Differenze fra genitori, educatori, allenatori

Claudia Marchetti

Differenze fra genitori, educatori, allenatori

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lunedì 05 Ottobre 2015 - 17:57

“Lo Sport è scuola di vita. Voi considerate vostro figlio un bambino di 13-15-17 anni. Noi consideriamo i vostri figli persone di 13-15-17 anni. Voi considerate vostro figlio NON capace di prendere decisioni perché bambino. Noi consideriamo i vostri figli persone capaci di prendere decisioni, e sul campo pretendiamo che prendano decisioni, soffriamo quando prendono quelle sbagliate … cerchiamo di correggerli, ma non le prendiamo mai per loro. Voi volete risolvere tutti i problemi di vostro figlio, se va male a scuola gli prendete qualcuno per le ripetizioni, se il professore è severo e da tanti compiti andate a parlare con lui lamentandovi, se l’allenatore urla o tira una pedata nel sedere … apriti cielo … tutto questo anche se vostro figlio è sereno … voi volete essere protagonisti della vita di vostro figlio. Noi invece non vogliamo e non possiamo risolvere i problemi dei vostri figli, ogni giorno cerchiamo di allenarli fisicamente e mentalmente per dare loro gli strumenti per poter risolvere i problemi, noi non possiamo andare in campo al loro posto e per fortuna neanche voi, almeno hanno un posto dove crescere in modo autonomo. Noi non possiamo proteggerli dall’avversario, diamo loro gli strumenti per affrontarlo, noi non vogliamo giocare al loro posto, noi vogliamo che loro siano i protagonisti della loro vita … e quando c’è da raccogliere i frutti noi ci nascondiamo (nelle foto dei successi dei vostri figli noi non ci siamo). Voi spesso sottolineate che vostro figlio è stanco e allora volete che salti un allenamento, che non vada a scuola perché è rientrato tardi dalla partita, perché si addormenta sul divano etcetc, senza considerare che indebolite la sua forza mentale. Noi invece esortiamo i vostri figli a superare l’ostacolo della stanchezza, a tenere duro e provare a superare i propri limiti per ottenere un miglioramento, di tenere forte 2 azioni anche se hanno il carico sulle gambe di una partita intera, di ragionare anche se hanno speso tanto, cerchiamo di fortificare la loro resilienza la loro forza mentale perché essa è allenabile sull’aspetto fisico invece abbiamo massima attenzione e sappiamo identificare quando una ragazzo è stanco fisicamente e va fermato, la nostra priorità non sono le partite, ma i vostri figli. Voi difficilmente accettate il fallimento di vostro figlio, se ha un debito è un dramma, se prende un brutto voto è un dramma … e se per caso viene bocciato … Noi invece accettiamo le sconfitte se sono il frutto di uno sforzo massimo, e insegniamo ai vostri figli che la cosa importante è uscire dal campo avendo dato tutto, avendo fatto il massimo delle proprie possibilità, ad uscire dal campo consapevoli di aver fatto il proprio dovere … quando così non è allora ci arrabbiamo, ma non per la sconfitta, solo per il modo in cui essa nasce la cosa incredibile è che i vostri figli si rendono conto di questo e a volte non hanno bisogno di essere puniti … per noi sono persone capaci di valutare e da soli cercano di risolvere il problema … noi li spingiamo ad assumersi le responsabilità delle loro azioni. Voi spesso non sopportate le regole, da voi definite rigide, che noi diamo a vostro figlio, a volte avete anche consigliato a vostro figlio di darci una scusa o inventarsi una “balla” per sviare queste regole. Noi invece diciamo ai vostri figli che le regole vanno rispettate, perché in un gruppo non si è soli e il rispetto verso l’altro è la base, ormai ovunque si parla di senso del diritto, noi trasmettiamo il senso del dovere … e devo dire che lo sport è rimasto da solo a trasmettere questo senso del dovere e capacità di capire che ogni scelta comporta un seguito … e i problemi vanno affrontati. Voi spesso trasmettete a vostro figlio che giocare nella squadra è un diritto, e quando lui non gioca allora lascia, non lotta. Noi invece facciamo capire che il diritto che hanno è di essere seguiti e di ricevere lo stesso insegnamento, ma i frutti raccolti sono diversi perché gli alberi sono diversi e nello sport le differenze fisiche, tecniche, mentali, fanno la differenza e sono importanti … ma ognuno ha un ruolo e quando una ha consapevolezza di ciò che è allora può esprimersi al meglio e soprattutto migliorare. Noi diciamo la verità ai vostri figli, anche se è sappiamo possa farli barcollare, ma non possiamo mentire nei loro confronti … siamo li però a indicargli la strada per poter migliorare e rialzarsi. Noi facciamo capire ai vostri figli che è importante impegnarsi per ottenere il massimo … ma a volte non è sufficiente e si perde ugualmente. Voi amate vostro figlio. Noi amiamo i vostri figli”.
*Nota di redazione: il presente articolo, divulgato sul nostro portale su iniziativa di Felice Licari (Educatore Coni – Pgs) è stato originariamente scritto da Enrico Rocco e pubblicato sul suo blog

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