I legali di D'Alì: "Il senatore non fece alcuna pressione per il trasferimento di Linares"

Vincenzo Figlioli

I legali di D'Alì: "Il senatore non fece alcuna pressione per il trasferimento di Linares"

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giovedì 01 Ottobre 2015 - 16:16

All’indomani dell’udienza del processo d’appello che vede imputato per associazione mafiosa il senatore Antonio D’Alì, caratterizzata dalla deposizione di un’articolata memoria difensiva da parte del pg Gozzo, si registra un intervento da parte dei legali del parlamentare trapanese, gli avvocati Stefano Pellegrino e Gino Bosco. I due professionisti confermano l’esistenza della prova positiva, già accertata in sentenza, della totale estraneità ai fatti del loro assistito. In particolare, commentano i difensori: “dissentiamo fermamente dall’ipotesi di accusa della Procura Generale di Palermo nei confronti del Senatore D’Alì, che non tiene conto di quanto accertato già giudizialmente”. “Affermiamo – continuano Pellegrino e Bosco – che gli atti processuali, compresi quelli prodotti quest’oggi dal Procuratore Generale, escludono, senza ombra di dubbio, qualsiasi interferenza o pressione presso i vertici della Polizia da parte del Senatore D’Alì finalizzata al trasferimento del Dottore Linares. Per tale ragione, escludiamo ogni pretesa valenza accusatoria della produzione della Procura Generale, considerato che le dichiarazioni rilasciate dall’ex Capo della Polizia De Gennaro, sia a noi Difensori che al Procuratore Generale, rappresentano piuttosto la prova documentale dell’assoluta correttezza ed estraneità ai fatti del D’Alì. Riteniamo, pertanto, gravemente fuorviante ogni notizia di stampa diversa dalle risultanze degli atti processuali ed, in particolare, dal contenuto delle dichiarazioni del Dottore De Gennaro, che ci premureremo di consegnare integralmente agli organi d’informazione”.
A tal riguardo, i due avvocati allegano alla nota inviata agli organi di stampa la trascrizione delle audizioni dell’ex Capo della Polizia, effettuate da accusa e difesa.


Il 28 giugno 2011, rispondendo a una domanda dell’avvocato Stefano Pellegrino, De Gennaro nega di aver mai subito pressione da parte di D’Alì nel periodo in cui il parlamentare di Forza Italia ricopriva il ruolo di Sottosegretario agli Interni.
Domanda: “E’ in grado di riferire se nel periodo in cui è stato incaricato come Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, il senatore D’Alì le abbia direttamente richiesto o abbia sollecitato suoi interventi volti ad ottenere trasferimenti e/o promozioni riguardo il personale della Polizia di Stato o del Ministero?”
De Gennaro: “Non escludo che nel periodo in cui il senatore D’Alì espletava le funzioni di Sottosegretario, lo stesso possa avermi direttamente o indirettamente tramite suoi collaboratori chiesto notizie in ordine a posizione di funzionari della Polizia di Stato, ma non in termini di richieste di “interventi” nel senso di pressioni. E’ verosimile che, in quanto parlamentare interessato al suo collegio elettorale, il senatore D’Alì possa avermi richiesto anche il potenziamento degli organici o il rafforzamento delle strutture di Pubblica Sicurezza nella provincia di Trapani”.



Il 16 luglio 2015, De Gennaro è stato invece sentito presso gli uffici della Procura Generale della Repubblica, a Palermo, dal Procuratore Generale Roberto Scarpinato e dal Sostituto Procuratore Generale Domenico Gozzo. In questo caso, l’ex Capo della Polizia è stato chiamato a rispondere su eventuali pressioni da parte di D’Alì per il trasferimento da Trapani del capo della squadra mobile Linares.
De Gennaro: “Ho potuto consultare gli atti di allora ed ho verificato che il dottor Linares – per motivi di sicurezza – era stato sotto la “lente di ingrandimento” degli uffici centrali, al fine di un eventuale trasferimento da Trapani, nel 1998, nel 1999 e nel 2003. Per quanto riguarda in specie il 2003 fu il Questore di allora a promuovere il procedimento, che si concluse alla fine dell’anno con un Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Trapani che riferì al Ministero che le condizioni di protezione cui era assoggettato il funzionario erano tali da non rendere necessari ulteriori provvedimenti di tutela quali il trasferimento od il cambio di incarico.  Il Ministero prese atto, e non venne adottato nessun provvedimento. […] Lei mi chiede se il senatore D’Alì, come riferito in un’intercettazione del 2004, abbia mai parlato con me del trasferimento del dottor Linares. Devo rispondere affermativamente e focalizzo questo mio ricordo sicuramente dopo la conclusione, che lei mi dice essere avvenuta ad ottobre 2003, della procedura per l’eventuale trasferimento di Linares. L’incontro avvenne, per quanto ricordo, nel mio ufficio, a margine di un colloquio di lavoro e il D’Alì, con cui avevo un rapporto istituzionale, mi chiese di sapere quale fosse lo stato della pratica relativa al possibile trasferimento di Linares, in relazione alla sua condizione di esposizione a rischio. Io risposi che il procedimento si era concluso sulla base delle valutazioni pervenute dalla Prefettura di Trapani, che aveva concluso per la “non necessità di provvedimenti di trasferimento”. Il D’Alì prese atto di questa mia risposta, e della fine del procedimento, e non mi disse null’altro sul punto”.

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