Conferenza stampa consueta del prefetto di Trapani Leopoldo Falco che ha incontrato i giornalisti della provincia presso la sede della prefettura. La prima comunicazione fornita riguarda una sorta di rivoluzione nel sistema di prima accoglienza. “Il Cie di Trapani Milo – ha detto – chiude la sua attività e si trasforma. Ospiteremo i migranti che sbarcano al porto di Trapani nell’ex centro per poi cercare di “smistarli” in breve tempo nei vari centri del Paese. Purtroppo viaggeranno in autobus e noi abbiamo una convenzione per pochi mezzi soltanto”. Nel corso dell’incontro in cui si sono toccati altri argomenti tra cui l’aeroporto di Birgi e la situazione dell’Ato Tp 2, abbiamo sollevato la questione relativa al licenziamento di Maria Concetta Riina. La 39enne figlia del fratello del boss mafioso che fino a poche settimane fa lavorava presso una concessionaria di autovetture di Marsala. La donna è stata licenziata dal datore di lavoro dopo che quest’ultimo aveva ricevuto da parte della prefettura di una “interdittiva”. Il titolare della concessionaria è anche rappresentante legale di una agenzia immobiliare. Nella nota della prefettura si legge tra l’altro che “… la inquietante presenza nell’azienda della signora Riina, fa ritenere possibile una sorta di riverenza da parte del titolare nei confronti dell’organizzazione mafiosa ovvero una forma di cointeressenza della stessa organizzazione tale da determinare un’oggettiva e qualificata possibilità di permeabilità mafiosa anche della società immobiliare”. Secondo l’interpretazione prefettizia, la presenza della nipote del boss, rientra nel codice antimafia approvato nel 2011 che ha individuato lo strumento della interdizione prefettizia come un argine contro le infiltrazioni della criminalità organizzata. Il risultato è stato quello che la presenza della signora Riina nell’organico dell’azienda, è stata ostativa al rilascio della liberatoria antimafia. “Ho solo applicato la legge – ci ha detto il prefetto -. Faccio il mio dovere e credo che chiunque occupi un posto di responsabilità è tenuto a rispettare le norme e a farle rispettare. Il modo poi come è stata presentata da una parte della stampa tutta la vicenda, serve a fare arrivare al potente capomafia un messaggio chiaro: il prefetto di Trapani fa licenziare tua nipote. Io non ho fatto licenziare nessuno. Il rapporto di lavoro è tra il datore e la dipendente. Mi sono limitato ad applicare la legge. Sono in questo posto per farla rispettare”. Occorre ricordare che Maria Concetta Riina è incensurata e lavorava presso la concessionaria marsalese da quasi dieci anni. Il titolare dell’azienda ha impugnato il provvedimento di interdizione prefettizia davanti al Tar. Il suo legale, il marsalese Stefano Pellegrino ha parlato di “… un problema sociale, perché sociale è il rischio che deriva dall’esasperazione del concetto di antimafia. Nessuna voglia di aggirare le regole, nessuna giustificazione ai comportamenti illeciti che devono essere perseguiti. L’economia in Sicilia rischia, però, di essere messa in ginocchio da questo rigore eccessivo”.
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