La ministra Maria Elena Boschi ci ha fatto sapere, durante una articolata intervista Tv, che i “veri partigiani” voteranno Sì al referendum costituzionale. Altri, tra questi i rappresentanti dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani), hanno invece confermato il loro No, tra loro, non pochi “veri partigiani”. Noi abbiamo riportato l’eco di questa polemica (ci sia consentito definirla inutile) giunto fino alla nostra città, intervistando, nei giorni scorsi, il presidente della sezione marsalese dell’Anpi Pino Nilo, che alla ministra Boschi non le ha certo mandato a dire… Oggi i “veri partigiani”, quelli formalmente riconosciuti dalla Repubblica sono ridotti, per problemi anagrafici, ormai a poche decine di unità. Non dovrebbe essere difficile individuarli e chiedere direttamente a loro cosa pensino della riforma costituzionale e se e come intendano votare al prossimo appuntamento di ottobre. Nel frattempo sarebbe anche il caso di evitare di equiparare, come ha fatto la ministra renziana, il No dell’Anpi e quello di Casapound. Mai come in questo caso, da parte di tutti, sarebbe opportuno non usare le parole come manganelli mediatici. In attesa di conoscere il risultato del voto dei “veri partigiani” (noi intanto chiediamo al presidente Pino Nilo di farci sapere quello dei marsalesi), sarà il caso che l’Autorità di garanzia delle Comunicazioni, la commissione parlamentare di Vigilanza e il Consiglio di amministrazione della Rai, dispongano il rispetto del principio delle pari opportunità tra le ragioni del Si e quelle del No. Questo prevede la legge e questo si deve pretendere, anche perché il voto riguarda la costituzione e non il regolamento di un condominio, almeno su questo dovrebbe esserci l’unanimità non solo tra “veri partigiani”, ma persino tra quelli “finti”.
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