Da una Roma sommersa, secondo alcune delle principali fonti d’informazione nazionali, dalla spazzatura e da una capitale del Paese, sempre secondo le stesse fonti, trasformata nella capitale delle buche in strada, rimbalza una notiziona: che fine fanno le monetine lanciate dai turisti dentro la famosa fontana di Trevi? Ci spiega il Tempo, quotidiano leader di Roma che si è distinto (magari a volte a ragione) nel sollevare critiche alla amministrazione 5 Stelle, che c’era una convenzione tra il comune e la Caritas che provvedeva a destinare in beneficenza le somme “pescate” quotidianamente. Si tratta (ma le hanno contate?) di circa un milione di euro l’anno in monete di piccolo, chiamiamolo così, taglio. Il quotidiano capitolino ha lanciato l’allarme e ad un certo punto è sembrato che la sindaca Raggi e i suoi assessori, magari nottetempo, si intascassero gli spiccioli. E’ arrivata la famosa trasmissione di Rete 4 che a Marsala conosciamo bene e ha costruito una puntata con tanto di collegamento dalla fontana. Poi hanno spiegato dal comune che la delibera di convenzione era stata rinnovata ma che dalle forze dell’ordine hanno detto che occorreva stabilire la proprietà delle monetine visto che i ladri che si infilano in acqua ed effettuano il prelievo sono tanti. Quindi monete comunali e convenzione con la Caritas per l’utilizzo. L’abbiamo capito noi perché non lo debbono capire i colleghi de il Tempo e quelli di Rete 4? In un film del genio Totò, lui e De Filippo si vendettero la fontana ad un sempliciotto che credeva di fare un business con le monetine buttate dai turisti. Fin qui solo risate e tanta allegria. Ma leggendo la notizia abbiamo anche pensato alla fine del film quando l’acquirente chiedendo soldi e rivendicando la proprietà della storica fontana, veniva condotto in manicomio con la camicia di forza. Per certuni la legge Basaglia dovrebbe essere abolita.
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