Spagna-Italia 3 a 0

Claudia Marchetti

Marsala

Spagna-Italia 3 a 0

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martedì 25 Ottobre 2016 - 06:30

La Spagna, a ben guardare l’ultimo decennio, da Zapatero ad oggi, seppur con le dovute differenze, si appresta ad essere sempre più la cugina “virtuosa” dell’Italia. Innanzitutto le crisi che sono state vissute e combattute in maniera diversa: la Spagna puntando su turismo e su prezzi modici, l’Italia puntando esattamente su un’opposta politica economica. Entrambi i paesi peraltro, hanno varato una riforma sulla trasparenza amministrativa che, se nella nazione iberica funziona a pieno regime, nello Stivale cela limitazioni tali da far annullare ogni libera interpretazione della legge. Anche la situazione politica non è delle migliori: apparentemente entrambi i paesi sono ingovernabili. In Italia, le ultime elezioni democratiche – quelle che hanno visto gli elettori chiamati al voto – risalgono al 2013. Allora, vinse la coalizione di Bersani, “Italia Bene comune”, di poco avanti rispetto al centrodestra di Silvio Berlusconi tornato in pista dopo le dimissioni da premier del 2011. Ma il muro dell’ingovernabilità lo hanno decretato i numeri ottenuti dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e il buon 10% di Mario Monti. Non trovando nessun accordo, da allora solo governi tecnici, prima quello Letta e poi quello Renzi.

Ad oggi la situazione non è cambiata e nonostante i numeri dicano altro, Renzi continua a governare almeno fino al prossimo dicembre, quando il popolo sarà chiamato ad esprimere una preferenza al referendum sulla riforma elettorale. Cosa accadrà dopo, vista la fantasia dimostrata negli ultimi anni, resta al momento un mistero. Anche la Spagna ha vissuto mesi di stallo politico. Il Pp di Rajoy ha ottenuto 137 seggi in Parlamento ma ha il fiato sul collo del PSOE del dimissionario Sanchez (che non ha trovato un accordo né con la destra né con il nuovo movimento di Iglesias), dell’avventura Podemos (un’avanzata come i 5 Stelle) e del buon 13% dei centristi Ciudadanos. Ma dopo questa “vacanza” di governo, i socialisti hanno ceduto e deciso di astenersi in sede d’investitura dando il via al “parlamentarino”, così viene definito, insomma un Rajoy 2. Ovviamente il leader di destra non avrà vita facile e si è già detto pronto a collaborare; d’altro canto andare al voto in questo momento sarebbe un pericolo per il PSOE… ma almeno in questo modo si tenta di governare un paese allo sbando. Prova comunque di generosità. In Spagna è finita l’era del bipartitismo, in Italia inizierà l’era del cinghiale bianco?

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