L’abbiamo già scritto: ci sono giorni e date che rimangono scolpiti nella memoria di ognuno di noi. E anche voi certamente ne avete qualcuno nel quale ricordate cosa stavate facendo e dove vi trovavate. Troppo spesso si tratta di ricordi di fatti drammatici. Niente vi cancellerà dalla mente quello che stavate per fare quando la tv diede la notizia dell’attacco alle Torri Gemelle. Chi ha una certa età ricorda anche l’eco del botto che fece saltare in aria l’autostrada vicino Palermo e con essa anche i corpi di Giovanni Falcone e della scorta. A volte ricordiamo che ci sono anche momenti, diciamo così, positivi e non è detto che qualche volta non vi racconteremo la storia di un biglietto dello stadio di Madrid datato 11 luglio 1982… Del 16 marzo 1978 ricordiamo una giornata ventosa, una telefonata con invito a sospendere gli studi e accedere la tv. Domani saranno trascorsi 40 anni da quando in via Fani un gruppo di terroristi fermò la macchina che portava in Parlamento il presidente della Dc Aldo Moro, uccise tutta la sua scorta, e lo rapì. Non faremo in queste nostre note un’ analisi, ormai storica, del momento che attraversava l’ Italia. La crisi economica e sociale aveva portato a scontri anche molto duri tra le diverse componenti, sia in Parlamento che nelle piazze. Enrico Berlinguer capo del partito comunista e Aldo Moro, tagliandosi un “braccio ciascuno” come direbbe un nostro amico, avevano individuato nella collaborazione tra le maggiori forze politiche che rappresentavano, una possibile soluzione. Chi ha vissuto quegli anni sa della divisione in due, anche culturale, di quel mondo. In Italia la Dc “stava” con gli americani, i russi (allora sovietici), erano gli amici del Pci. L’intuizione di Moro e di Belinguer fu quella che nell’interesse del Paese si dovessero superare gli steccati ideologici. Quel progetto (ancora in itinere e lacunoso) fu bloccato sotto i colpi delle mitragliette delle Brigate Rosse. Ci furono in seguito tentativi anche importanti, ma la strada senza Aldo Moro fu ancora più in salita e di lì a poco sarebbe tramontata l’ipotesi di portare a governare assieme i rappresentanti delle due più grandi tradizioni popolari del dopoguerra: quella cattolica e quella comunista. Scusate ci è scappata la mano e abbiamo fatto una, per quanto banale, lettura dell’episodio che ha influenzato la vita politica degli ultimi 40 anni. Ma che volete noi non rinunceremo domani all’idea di pensare che cosa sarebbe accaduto se a dirigere il Paese in quegli anni della nostra giovinezza ci fossero stati Moro, Berlinguer, Zaccagnini e Paietta. Invece, invece poi sono arrivati gli altri, Craxi e Forlani e, scendendo scendendo, Berlusconi e D’Alema fino a Renzi ed Alfano. ( Per la serie non ci siamo fatti mancare nulla…)
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