Sei candidati a sindaco per una competizione che si annuncia incerta ed equilibrata. Tra loro anche tre donne, una delle quali è Daniela Virgilio, fondatrice del movimento Area Attiva e capace di riunire attorno a sé tre liste in cui trovano spazio diversi pezzi della società civile ericina.
Su che strategia avete puntato in questa campagna elettorale?
Anzitutto sulla nascita di un ufficio di marketing territoriale al Comune di Erice. Servirà a promuovere il territorio e a creare un collegamento con le aziende, interfacciandosi con la Comunità Europea in modo da rendere possibile l’accesso ai fondi diretti. Ci sarà così l’opportunità di partecipare ai bandi che l’Unione promuove in ogni settore, dall’agricoltura, alla pesca, al sociale. E poi ci sono quelli per la comunicazione: per noi si tratta di pubblicità, ma l’Europa li intende come scambio di informazioni tra Paesi membri. C’è la possibilità di farsi finanziare spot, cortometraggi realizzati da giovani, congressi per la promozione della salute.
Cosa si è fatto finora?
Finora la programmazione è stata di tipo sperimentale. Quella vera è iniziata nel 2014. Noi stiamo guardando già a quella del 2020. Purtroppo la Sicilia e il Meridione in generale, scontano una scarsa conoscenza dell’inglese. Le guide su come attingere ai fondi diretti esistono, ma sono in inglese, così come i programmi. Al massimo se ne può trovare qualcuna in francese o tedesco. L’Italia a livello nazionale non ha nemmeno fatto una politica di pressione, spiegando che i fondi europei non vengono utilizzati a causa delle carenze linguistiche. Però c’è stato anche il progetto “Urban”, il primo con fondi diretti che era anche tradotto in italiano. Tuttavia, poche amministrazioni hanno partecipato. Restando così le cose, per l’Europa noi continueremo a non esistere. Si dovrebbe capire che l’unica strada da seguire è proprio quella dell’accesso ai fondi diretti, come sta cominciando a fare il Comune di Catania.
Da sindaco come agirebbe?
Sarei un sindaco che avrebbe competenze in materia e che ha già costituito reti transnazionali di cui devono far parte almeno tre partner di Stati diversi: un requisito obbligatorio per accedere ai fondi.
La Sicilia è tristemente nota per essere una delle regioni che meno ha utilizzato le opportunità offerte dai fondi europei. Più per volontà o incapacità?
Che interesse hanno i deputati regionali o nazionali a far sapere che esistono finanziamenti che sganciano i cittadini dalla politica? Finora l’imprenditore è andato dal politico per accedere ai finanziamenti. In questo sistema, utilizzato per i fondi strutturali, il politico ha tratto vantaggio per il suo interessamento, ottenendo voti e posti di lavoro per amici e familiari. Con i fondi diretti si accede invece ai finanziamenti senza dire grazie alla politica e si assume per meritocrazia, senza vincoli rispetto ai pacchetti di voti. E’ importante che i cittadini di Erice colgano quest’occasione. Altrimento perderemo possibilità importanti, com’è già avvenuto con i fondi strutturali.
Che eredità lascia Giacomo Tranchida?
Sull’ordinaria amministrazione, siamo sulla sufficienza giusta giusta. Ma sono passati 10 anni. E in 10 anni è stato creato uno scivolo per disabili al servizio di una stazione balneare, quando avrebbero dovuto averli tutte le stazioni balneari. Siamo veramente indietro. A Erice non c’è produzione, non c’è sviluppo economico. Per questo abbiamo fatto il Cashmob: per far girare denaro. Chi va all’estero e poi torna qui, come fa a dire che Giacomo Tranchida ha operato bene? E’ vero, è stata portata l’acqua nelle case: se parliamo di un paese africano possiamo essere soddisfatti. Ma se parliamo della città che si propone come ambasciatrice della Scienza e della Pace nel mondo, serve altro. Servono grandi iniziative, come poteva essere il G7 che si è tenuto a Taormina. La verità è che in questi anni è mancata la parte politica. I cittadini nemmeno conoscono i nomi dei loro rappresentanti al Parlamento Europeo. Mentre il vicesindaco uscente (Daniela Toscano ndr) ha detto che i fondi diretti non esistono. Ed è lì che mi arrabbio: occorre dare spazio a persone che dimostrino di avere competenza.
Ha citato la Toscano, che è la candidata ufficiale del Pd. Eppure c’è chi dice che alcuni dirigenti democratici, sotto sotto, starebbero dando una mano a lei, piuttosto che al vicesindaco uscente…
Ci sono video che dimostrano chiaramente la stima nei miei confronti da parte di Emiliano, Crocetta e Lumia. E’ nota anche la mia collaborazione con Baldo Gucciardi. Si tratta però di stima legata a occasioni di collaborazioni tecniche. Io vado avanti con le famiglie che mi sostengono e con Area Attiva. Le discussioni interne al Pd riguardano il Pd, di cui non sono tesserata. Emiliano mi ha chiesto di collaborare con la Regione Puglia: lo farò, ma da tecnico.
Questa campagna elettorale è stata caratterizzata a Trapani ed Erice anche dalla sorprendente alleanza tra Nino Oddo e D’Alì. Che ne pensa?
Se è per questo, non dimenticherei nemmeno l’accordo tra Fazio e Tranchida. Personalmente non condivido queste alleanze. Non le ritengo rispettose dell’elettorato. Nacci e Oddo, a riguardo, hanno tirato fuori una mia vecchia collaborazione con Ignazio Grimaldi: si tratta di una strumentalizzazione. Ero stata indicata come consulente tecnico, ma era un accordo di lavoro, che nasceva dalle attività mediatiche incentrate su politica ed economia che avevo fatto con l’azienda Erix Production.
In un eventuale ballottaggio come si comporterebbe?
Dovessimo accedere noi al ballottaggio, andremmo avanti da soli con il nostro programma e i nostri assessori designati. Se non dovessimo andare al ballottaggio, ci disimpegneremmo. Non intendiamo sostenere né i programmi della Toscano, né quelli di Nacci. Non sarei disponibile a fare il loro vicesindaco: le poltrone non ci interessano. I miei candidati e il mio direttivo la pensano esattamente come me. Per cui, in un quadro del genere, si rompono le righe e si continua con la nostra attività di Area Attiva. Gli elettori, se lo vorranno, saranno liberi di scegliere il meno peggio.