Noi naturalmente non abbiamo la competenza per indicare soluzioni circa la risoluzione dei problemi che hanno all’improvviso (?) colpito lo scalo aeroportuale di Trapani. Le nostre testate tuttavia vi ha raccontato gli “infelici passaggi” che si sono susseguiti nel corso degli ultimi mesi e che, diciamolo senza nasconderci nulla, stanno accompagnando lo scalo aeroportuale trapanese verso una china che porta alla sepoltura. La vicenda della quasi rinuncia della compagnia Ryainar che aveva avuto un ruolo (con grande convenienza da parte sua, si capisce) fondamentale nel fare diventare lo scalo trapanese appetibile a tantissimi turisti che poi hanno portato denaro fresco alla asfittica economia della nostra provincia è nota. Il co-marketing, il ricorso contro l’aggiudicazione del bando per le tratte…Alt, stavamo per ricominciare a raccontarvi cose che già sapete e che abbiamo scritto tante volte. Dopo avere contribuito in maniera decisiva alla malattia, la politica si è accostata al capezzale del moribondo affermando di avere le medicine adatte. Di queste salvifiche soluzioni vi abbiamo raccontato. Una però ci sta particolarmente colpendo e, nella nostra ignoranza, vogliamo subito dire che ci trova contrari. Attraverso un tortuoso giro di parole (non mancano mai) e di stanziamenti (questi sono spesso più presunti che reali) ci hanno detto che la soluzione è quella di una specie di accorpamento di natura gestionale tra gli scali di Trapani e di Palermo. Non siamo d’accordo, abbiamo l’impressione che il Vincenzo Florio finirebbe per essere il figlio di un “Dio Minore”. Le decisioni si prenderebbero a Palermo e per Birgi rimarrebbero soltanto le briciole. Ora noi ragioniamo come l’uomo della strada (cosa che peraltro siamo): se fino adesso che abbiamo fatto da soli, tra mille difficoltà ma anche con parecchi buoni risultati che bisogno c’è di “fonderci” con Palermo? I B&B erano pieni di turisti, i piccoli, medi e anche grandi esercizi della ristorazione avevano fatto il “sold out”, tutto l’indotto alimentare e dei trasporti stava raggiungendo vette mai toccate prima, l’occupazione (cosa rarissima) registrava un aumento. Allora chiediamo ai politici: ricollocateci dove eravamo prima della sciagurata sentenza del Tar che ci ha privato della Ryanair, poi si ricominci a pensare come aumentare il cospicuo “bottino” di turisti, allargando ad altre compagnie che si vengano a sommare a quella irlandese. C’è una canzone che crediamo di Renzo Arbore, che dice: più siamo meglio è. Ecco, appunto, ma per favore non toccate nulla. Lasciateci come eravamo fino allo scorso anno.
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