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Nel 2025 più soldi ai cani che ai cittadini: il paradosso del bonus animali domestici

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domenica 06 aprile 2025 - 10:30

Bonus animali domestici 2025: un’agevolazione fiscale da 70 euro a chi ha un cane o un gatto

Marsala – Il bonus animali domestici 2025 si presenta come una misura pensata per sostenere economicamente i proprietari di animali da compagnia, ma a conti fatti appare come l’ennesimo incentivo sbandierato dal governo che nella realtà incide poco o nulla sulla vita quotidiana degli italiani. Con un fondo statale di appena 250.000 euro l’anno e una detrazione IRPEF media di 70 euro per persona, il bonus sembra più un’operazione di facciata che una vera misura di sostegno.

Una misura limitata a pochi e con importi ridicoli

La detrazione fiscale del 19% sulle spese veterinarie riguarda solo chi ha un ISEE inferiore a 16.215 euro e ha compiuto almeno 65 anni. La somma detraibile copre spese fino a 550 euro annui, con una franchigia di 129,11 euro. In pratica, la maggior parte delle famiglie – anche quelle in difficoltà – resteranno escluse dal provvedimento.

Ecco un esempio reale: se un cittadino spende 500 euro l’anno in spese veterinarie, potrà recuperare solo 70,34 euro. Una cifra che, in un contesto di inflazione galoppante e stipendi fermi, suona come una presa in giro.

Chi può richiedere il bonus animali domestici 2025

Il bonus è accessibile esclusivamente agli over 65 con reddito basso, residenti in Italia, che abbiano un animale domestico regolarmente iscritto all’Anagrafe degli animali d’affezione. Le spese devono essere effettuate con strumenti di pagamento tracciabili.

L’obiettivo dichiarato è quello di aiutare gli anziani a prendersi cura dei propri animali, ma i requisiti restrittivi e l’esiguo fondo disponibile rendono la misura lontana dall’essere universale. Solo una piccolissima fascia della popolazione potrà beneficiarne.

Animali ammessi ed esclusi dal bonus

Nel bonus rientrano cani, gatti, conigli, furetti e piccoli roditori. Restano invece esclusi gli animali da allevamento, quelli destinati a scopi commerciali e le specie non dichiarate o non registrate. Anche i rettili e gli anfibi non sono ancora contemplati nella normativa, lasciando spazi grigi e incertezze interpretative.

Bonus animali domestici 2025: tra costi ammessi e spese escluse

Il bonus consente la detrazione di alcune spese, tra cui:

  • Visite veterinarie

  • Interventi chirurgici

  • Farmaci prescritti

  • Test diagnostici

  • Trattamenti per patologie

Sono escluse invece:

  • Spese inferiori alla franchigia

  • Alimenti

  • Farmaci da banco

  • Spese per animali non registrati

In sostanza, molte delle spese più frequenti non saranno rimborsabili.

Come richiedere il bonus: burocrazia e ostacoli

Per richiedere il bonus bisogna presentare tutto nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi Persone Fisiche), allegando:

  • Fatture e scontrini parlanti

  • Prova del pagamento elettronico

  • Iscrizione all’anagrafe

  • Prescrizioni veterinarie

La documentazione va conservata per almeno 5 anni. L’iter è lungo e complesso, scoraggiando proprio le fasce più deboli per cui il bonus è pensato.

Le iniziative locali non bastano

Alcune Regioni e Comuni hanno attivato misure parallele: voucher per sterilizzazioni, microchip gratuiti, piccoli sconti su farmaci e vaccini. Tuttavia, anche questi aiuti sono sporadici, poco pubblicizzati e spesso soggetti a fondi esauribili.

L’obiettivo dichiarato e la realtà dei fatti

In teoria, il bonus animali domestici dovrebbe:

  1. Migliorare la salute degli animali

  2. Contrastare l’abbandono

  3. Offrire sostegno economico alle famiglie

In pratica, con 250.000 euro annui per tutta Italia, è difficile pensare che possa davvero fare la differenza. Il randagismo continua a crescere (80.000 casi di abbandono nel 2024) e le famiglie, già in difficoltà per pagare le bollette, devono anche scegliere se curare un animale o comprare da mangiare.

Un Paese che assegna fondi a furetti e conigli mentre centinaia di migliaia di italiani vivono sotto la soglia di povertà dovrebbe forse riconsiderare le sue priorità.

Iniziativa nobile nelle intenzioni, ma del tutto inefficace nella realtà. Servono misure vere per chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena.


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