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Dramma familiare, madre e figlia trovate senza vita: comunità sotto choc

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sabato 06 dicembre 2025 - 20:22

Dramma familiare Corleone, madre e figlia senza vita in casa

Corleone – Una tragedia ha scosso il centro storico di Corleone. Nella loro abitazione di via Sgarlata sono state trovate senza vita Lucia Pecoraro, 78 anni, e la figlia Giuseppina Milone, 47 anni, persona con disabilità.
Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, condivisa dal magistrato di Termini Imerese e dal medico legale, si tratterebbe di un omicidio-suicidio. La madre avrebbe tolto la vita alla figlia e, subito dopo, si sarebbe uccisa. Sul posto sono intervenuti i militari dell’Arma e i sanitari del 118, allertati da una vicina di casa che non riusciva a mettersi in contatto con la famiglia.

Una famiglia stimata, un dolore che viene da lontano

Il dramma familiare Corleone colpisce una famiglia da sempre considerata perbene. In paese tutti ricordano il marito di Lucia, Salvatore Milone, ex infermiere dell’ospedale dei Bianchi, morto otto mesi fa e descritto come un uomo generoso e disponibile.
Da allora, raccontano i conoscenti, la vedova si era ritrovata sola a gestire la figlia, che aveva una forma di autismo e importanti fragilità. Giuseppina era seguita anche da una cugina e da alcuni volontari di Corleone, ma il carico di cura quotidiano rimaneva soprattutto sulle spalle della madre.

Stanchezza, malattia e peso dell’assistenza

Negli ultimi mesi le condizioni di salute di Giuseppina sarebbero peggiorate. Dopo un viaggio a Pompei con un gruppo religioso, la donna era tornata più stanca, con difficoltà a camminare e ad alzarsi in piedi. Proprio nel giorno della tragedia avrebbe dovuto effettuare una radiografia alla colonna vertebrale per capire l’origine dei dolori.
In casa sarebbero state trovate anche alcune lettere con riflessioni sulla vita e sul peso cresciuto dopo la morte del marito. Secondo chi conosceva Lucia, la donna viveva una stanchezza profonda e la paura di non riuscire più ad assistere adeguatamente la figlia, ormai quasi sempre a letto. Un disagio che, unito alla solitudine, potrebbe aver contribuito all’esplosione del dramma.

Il paese sotto choc: la voce del sindaco e dei vicini

La notizia ha lasciato Corleone senza parole. «Tanta commozione da parte di tutta la nostra comunità per la tragedia che si è consumata in paese. La famiglia Milone era conosciuta per la bontà d’animo», ha dichiarato il sindaco Walter Rà, profondamente colpito da quanto accaduto.
Un vicino di casa racconta il legame che univa i tre familiari: «Era una famiglia unita. Ricordiamo marito, moglie e figlia che passeggiavano insieme per il paese. Dopo la morte di Salvatore è venuto meno il pilastro della casa. Nessuno di noi avrebbe mai immaginato un epilogo così tragico».

Il dolore della comunità e l’appello della Cisl

Sulla vicenda è intervenuta anche la Cisl Palermo Trapani. La segretaria Federica Badami ha parlato di «dramma della solitudine» che può travolgere chi si occupa di persone non autosufficienti. «Bisogna interrogarsi sul sistema sociale e sulle politiche che dovrebbero accompagnare e non far sentire sole le persone che affrontano un dolore così grande», ha affermato.
Il sindacato chiede di potenziare l’assistenza domiciliare, di garantire un maggiore supporto psicologico e di rafforzare la rete dei servizi per le famiglie che convivono con la disabilità.

Non lasciare sole le persone in difficoltà

La tragedia di Corleone richiama l’attenzione sull’importanza di una rete di sostegno fatta di servizi sociali, sanità, volontariato e vicinato. Quando il peso dell’assistenza diventa troppo grande, è fondamentale che chi vive situazioni di forte sofferenza possa chiedere aiuto ai medici, ai servizi territoriali e alle strutture di ascolto presenti sul territorio, come ricordano anche le linee guida del Ministero della Salute sui percorsi di supporto psicologico.
La comunità di Corleone si stringe attorno ai parenti della famiglia Milone, nel dolore e nel silenzio, con l’auspicio che simili drammi possano essere prevenuti grazie a un’attenzione costante verso le persone più fragili e verso chi se ne prende cura ogni giorno.


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