La crisi dell’agricoltura nelle nostre zone: vertice romano per la Cgil

Gaspare De Blasi

La crisi dell’agricoltura nelle nostre zone: vertice romano per la Cgil

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giovedì 21 Gennaio 2016 - 06:45

Organizzato dai vertici sindacali nazionali, si sta tenendo a Roma in questi giorni una importante riunione che riguarda tutto il comparto del settore agricoltura. Si tratta di un incontro che ha come tema i finanziamenti europei che potrebbero essere una vera e propria boccata d’ossigeno per tutto il settore che traversa un momento difficile. “Stiamo discutendo del prossimo Psr che, recepito dalle norme della regione Sicilia, porterà possibili finanziamenti importanti nel settore dell’agricoltura e per quello che riguarda la nostra provincia, in quello della vitivinicoltura in particolare – ci dice il sindacalista della Cgil Andrea Vanella che si occupa del tema in provincia di Trapani- . Ci saranno a breve dei bandi per l’assegnazione di notevoli somme. È opportuno che i piccoli produttori si facciano trovare pronti” . Vanella, che è segretario provinciale dell’Associazione Lavoratori Prodotti Agricoli e Alimentari, affronta il tema dall’ottica dei lavoratori che, come lui stesso afferma, rappresentano il 100% della forza impiegata e che dal punto di vista economico sono il terminale di pochi punti di percentuale di guadagno. “Il grosso di quello che il settore mette in movimento va appannaggio delle Cantine Sociali. Noi contestiamo il modo poco trasparente come le stesse vengono gestite. Il prezzo del vino per esempio – continua – viene stabilito in una specie di regime di monarchia. L’uva oggi viene pagata all’agricoltore che la produce all’incirca lo stesso prezzo di quanto veniva pagata decenni anni fa. A fronte dell’aumento di tutto l’indotto ecco perché il produttore oggi abbandona i campi: proprio perché non ce la fa più”. Da più parti però si parla di un rilancio dell’attività produttiva specialmente nel settore vitivinicolo: “…e a fronte di questa rinnovata richiesta del nostro prodotto afferma ancora Vanella – i contadini sono costretti a vendere i loro diritti d’impianto (i cosiddetti catastini). Un motivo ci deve essere. Il prodotto confezionato dalle piccole e medie di Marsala e Petrosino viene sempre più apprezzato anche all’estero, ma il terminale ultimo che dovrebbe essere il contadino ne beneficia poco o niente”. Insomma sembra che il sindacato ce l’abbia con le Cantine. “Non con tutte evidentemente – continua l’esponente della Cgil -, ma alcune sono amministrate con metodi e sistemi che forse andavano bene decenni fa. Spesso constatiamo che ci sono cantine sociali che hanno lo stesso consiglio di amministrazione composto da uomini che le dirigevano già decenni addietro. Ultimamente abbiamo avuto un incontro con un presidente che è in carica da tanti anni. E’ chiaro che sul fronte dell’innovazione e della ricerca di nuove strade, il settore è davvero indietro”. Fermo restando che anche dirigendo settori importanti come quello dell’agricoltura si può essere innovativi anche facendolo da decenni, constatiamo che la Cgil di Trapani ha individuato alcuni “mali” che affliggono la vitivinicoltura nella nostra zona. “L’età media dei lavoratori è la più vecchia tra quanti si occupano di attività produttive – afferma Vanella -. I giovani non si vedono attratti da un lavoro faticoso e che lascia un reddito veramente misero, quando addirittura non sono costretti a lavorare in perdita. O si inverte questo andazzo o l’agricoltura siciliana rischia di scomparire”. Per quanto riguarda i rapporti con gli enti pubblici, il sindacalista punta il dito sulla regione Sicilia che non opera i controlli sulla trasparenza della gestione delle cantine. “Operano in regime di “sistema chiuso” – afferma ancora Andrea Vanella riferendosi alle cantine –, stabilendo prezzi di acquisto della materia prima che non sono per nulla convenienti per gli agricoltori”. C’è poi l’aspetto della commercializzazione dei prodotti. Non a caso l’attività giudiziaria ha più volte puntato l’interesse su centri di accumulo di prodotti della terra. “Esatto – conclude il presidente provinciale della Cgil che si occupa di agricoltura -. Consigliamo ai nostri associati di “ammassare” i loro prodotti presso grossisti che hanno una onestà tale da non fare dubitare che dietro possa esserci un qualche interesse della malavita organizzata”

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