Nel 2012 l’elezione in Consiglio comunale e una rapida crescita che lo ha posto tra le figure più interessanti del Pd di Marsala. Poi le primarie vissute in prima linea a fianco di Alberto Di Girolamo e la successiva decisione di non ricandidarsi a Sala delle Lapidi. In una fase estremamente complessa nella vita del Pd lilybetano, sono in tanti a seguire con attenzione le mosse di Nicola Fici.
Quali sono le sue considerazioni su quanto avvenuto in queste settimane all’interno del Pd?
Da mesi non capisco le dinamiche interne al partito. La nomina di Antonella Milazzo era avvenuta all’unanimità ed era stata condivisa con l’amministrazione comunale. A luglio il direttivo ha deliberato una linea politica che prevedeva l’apertura ad altre forze politiche, come l’Udc. Personalmente non lo ritenevo opportuno, ritenendo preferibile recuperare i rapporti con le forze che avevano sostenuto Alberto Di Girolamo tre anni fa. Poi si è andati avanti senza nessuna novità, facendo passare l’idea che l’apertura era stata solo funzionale alle elezioni regionali. Durante lo spoglio elettorale il sindaco ha deciso di ripristinare il plenum di giunta, nominando Accardi e Baiata senza alcuna condivisione. Durante la campagna elettorale per le politiche si è puntato tutto sulla candidatura di Anna Maria Angileri e sembrava che il partito si fosse ricompattato. Ma a smentire gli intenti che erano stati espressi è arrivata l’approvazione da parte della giunta del Piano Triennale per le Opere Pubbliche. Non capisco perchè Alberto Di Girolamo offra spunti ad altri che vogliono lucrare sul partito per interessi personali. Perchè non dare segnali di apertura per rasserenare gli animi? Mi trovo in forte imbarazzo a valutare quanto accaduto.
Ma Nicola Fici ha votato la mozione della direzione…
Ho votato favorevolmente perchè ritengo che se si fa parte di un partito bisogna rispettarne le regole. Gli assessori dovrebbero rispettare le indicazioni del partito perchè è dal partito che sono stati indicati. Non sono stati eletti come il sindaco, che avrebbe vinto anche con una sola lista, perchè la gente gli riconosceva l’essere persona perbene e la capacità di poter essere un normalizzatore dopo l’uragano Giulia Adamo.
Cosa si fa adesso?
Il partito dovrebbe tornare a parlare di problemi veri e mostrare la capacità di risolverli. Inutile parlare di questioni di principio o di mancanza di dialogo quando è chiaro che spesso chi critica va in cerca di poltrone. Alla gente tutto ciò non interessa. Servono regole chiare per vivere il partito e discutere con la gente, intraprendendo un cammino di crescita. Altrimenti diventa inutile chiedersi perchè l’aeroporto chiude, i lavori del Porto non cominciano e l’unica facoltà universitaria che c’è a Marsala rischia di chiudere.
Che figura servirebbe al Pd?
Antonella Milazzo è stata una figura condivisa da amministrazione e gruppo consiliare. Dovrebbero chiarire loro che figura serve per ritrovare l’unità. Ad oggi non registro disponibilità dalle due parti a trovare soluzioni condivise. Invito il sindaco a tornare a discutere come aveva fatto brillantemente in campagna elettorale.
Cosa può fare Nicola Fici per il Pd?
Penso che nel mio piccolo ho dimostrato come intendo l’interesse per la cosa pubblica. L’ho dimostrato 5 anni fa, ai tempi dell’elezione a consigliere comunale. Invito tutti coloro che si sentono distanti dalla politica e che non hanno condizionamenti e legami a impegnarsi per la città. Io sono legato solo a mia moglie, da 7 anni. Forse è per questo che sono fuori dalla discussione politica. Sono comunque disponibile a dare un contributo, per smuovere la situazione, perchè la città sta attraversando uno dei suoi momenti più difficili. Serve una strategia che permetta a Marsala di risollevarsi, partendo dall’aeroporto e dal turismo. Noi non abbiamo un settore industriale paragonabile a quello del Nord. Il nostro benessere dipende dal turismo: occorre difendere in tutti i modi il nostro aeroporto e valorizzare quello che ci ha donato madre natura.
Tra due anni potrebbe candidarsi a guidare l’amministrazione comunale?
Sono discorsi da fantapolitica. Mi sento di dire che amo la mia città e amo dire il mio pensiero. Sono a disposizione per ogni ruolo, ma non ho obiettivi particolari, né strategie per raggiungere posizioni personali. Il mio obiettivo è coinvolgere un gruppo di giovani per far sì che possano dare un contributo alla città. Altrimenti, ritengo inutile lamentarsi delle cose che non vanno.
Qual è sua valutazione sui tre anni di amministrazione Di Girolamo?
Sufficiente. Ricordo che quest’amministrazione si prefiggeva un grande obiettivo: intervenire sulle piccole cose. Anche lì, però, si registrano ancora tante mancanze, penso all’illuminazione o alle strade dissestate rimaste così com’erano. Mi rendo conto che sarebbe difficilissimo per tutti, ma Alberto Di Girolamo aveva chiesto la fiducia dei cittadini proprio su questo.