Lo scorso dicembre una rappresentanza del Consorzio Solidalia di Trapani ha partecipato, presso l’Associazione Centro Astalli a Roma, al seminario conclusivo del progetto “I Get You- Promoting best practices to prevent racism and xenophobia toward forced migrants through community building“, cofinanziato dal Programma Diritti Uguaglianza e Cittadinanza (REC) dell’Unione Europea.
Incontro, partecipazione, sensibilizzazione, educazione, sostegno, intercultura, dignità, ospitalità, sostenibilità e innovazione: sono le iniziative di community building (letteralmente iniziative di costruzione di comunità), alla base della realizzazione delle attività di progetto.
All’incontro è stato presentato il volume “I Get You – Buone pratiche di integrazione di migranti forzati attraverso il community building”. Si tratta di un lavoro di ricerca per scovare le buone pratiche sull’integrazione in Europa, affinché possano essere replicate e adattate ai sistemi nazionali. Grazie ai risultati della ricerca “I Get You” è stato possibile evidenziare che le iniziative di community building incoraggiano incontri tra cittadini e migranti e promuovono modelli originali di collaborazione tra cittadini e autorità locali. Le iniziative su scala ridotta e ben inseriti negli specifici contesti territoriali cambiano anche il modo in cui i cittadini e le amministrazioni interagiscono. I migliori risultati per incoraggiare l’inclusione sociale per migranti forzati e i rifugiati si ottengono quando le autorità locali e i cittadini lavorano insieme per costruire società inclusive in cui tutti siano valorizzati. La ricerca I Get You documenta che, sia pure in un momento di grandi contraddizioni, è in atto un cambio di paradigma nella protezione, accoglienza ed inclusione nel contesto Europeo.
In questo quadro generale si colloca l’iniziativa realizzata grazie ad una sinergia fra Comune di Marsala, il Progetto SPRAR Marsala “I Colori del Mondo” gestito dal Consorzio Solidalia e l’Università di Palermo, sulle Campagne Scavo dell’isola di Mozia, condotte dal Prof. Gioacchino Falsone.
Grazie a dei tirocini formativi e ad una bellissima collaborazione tra Solidalia, Amministrazione ed Università, i rifugiati hanno potuto cosi apprendere le tecniche necessarie ad essere coinvolti nella missione archeologica come membri attivi. Madia, un giovane rifugiato del Senegal racconta che prima della formazione non conosceva neanche il significato della parola italiana “archeologia”, ha dovuto cercarla su internet. Nella sua intervista ha più volte sottolineato come questa esperienza abbia avuto in forte impatto nella costruzione della sua autonomia, specialmente dal punto di vista della socializzazione con gli italiani della sua stessa età. Madia continua dicendo: “mi hanno sempre fatto credere che avrei potuto farlo! E’ stata una sensazione speciale stare in contatto con molti ragazzi e ragazze italiane ed avere la possibilità di mostrare loro quello che so fare. Gli insegnanti mi hanno detto che ho imparato più degli altri studenti con più anni di esperienza. Sono stato davvero orgoglioso di sentirlo”. Sabrina Accardo, Coordinatrice del Progetto SPRAR, sottolinea come questa intesa trasversale con più attori del territorio, faccia parte di una strategia più generale che caratterizza il Progetto Sprar Marsala e il lavoro fatto in questi anni sul territorio grazie alla collaborazione dell’Amministrazione locale: “l’obiettivo è quello di creare nuove partnership sul territorio, al fine di facilitare percorsi d’inclusione per i rifugiati che decidono di stabilirsi sul nostro territorio e investire sia da un punto di vista relazionale umano, ma anche lavorativo ed economico. Essere stati selezionati – prosegue Accardo – per aver realizzato un’attività definita come Buona Prassi, insieme ad altre cinque realtà in tutta Italia ed aver portato la nostra esperienza a livello Europeo premia il nostro costante tentativo di pensare al di fuori degli schemi, di provare nuove possibilità, cercando sempre nuove collaborazioni anche con partner che non sono direttamente coinvolti nell’accoglienza dei rifugiati”.
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Nelle foto:
Sabrina Accardo, Coordinatrice progetto Sprar Marsala
Chiara Peri, Centro Astalli Roma (responsabile del Progetto I Get You, in Italia)
Pietro Giammelaro, Dipartimento di Storia Cultura e religione, dell’Università Sapienza di Roma (ha rappresentato l’Università di Palermo nello specifico il Professore Falsone).
Islam Dogar, ex beneficiario dello SPRAR che ha partecipato alla prima Campagna Scavi 2016 nell’Isola di Mozia.