaetano, Davide Bartolomeo Picciché, Giovanni Renda e Leonardo Vicari.

Il processo, iniziato nel 2014, si sta svolgendo davanti al giudice Franco Messina, e concerne, in particolare, la fase del ballottaggio tenutasi nel maggio di sei anni fa. Nel corso dell’udienza di venerdì sono stati sentiti alcuni testimoni della difesa ed è stato fissato al 2 ottobre prossimo l’interrogatorio degli ultimi quattro.

Dall’inchieste della procura di Trapani, guidate dai magistrati Rossana Penna (poi sostituita nel corso dei diversi processi) e Franco Belvisi, sono nati tre procedimenti giudiziari. Il primo, che si è tenuto dinanzi al giudice Lucia Fontana e riguardava i fatti relativi alla fase pre-elettorale delle elezioni amministrative del 2012, si è concluso nel 2016. Nell’ambito di questo procedimento giudiziario, di primo grado, svoltosi con rito abbreviato, sono stati condannati per corruzione elettorale l’ex senatore della Repubblica e il suo collaboratore  parlamentare (http://www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo-ecco-le-motivazioni-della-sentenza-che-ha-condannato-papania/). È invece in corso, presso il tribunale di  Palermo, il processo d’appello.

Dalle intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine nate a  seguito di un atto intimidatorio compiuto nel  2011 ai danni di due imprenditori alcamesi, emergeva, infatti, che durante la campagna elettorale delle amministrative di sei anni fa, ad Alcamo, era stata messa su una macchina organizzativa in grado di accaparrare i voti di alcuni elettori (superiori alle 200 unità), necessari all’elezione del candidato al Consiglio comunale dell’Italia dei Valori di Alcamo, Antonio Nicolosi, poi, condannato per voto di scambio nell’ambito del secondo processo dei tre summenzionati, svoltosi con rito ordinario dinanzi al giudice Piero Grillo (http://www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo/). La sentenza è stata emessa il 26 aprile di quest’anno, invece, le motivazioni sono state depositate il 5 maggio scorso. È attorno alla figura del Nicolosi e alla sua campagna elettorale che si sono snocciolate, quindi, le indagini della magistratura trapanese e della distrettuale antimafia. I carabinieri della Compagnia di Alcamo, guidati all’epoca dal tenente Danilo Ferella, come accennato, a seguito di un incendio che coinvolgeva delle autovetture di proprietà degli imprenditori alcamesi Possente, avevano iniziato ad intercettare tale Gaspare Martucci. Dall’ascolto delle conversazioni di quest’ultimo, si apprendeva il piano messo in atto dall’ex collega dell’Arma, in congedo dal 2005, Antonio Nicolosi, per l’appunto, per procacciarsi i voti in vista della sua candidatura alle elezioni amministrative del maggio 2012. Tale disegno è stato reso possibile sia attraverso l’aiuto di alcuni collaboratori che fungevano anche da suoi prestanome, tra cui Giuseppe Bambina, Filippo Renda, Giuseppe Galbo (condannati nel processo dinanzi al giudice Fontana) e Giuseppe Milana (assolto in quello nel quale era coimputato di Nicolosi), sia mediante una macchina organizzativa che consisteva, come succitato, nella fondazione di tre associazioni e un patronato, indispensabili all’accaparramento dei voti per l’accesso del Nicolosi all’interno dell’organo elettivo della città. Un progetto iniziato a novembre del 2011 e conclusosi ad ottobre del 2012, in concomitanza con l’altra competizione elettorale alla quale ha preso parte l’ex carabiniere: quella per l’Assemblea Regionale Siciliana (Nicolosi in questo caso non verrà eletto). Per riuscire nel citato intento venivano, dunque, registrate, nel periodo pre-elettoarale, tre associazioni riconducibili al Nicolosi: l’AIDA, Il Senso della Vita e Legalità e Trasparenza Onlus, con sede in via Veronica Lazio 71, oltre ad un patronato Inpas. Lo scopo di queste associazioni era innanzitutto quello di ottenere l’accreditamento presso il Banco delle Opere di Carità di Palermo e poi le derrate alimentari da distribuire alla popolazione alcamese meno abbiente, mediante un apposito elenco stilato di nomi, dietro la promessa di voto. In attesa di tale accreditamento, che veniva effettuato grazie all’aiuto di Massimiliano Ciccia, le associazioni riconducibili a quest’ultimo anticipavano le derrate da consegnare agli indigenti. Poi, al braccio destro dell’ex senatore del partito democratico veniva girata la lista delle persone alle quali destinare dei pacchi alimentari e da contattare in vista delle elezioni, talora dietro promessa di un posto di lavoro, ad esempio, presso l’Aimeri Ambiente (oggi Energetikambiente), in virtù dell’impegno assunto da Nino Papania nei confronti del Nicolosi. Proprio l’ex parlamentare, infatti, sosterrà la candidatura dell’ex militare dell’Arma all’interno della coalizione di centro-sinistra e dell’allora candidato sindaco Sebastiano Bonventre. Un appoggio reso pubblico durante un incontro elettorale, il cui video è entrato a far parte del procedimento giudiziario. Nel corso del suo intervento, infatti, Nino Papania aveva così affermato “Se Antonio Nicolosi prende impegni questi impegni li prendo io personalmente! Noi in politica ci siamo per questo…Non bisogna mai proprio mai vergognarsi o avere timore del momento del bisogno che si vive… Nicolosi Antonio, che porterete in consiglio comunale, potrà rappresentare insieme a Francesco, insieme a me e fa Sebastiano Bonventre un impegno serio per voi, che io sono venuto qui a garantire con la mia persona e con la mia parola”. I calcoli di Antonio Nicolosi, intercettati dagli ex colleghi, si riveleranno puntualissimi per la sua elezione. L’ex consigliere comunale dell’Italia dei Valori è stato eletto con 400 voti nella lista che appoggiava il candidato sindaco Sebastiano Bonventre, il quale vinse le elezioni del 2012 con 39 voti di vantaggio sul suo rivale: Niclo Solina del Movimento Alcamo Bene Comune. Solina si è costituito parte civile, insieme al Comune di Alcamo e ad un centinaio di elettori alcamesi, in tutti e tre i procedimenti giudiziari scaturiti dall’inchiesta su quella competizione elettorale.

Linda Ferrara

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