Alcamo: approvati in Consiglio quattro debiti fuori bilancio concernenti cause di lavoro di dipendenti a tempo determinato dell’ente

redazione

Alcamo: approvati in Consiglio quattro debiti fuori bilancio concernenti cause di lavoro di dipendenti a tempo determinato dell’ente

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mercoledì 27 Settembre 2017 - 17:14

Circa 50 mila euro è l’ammontare del risarcimento del danno che il Comune di Alcamo dovrà sborsare nei confronti di quattro c.d. contrattisti che nel 2013 avevano fatto ricorso al giudice del lavoro. Nel corso della seduta consiliare di ieri sera sono state approvate anche due mozioni presentate dall’opposizione. Dai banchi della maggioranza, invece, è stato annunciato il nuovo capogruppo pentastellato, Francesco Viola. Il consigliere comunale dei 5 stelle è il più giovane esponente politico all’interno dell’Aula Falcone-Borsellino.

Ci sono volute ben tre convocazioni del Consiglio comunale per poter affrontare il riconoscimento dei debiti fuori bilancio approvati ieri sera dall’organo elettivo. Infatti, il rinvio del punto all’ordine del giorno, per discutere insieme i quattro debiti, era stato voluto dall’unanimità dei presenti dell’Aula consiliare in occasione di una prima convocazione, e per una questione di improcedibilità, nel caso di una seconda. Si è dovuto quindi giungere ad una terza seduta per potere trattare complessivamente i debiti fuori bilancio concernenti lo stesso argomento: le quattro sentenze identiche del giudice del lavoro di Trapani che ha accolto, lo scorso gennaio, il ricorso risalente al 2013, di quattro dipendenti a tempo determinato del Comune di Alcamo. Nello specifico, il riconoscimento del danno, da parte del magistrato, ha riguardato l’illegittimità del termine apposto ai contratti, pari a 10 mensilità della retribuzione percepita dai lavoratori a tempo determinato dell’ente. L’ammontare dei quattro debiti riconosciuti ieri sera dal Consiglio Comunale è di 47.359,63 euro. Non sono state ritenute ammissibili dal giudice, invece, le altre richieste dei ricorrenti, ed esattamente: la nullità ed inefficacia della clausola del contratto individuale di lavoro a termine che vieta la conversione dello stesso a tempo indeterminato; la dichiarazione che il rapporto di lavoro con l’ente avesse superato i 36 mesi tra proroghe e rinnovi; che quello contratto con il Comune di Alcamo fosse un lavoro a tempo indeterminato, chiedendo la reintegra nel posto di lavoro nelle medesime mansioni e qualifiche come prima del licenziamento e al risarcimento del danno per le retribuzioni omesse; infine, il risarcimento del danno pari alla retribuzione che, secondo i lavoratori ricorrenti, sarebbe loro spettata dall’interruzione del rapporto di lavoro fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Contro la sentenza emessa il Comune di Alcamo ha presentato appello, la cui udienza è stata fissata il 20 settembre del 2018. Infatti, poiché il rapporto di lavoro non è mai stato interrotto in questi anni tra la pubblica amministrazione alcamese e i lavoratori ricorrenti, secondo l’avvocatura comunale, anche l’ultima richiesta non avrebbe dovuto trovare l’accoglimento del giudice del lavoro. I contratti stipulati dall’ente nel 2004, concernenti tali lavoratori a tempo determinato, se da un lato rispondevano allora alla necessità di colmare alcuni vuoti in organico all’interno del Comune, dall’altro hanno costituito “un’asserita abusiva reiterazione di contratti a termine” alla quale da troppi anni l’amministrazione alcamese ha fatto ricorso. Dal 2002 al 2007, è stata riconosciuta la legittimità dei contratti a termine per valide ragioni organizzative, dal 2008 in poi, invece, il giudice ha ritenuto valido il motivo di censura della reiterazione. Per tale motivo, dunque, è stato riconosciuto solo il risarcimento pari ad un’indennità omnicomprensiva di dieci mensilità dell’ultima retribuzione globale, di fatto dal 2008 ad oggi, in quanto non può essere applicata alla pubblica amministrazione la sanzione della conversione del contratto a tempo indeterminato. Tutti e quattro debiti fuori bilancio sono stati approvati dal Consiglio comunale con 19 voti favorevoli ed un astenuto (Rita Norfo dell’UDC). Nessun voto contrario. Stessa sorte ha seguito l’immediata esecutività.

Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale dell’Unione dei Democratici Cristiani, Saverio Messana: “Questa è una discussione importante perché questa situazione potrebbe portare a guai finanziari per il Comune”. Inoltre, l’esponente dell’UDC ha affermato “Questi sono quattro debiti fuori bilancio che possono incidere per il prossimo ventennio”. L’avvocato Giovanna Mistretta, interpellata dal consigliere comunale Messana, ha chiarito la situazione di questi lavoratori precari all’interno del Comune di Alcamo “Sicuramente si deve fare il concorso. Per queste categorie contrattualizzate, C e D, sia a livello nazionale, che a livello normativo della Regione siciliana, è stata prevista la c.d. stabilizzazione che, comunque, deve essere preceduta da una forma concorsuale, più semplice nelle forme. Ancora dobbiamo vedere come muoverci in questo meandro di norme. Però, sicuramente, c’è una procedura concorsuale”. Il dirigente Mistretta ha, inoltre, precisato che il contributo regionale per tali lavoratori è pari all’80%, mentre sulla stabilizzazione ha dichiarato che “la Regione sul consolidato 2015 conserverà il contributo per cinque anni. Se stabilizziamo chiaramente”. La consigliera Rita Norfo, invece, nel suo intervento ha voluto ribadire la richiesta fatta in precedenza dal presidente del Consiglio comunale Baldo Mancuso, alla quale non era stata data risposta fino a quel momento, concernente la causa scatenante il ricorso dei dipendenti “Se qualcuno sa qualcosa la dica”, ha affermato l’esponente dell’UDC. Stessa istanza da parte del grillino Nino Asta: “Lei mi sta dicendo che non c’è stata alcuna lettera di licenziamento da parte del Comune di Alcamo verso questi attori?”, ha dichiarato il consigliere comunale rivolgendosi alla dirigente competente in materia. “Questa è storia consigliere Asta. Lei sa che sono da due mesi alla direzione 2. In effetti, paventando un mancato finanziamento da parte della Regione il dirigente pro tempore delle risorse umane (Marco Cascio n.d.r.), cautelativamente, potendolo fare, perché era legittimo, mandò una lettera nella quale disse che non sarebbero più stati rinnovati i contratti. Lettera che poi è stata revocata”, ha asserito l’avvocato Giovanna Mistretta. In seguito, il legale del comune ha aggiunto “Quando il dirigente pro tempore scrisse questa lettera, erano ancora in essere i contratti”, e secondo quanto riferito sempre in Aula dalla dirigente “Nessuna interruzione sul piano del lavoro vi è mai stata”.

Il dibattito si è acceso dopo un primo intervento del sindaco Domenico Surdi, succeduto dal contributo del consigliere dell’UDC Saverio Messana. “Io non sono contento della sua risposta sindaco. Mi creda l’analisi che ha fatto lei ci sta, ma lei ha parlato degli anni precedenti, che ogni anno si è fatto quasi un abuso per andare a riprendere i contratti anno dopo anno. Ma lei, lei come amministrazione, vuole continuare ad abusare oppure vogliamo vedere dopo questi fatti come siamo messi? Perché, parliamoci chiaro, io vorrei capire, vorrei capire stasera. Guardi che fra sei mesi, fra un anno sarà troppo tardi, glielo dico io. Abbiamo qua problemi seri. O la discutiamo sta cosa stasera…iniziamo a discuterla in maniera seria, perché mi pare che stiamo andando al fora fora, signor Sindaco”. Non si è fatta attendere la replica del primo cittadino “Oggi stiamo parlando di quattro debiti fuori bilancio e, quindi, di quattro sentenze che possono essere totalmente ribaltate. Quindi, se si vuole parlare del piano assunzionale, io sono pronto a rispondere a delle interrogazioni, a qualsiasi tipo di sollecitazione, a qualsiasi tipo di provocazione o di ragionamento politico. Però, oggi stiamo parlando di quattro sentenze e io non posso ribadire che queste quattro sentenze ad oggi non hanno il sigillo della definitività”. Poi, il sindaco ha aggiunto “Quando saranno delle sentenze definitive, allora, sotto il profilo tecnico avrò un dato in più. Sotto il profilo politico, l’amministrazione parla, e quando si tratta di personale lo abbiamo fatto più volte. Oggi, siamo fuori tema, a meno che non vi piace riascoltare quanto più volte ho detto io o l’assessore Butera. L’amministrazione parla anche con il DUP, che abbiamo proposto e che ad oggi è stato approvato, parla con il Piano triennale del fabbisogno del personale che, come più volte abbiamo anticipato, sarà di nuovo rimaneggiato perché per fortuna abbiamo questa triplicazione della capacità assunzionale”.

Il Consiglio comunale ha deliberato, durante la stessa seduta, la mozione presentata dal gruppo consiliare ABC-Alcamo Cambierà sul Piano delle insegne pubblicitarie. Già presentata nel settembre 2016 era stata bocciata dalla maggioranza. Ieri è stata approvata all’unanimità dei presenti. Anche la mozione presentata da Sicilia Futura, e nello specifico dal consigliere comunale Giovanni Calandrino ha avuto stessa sorte. In questo caso, però, è stato presentato un emendamento del Movimento 5 stelle, votato solo dalla maggioranza. Infatti, i consiglieri comunali dell’opposizione si sono astenuti. Nel corso della seduta è stato annunciato il nuovo capogruppo dei grillini, Francesco Viola. Il consigliere comunale dei 5 stelle è il più giovane esponente politico (20 anni) all’interno dell’Aula Falcone-Borsellino. Dalla seduta di ieri, come comunicato all’inizio dei lavori dal presidente del Consiglio comunale, Baldo Mancuso, è stato introdotto il magnetofono che registrerà integralmente le discussioni in aula, favorendo la redazione dei futuri processi verbali.

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