La chiamavano morosità

Vincenzo Figlioli

Apertura

La chiamavano morosità

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venerdì 15 Gennaio 2016 - 06:30

La parola con cui si apre questo 2016 siciliano è “morosità”. Ma, per una volta, non sono i cittadini a vedersi recapitare cartelle esattoriali o avvisi di pagamento, ma i deputati regionali e i Comuni. Le notizie delle ultime settimane hanno infatti regalato un’insolita copertina alla società partecipata “Riscossione Sicilia”, che attraverso il suo amministratore, Antonio Fiumefreddo, ha riferito di aver stilato un elenco di 61 componenti dell’Ars alle prese con rateizzazioni e pignoramenti. Immediate le risposte stizzite da parte dei deputati regionali coinvolti, chiaramente preoccupati per l’inizio di una nuova offensiva mediatica dopo quella riguardante le “spese spazze” dei gruppi parlamentari. Qualche giorno dopo, Riscossione Sicilia ha stilato un altro elenco, comprendente 185 Comuni siciliani, anch’essi pesantemente indebitati con l’ente guidato da Fiumefreddo. Secondo il partito dei mal pensanti, alla base di questa doppia offensiva potrebbe esserci la volontà, da parte del governo Crocetta, di tenere sotto scacco Ars e Anci Sicilia (con cui le frizioni sono state molteplici). Come dire: so di essere debole e per rafforzare la mia posizione ho bisogno di indebolire gli altri. Tuttavia, i numeri sono numeri e i debiti sono debiti. Per cui, è giusto che i deputati regionali e le pubbliche amministrazioni si mettano in regola esattamente come chiedono di farlo ai cittadini o alle imprese in arretrato con il pagamento delle tasse. Se poi si riuscisse ad incidere in maniera più sostanziosa sui privilegi, le indennità, gli sprechi e i premi produzione, allora si potrebbe anche cominciare a ridurre quel famoso scollamento tra le istituzioni e i comuni mortali. Il massimo, sarebbe riuscire ad aumentare anche il tasso di efficienza di politici e burocrati. Ma per quello, fatte salve le solite lodevoli eccezioni, occorrerà un reale ricambio generazionale. Sempre che non passi troppo tempo e che qualcuno tra i giovani più talentuosi e preparati abbia ancora voglia di scommettere sull’Italia e sul suo futuro.

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