Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, si sa, sono festività molto sentite in Sicilia. Il rapporto con la morte dei siciliani è notoriamente molto complesso, fatto di un mix di spiritualità, folklore e tradizione. Un “sentimento popolare” che – parafrasando Battiato – non nasce solo da “meccaniche divine”, ma dalla stratificazione di umanissimi riti che si sono sovrapposti nel tempo fino a dar corpo a un racconto corale, capace di sopravvivere anche alla patetica importazione dell’americana festa di Halloween.
Al di là di tutto, l’1 e il 2 novembre si va al cimitero con il vestito buono, armati di fiori e buoni propositi. E questo continuerà ad accadere anche in futuro. La ricorrenza, però, ci porta inevitabilmente a riaprire un ragionamento sul cimitero di Cutusio: incompiuta di cui ormai si tende a dimenticare persino l’esistenza, ma che continua malinconicamente a mostrarsi ai passanti che casualmente gettano un’occhiata verso l’entroterra mentre attraversano la strada provinciale che collega Marsala a Trapani. Inutile girarci attorno: quel cimitero sarebbe servito e servirebbe ancora per andare incontro alle esigenze di una città – territorio e di una popolazione che hanno bisogno di avere anche spazi adeguati in cui andare a piangere i propri defunti. I lavori sono fermi da anni, mentre i vandali hanno distrutto buona parte della struttura.
Lo scorso anno l’assessore ai lavori pubblici Salvatore Accardi, di fronte a una nostra domanda aveva detto: “Dobbiamo prendere una decisione seria. E’ vero che sono stati spesi tanti soldi e sarebbe uno spreco non completarlo. Ma mancano i fondi ed è difficile anche pensare di coinvolgere i privati con il project financing. Dai conti che abbiamo fatto, comunque, possiamo reggere per altri 20 anni con il cimitero centrale”.
Proprio nei giorni in cui si discute del Piano Triennale delle opere pubbliche sarebbe interessante capire se in una futura programmazione si potrà davvero riprendere il discorso sulla struttura di Cutusio, il cui iter è stato fin dall’inizio “poco fortunato” (con un appalto da 5 milioni di euro su cui aveva messo gli occhi la criminalità locale). In una terra che sul rispetto dei morti ha costruito una corposa narrazione, trasferire un po’ di attenzione anche verso i luoghi destinati ad accoglierne l’ultimo viaggio potrebbe essere un prezioso segnale di buon senso e civiltà. E questo vale per il cimitero di Cutusio, come per quello monumentale del centro urbano, su cui spesso i cittadini che lo frequentano maggiormente hanno lamentato carenze e disservizi.