Un piccolo gioiello, che si inserisce nella tipologia neoclassica dei teatri ottocenteschi siciliani, il Teatro Comunale “Sollima” di Marsala, recentemente restituito alla fruizione cittadina, ha ospitato sabato 9 gennaio lo spettacolo “Ti amo …. da morire”. Si tratta di una pièce teatrale che le socie Lions dei Club Termini Imerese Host, Termini Himera Cerere e Leo, con la sapiente regia di Mimmo Minà, hanno realizzato, regalando al pubblico marsalese un significativo esempio di come si possano ottenere grandi successi, quando l’arte incontra la solidarietà. Il Presidente del Lions Club Marsala, Vincenzo Menfi, che ha fortemente voluto che lo spettacolo andasse in scena anche nella Città lilybetana, ha salutato e ringraziato il numeroso pubblico presente. Antonella Pantaleo, in rappresentanza della LCIF ha evidenziato, soprattutto a beneficio dei non adepti, l’importanza e le dimensioni dell’attività condotta dai volontari Lions, uomini e donne, presenti, ogni giorno, ovunque ci sia un bisogno. Particolare risalto ha riservato alla campagna di sensibilizzazione “one shot one life”, mission a cui verranno destinati i fondi raccolti in occasione di questo spettacolo. Ha concluso i saluti il PDG Franco Amodeo, che, ringraziando il gruppo di donne Lions e Leo, ha sottolineato l’importanza della partecipazione femminile, auspicando che questa aumenti ulteriormente, all’interno della grande famiglia lionistica. Il pubblico ha seguito con grande attenzione ed apprezzato la lettura dei brani, sottolineando con spontaneità e prolungati applausi, le emozioni che le “attrici per una sera” come le ha definite il PDG Amodeo, hanno saputo suscitare. I brani letti, raccontano, tra il tragico ed il comico, le donne tristemente rese note dalla cronaca nera, raccontano di “amori” malati e invocano una campagna di sensibilizzazione perché sempre di più si rifletta e si ponga rimedio a questa terribile piaga sociale. Non è certo impresa semplice riuscire a rendere con ironia, una tematica così impegnativa come il femminicidio che, purtroppo, ha assunto dimensioni inaccettabili per l’attuale società “civile”. Anche un solo caso di femminicidio è un caso di troppo, da combattere con ogni mezzo. Ma ancora più a monte va combattuta una “mentalità” arcaica che fa si che molte donne non denunciano le violenze subite, non sempre e non solo per paura, ma spesso perché portate a giustificare chi di quelle violenze è autore o, peggio ancora, per convenzioni sociali che portano a vivere con vergogna la denuncia. E’ su questo fronte che si può e si deve fare molto.
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