“Sono circa 200 ogni anno le donne vittime di violenza, di cui l’80% degli abusi si sviluppano in ambito familiare”. Lo ha diffuso una nota dell’Asp di Trapani ma sono dati nazionali molto preoccupanti se consideriamo che le donne che chiedono aiuto rappresentano un numero anche maggiore. I dati Istat rivelano che tra le donne, il 78% di quelle che hanno subito stalking, non si è rivolta ad alcuna istituzione, cifre irrisorie sono quelle che hanno denunciato agli organi di polizia o a un avvocato e ancor meno ad un Centro Antiviolenza. Poca informazione? Paura? Mentalità? Sì, tutto è lecito. Giorni fa, in vista del caso di cronaca nera che ha visto un marito uccidere a coltellate la moglie a Nubia, abbiamo intervistato le operatrici del Centro Antiviolenza “La Casa di Venere”, il primo nato a Marsala, che quotidianamente aiuta, accoglie e, nei casi più gravi, rifugia una vittima di violenze. Una realtà che fa parte della rete dei centri antiviolenza siciliani che affronta dei casi drammatici. Abusi fisici e psicologi, visibili o meno, radicati in una cultura, figlia di una società patriarcale, che ancora oggi, nel 2016, persiste.
Donne, appartenenti a qualsiasi ceto sociale, che fanno fatica a denunciare il marito, il padre, il fratello, il fidanzato o il datore di lavoro, non solo per i motivi sopracitati ma anche perché spesso pensano “…che smetterà”, che l’amore prevale… ed invece non è un amore “sano”. E’ un amore “malato”. E’ il male si cura alla radice. Si cura entrando nelle scuole e parlando ai ragazzi e alle ragazze, facendo capire loro quali sono i primi segnali, le avvisaglie di un mancato rispetto, di una molestia, di un abuso. L’Asp di Trapani ha in questi giorni avviato un progetto denominato “La prevenzione della violenza sulla donna – Cambiamenti” che vede la collaborazione di Enti ed Istituzioni, anche delle scuole. Le azioni previste sono orientate ad una formazione per 40 ragazze degli istituti scolastici coinvolti. Questo va bene ma non si deve assolutamente trascurare la figura del ragazzo. Perché anche nel suo comportamento maschilista o violento verso l’altro sesso, si può celare una vicenda familiare difficile e a sua volta fatta di abusi. Proprio ieri, alla vigilia della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi, l’apposita Commissione in seno alla Camera dei Deputati, ha approvato un emendamento alla legge di bilancio per cui saranno destinati 5 milioni di euro all’anno alle vittime di violenze di genere e ai loro figli. Somme destinate al Pianto Antiviolenza, ai centri, ai servizi territoriali. Un passo importante che deve portare ad una riflessione collettiva e ad un pensiero nuovo.