Molti lettori ci hanno chiesto in queste settimane qual è la nostra posizione sul referendum del prossimo 4 dicembre. Argomento quantomai delicato, sia per l’importanza che questa consultazione elettorale riveste, sia perchè ci siamo ormai resi conto che la temperatura del dibattito si è alzata in maniera talvolta inaccettabile. Per quanto ci riguarda, anche all’interno della nostra redazione ci sono valutazioni e sensibilità diverse sull’argomento, a differenza di quanto accadde ad aprile, quando ci schierammo tutti assieme e con convinzione per il Sì al referendum abrogativo sulle trivelle. Ci siamo confrontati molto al nostro interno in queste settimane, abbiamo letto con attenzione la riforma e ne abbiamo dato letture eterogenee. Poichè riteniamo che un giornale debba in ogni caso intervenire sul dibattito pubblico su temi di interesse generale, abbiamo dunque deciso che la prossima settimana dedicheremo molto spazio al quesito, spiegando con sincerità come la pensiamo con l’ambizione di stimolare ulteriori spunti di riflessione rispetto a quanto si è detto e scritto in queste settimane, a tutti i livelli.
Su una cosa però siamo tutti concordi: il 4 dicembre segnerà sicuramente un importante spartiacque nella vita politica e istituzionale italiana. La conta interna nel Pd tra favorevoli e contrari alla riforma determinerà il futuro dei democratici e di un partito che potrebbe anche trasformarsi radicalmente a stretto giro di posta. Il governo, comunque vada, non arriverà alla fine della legislatura: dovessero vincere i No, molto probabilmente Renzi si dimetterà; dovessero vincere i Sì, l’ex sindaco di Firenze punterebbe con ogni probabilità sulle elezioni anticipate per passare all’incasso. C’è dunque la concreta possibilità che nel 2017 si voti sia per il rinnovo del Parlamento, che per la Regione e per numerose amministrazioni comunali (oltre che per le ex Province, se mai ci si riuscirà). Saranno campagne elettorali feroci, determinanti per gli anni a venire. Comunque vada, ci auguriamo che possano davvero innescare un reale processo di cambiamento per questo Paese e per le autonomie locali in un panorama generale di grande criticità politica, economica e sociale.
Ma al di là del risultato finale, quel che conta davvero è il processo tramite cui ci si arriverà. Ed è qui che la preoccupazione aumenta. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la presidente della Camera Laura Boldrini ha pubblicato un elenco di insulti e minacce che le sono state rivolte sul web in questi mesi. A leggerli uno per uno viene da chiedersi come siamo potuti arrivare ad un livello così basso nel confronto politico. Ben venga, per carità, un’opinione pubblica che dopo lunghe stagioni di torpore torna ad appassionarsi alla cosa pubblica e al bene comune. Mai come in questo momento, però, ci sembra utile citare il monito lasciato in eredità al mondo dal compianto Vittorio Arrigoni: “restiamo umani”. Lo ricordiamo a tutti. E naturalmente anche a noi stessi.
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