Il Tonno Rosso di Favignana inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia

Claudia Marchetti

Il Tonno Rosso di Favignana inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia

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lunedì 12 Maggio 2014 - 11:07

Il pregiato Tonno Rosso di Favignana è stato inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 9 maggio 2014. Il Registro, stilato a partire dal novembre del 2005, contiene tutto ciò che  fa parte del patrimonio culturale dell’Isola secondo l’Assessorato ai Beni culturali, che l’ha redatto, tra cui anche pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, celebrazioni e tecniche.  Grazie a questo registro, la Regione identificherà e registrerà le proprie eredità culturali, contribuendo così alla loro salvaguardia, promozione e fruizione. E con un occhio particolare a quelle “a rischio di scomparsa o alterazione”. Elementi della tradizione siciliana: alcuni molto noti, altri meno. La pesca del tonno a Favignana in quest’elenco, si trova in compagnia, tra gli altri, del presepe vivente di Cutonaci e della festa di Santa Rosalia fuori le mura a Palermo, della ceramica e del presepe artistico di Caltagirone e dei dammusi di Pantelleria. Il Tonno rosso di Favignana è un prodotto di alta qualità gastronomica. Ai giorni d’oggi, è un prodotto sempre più prezioso e sempre più raro, dal momento che il pescato è sempre più esiguo, e viene lavorato ormai da poche aziende dislocate per lo più nel territorio di Trapani, Palermo e sull’isola di Favignana. Soddisfazione per quest’importante riconoscimento è stata espressa dal sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto, che dice: <<L’Amministrazione comunale lavorava da anni per l’ottenimento di tale risultato, che adesso si deve consolidare con l’organizzazione di iniziative mirate e manifestazioni legate al tonno rosso, in collaborazione con le attivita’ produttive dell’isola e con il supporto delle aziende tradizionalmente legate alla conservazione e alla distribuzione del prodotto. Cercando prioritariamente – conclude Pagoto – di non disperdere i saperi, i sapori, la storia e le tradizioni che devono essere mantenute e tramandate>>.

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