Tensioni in un palazzo di via Istria. I condomini si rivolgono alle istituzioni

Vincenzo Figlioli

Tensioni in un palazzo di via Istria. I condomini si rivolgono alle istituzioni

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mercoledì 25 Febbraio 2015 - 18:15

I quartieri popolari di Marsala sono realtà di cui si sa poco e in cui si consumano storie di disagio che restano fuori dalle cronache quotidiane. Una di queste riguarda un condominio di via Istria (civico 7/A), una palazzina popolare di color arancione in cui da tempo si registra un alto livello di tensione tra i residenti. Come spesso accade, in casi del genere, la principale ragione del contendere riguarda il pagamento delle spese condominiali. “Ho preso in mano la gestione di questo condominio nell’ottobre 2012 – spiega l’amministratore Patrizia Licari – e ho trovato una situazione disastrosa. L’ascensore era fuori uso e non si faceva nemmeno la pulizia delle scale. Dopo la prima riunione, ho predisposto il bilancio preventivo e mi sono attivata per rimettere in uso l’ascensore”.

Trascorsi i primi mesi, la maggior parte dei condomini smette di pagare la propria quota all’amministratore. E la situazione, nel giro di qualche settimane, è diventata sempre più critica, finché, lo scorso ottobre, il palazzo non si è ritrovato senza luce. A quel punto, la tensione tra i condomini è andata aumentando: da una parte le famiglie Marino e Maltese, che pagavano regolarmente le quote; dall’altra i morosi, che non si sono convinti a pagare nemmeno dopo l’interruzione dell’erogazione elettrica nel palazzo, preferendo, piuttosto, collegare abusivamente un cavo esterno con il vano autoclave, in spregio ad ogni standard di sicurezza. Una situazione che fortunatamente non ha causato cortocircuiti o incidenti, ma che comporta evidenti pericoli per i residenti, come per i passanti. Di tutto ciò l’amministratore Patrizia Licari ha informato l’Istituto Autonomo Case Popolari. Nel frattempo, numerose sono state le denunce alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla Polizia e ai Vigili Urbani. Anche perchè, in diverse occasioni, le famiglie in regola sono state minacciate e persino aggredite da alcuni morosi. “Siamo stanchi, disperati e arrabbiati – affermano – perché a fronte delle nostre denunce, gli organi competenti si sono dimostrati assenti. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi”.

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