a Emilio Piccolo
Democrazia: “regime politico definibile […] come unione di tutti i cittadini,
che esercita collegialmente un diritto sovrano su tutto ciò che è in suo potere. […]
non hanno convenuto però di pensare e di ragionare in modo unanime.
Spinoza, Trattato teologico-politico
la rivoluzione non ci sarà? bene!
corpi, io e tu, uniti, andiamo allora a scopare!
nessosesso è bona corposa-mente tresca-azione!
ONG non-estinti poetry
Il 20 agosto’15 , alle “2Rocche” (ore 21, 30) di Capo Boeo di Marsala, l’“ONG non-estinti poetry”, condizioni climatiche permettendo, organizza l’ormai nota serata di letture letterarie e poetiche, musica e pittura, teatro et alia aperta a chiunque volesse farne parte. Liberi da ogni patrocinio e tutela, ognuno si attrezzi come può in termini di strumenti…illuminazione (per leggere o fiaccolare i buchi della rocca) ed altro!
In mala tempora e demolizione, quest’anno il tema del conflitto ha come medium l’erezione eretica, ovvero l’insurrezione dell’eros e dei corpi castrati dalla fabbrica del nuovo potere smaterializzato. Il ri-usato potere simbolico cioè che, schizzando il tessuto della mente dalle pieghe del corpo, produce e amministra sine die merci sogni e desideri, desublimazioni repressive e cicliche crisi, nanotecnolgie e neuro-scienze marketing, produzione e consumo di beni simbolici e/o di varia semiotica etc. Rovesciare la gerarchia delle funzioni separate (idealizzate e idealizzanti), che il potere egemone attribuisce ai corpi ri-fatti e variati, è l’altra rivoluzione altra, la contro-modernizzazione. La rivoluzione, questa, cioè che deve demistificare e aggredire i micropoteri delle istituzioni concomitanti strumentali, così come verifica infatti l’utilizzazione della neo-industria dell’immateriale; quella cioè che disciplina e controlla i piaceri e i desideri dei corpi degli uomini e delle donne.
«ok, la rivoluzione non ci sarà / non staremo a piangere per questo / né per le stelle che si sono spente nel nostro cuore / non piangeremo nemmeno se una donna ci dirà / che siamo inutili come le lattine vuote di coca-cola / … / io più semplicemente dico che alla mia età / si può fare a meno anche di questa verità / … /»; « Allora, scopiamo, tu ed io, / quando la sera si stende contro il cielo / … /scopiamo, in questa casa semideserta, / … / oh, non chiedere Cosa? / andiamo a fare la nostra scopata. // Nei corridoi gli alunni vanno e vengono / parlando di Eliot e di Dante»; «Beatrice: da qui verso / fino a ritrovarsi /in ortu et in exitu vitae / simultaneamente / come negli ultimi minuti di quel film di Kubrick / …/ un uovo: alfa ed omega / cunicolo osceno e senza scena / dove i ricordi sono un punto matematico/ e il corpo l’unica cosa che ci rimane / di ciò che abbiamo vissuto //…// ciò che resta dei démoni che siamo stati // perché sia la vita ciò che è sempre stata / perché». (Emilio Piccolo, Don’t, in Oroscopi/2002; Luther Blisset, Interlude e La vertigine e il buco, in Beatrice – My heart is full troubles/1999).
L’“ONG non-estinti poetry”, invece, la serata del 20 agosto (m. c.), proporrà come “tromba di guerra e sedizione” (Hobbes, De Cive) l’erezione erotica come insurrezione conflittuale dei corpi individuali e sociali mediante la lingua della poesia e dell’arte; perché spinozianamente la cupiditas/il desiderio permanga nel suo “conatus” o nel suo “sporco” stato di piacere e felicità spirituale-corporeo, costante e disinquinato. Oggi è l’anima digitalizzata del capitalismo linguistico-simbolico che imprigiona la potenza dei piaceri dei corpi singolari e sociali! Dissequestrare il piacere e le sue qualità dai feticci dell’erotizzazione mercenaria della vita e dell’esserci storicamente depauperato, prodotti dal biopotere estetizzante e toto mercificante, è compito rivoluzionario e «macchina da guerra» (Deleuze/Guattari) desiderante di antagonismo “comunista”: corpi di tutto il mondo, uniti, necesse est allora riappropriarsi della promessa di felicità del con-vivere politico globale sputtanando i dispositivi della formattazione glocal.
Se c’è un biopotere diffuso che disciplina e controlla commerciando i corpi – corpi erotizzati, abbronzati, tatuati, stilizzati, modalizzati e con-senzienti, rifatti dalla chirurgia estetica, palestrati e lucidati ma deodorati, sgonfiati dall’anoressia o gonfiati e storditi fra spot, discoteche, droghe, ubriachezze e notti bianche (che sono di un nero che più non si può) … – secondo il regime della sublimazione della verità della fabbrica dei desideri – che il sistema fa incorporare come identità erotico-sessuale riconosciuta e permessa –, allora evviva l’insurrezione eretica dell’eros allergico ai comandamenti e alle passività.
Se così martoriata e avvilita è la gioiosa materialità dei corpi e della loro vitalità pluribiforcante, allora è necessario che individui e gruppi (anche con la voce della poesia, dell’arte, della musica) pratichino il dissenso e l’eterotopia amorosa. Una possibilità quale altra possibilità di rottura dell’inafferrabile “effetto farfalla” e/o “effetto tunnel” dell’INSURREZIONE dei corpi come EREZIONE ERETICA o potenza della leggerezza non domata della forza viva dell’eros politico. Una potenza quale “debole forza messianica” nell’istante (Kairós) che decide di rompere la formattazione temporalizzata del potere sulla vita e sull’amore pulsante che gorgoglia “carne” e materia caosmica.
Una controrivoluzione, questa, fuori dagli usurati schemi dell’ideologia degli umanesimi spiritualizzati e totalizzanti e delle cure pastorali dei mercati. L’attività pastorale delle anime non è solo del potere religioso. Questo, giusto (!?) il connubio unisex del “concordato” , è anche quello solidale dello Stato, anche se non più sovrano (il suo deretano è esposto alla lingua dei mercati!).
In questo nostro tempo così bio-neuronico digitalmente scannerizzato, sovrano è il desiderio dei corpi e dell’eros nella libera e consapevole connessione delle menti e dei corpi, la “cupiditas” (il desiderio) dell’Etica di Spinoza e della democrazia comunista diretta.
La serata è dedicata allo scomparso Emilio Piccolo, il poeta campano (Acerra/2012) che, contro la notte dei tempi, dell’erotiche “scopate” ha fatto voce di poesia contro-tendenza.
Antonino Contiliano e Fabio D’Anna