Con ricorso proposto innanzi al TAR Sicilia Palermo, Maurizio Miceli – candidato sconfitto all’ultima consultazione per l’elezione del sindaco di Trapani – ha contestato il risultato elettorale, sostenendo che in ben 29 sezioni si sarebbero verificate gravi irregolarità.
In particolare, il ricorrente ha chiesto l’annullamento delle operazioni elettorali svoltesi nelle sezioni n. 1, 4, 9, 12, 13, 14, 15, 17, 20, 24, 25, 26, 30, 32, 35, 38, 39, 40, 41,43, 44, 45, 51, 52, 53, 54, 60, 65, 67 e la celebrazione di nuove elezioni relativamente a tali sezioni, sostenendo che i seggi elettorali avrebbero commesso numerose irregolarità, a suo dire idonee, ad invalidare l’intero procedimento elettorale.
Il sindaco eletto Giacomo Tranchida e i consiglieri comunali Anna Lisa Bianco; Giusy Ilenia Poma; Giovanni Carpinteri; Peralta Giuseppe, Grignano Angela; Barbara Daniela; La Barbera Claudia; Daidone Salvatore; Genco, Andrea; Parisi Giovanni Antonino; Sonia Tumbarello; Baldassare Cammareri, Marzia Patti; Giulia Passalacqua; Vassallo Andrea; Mazzeo Alberto; Briale Francesco, si sono costituiti tutti in giudizio con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.
I due legali hanno depositato apposita memoria, chiedendo che il ricorso venisse rigettato o, comunque, dichiarato inammissibile.
In particolare, gli avvocati Rubino e Impiduglia, difensori del sindaco Tranchida, hanno sottolineato che il principio di strumentalità delle forme comporta l’interesse alla stabilità del risultato elettorale; e che costituiscono irregolarità non sostanziali, inidonee a determinare la declaratoria di annullamento dei risultati elettorali, i vizi formali nella compilazione dei verbali delle sezioni elettorali.
Si è costituito in giudizio anche Giuseppe Pellegrino, rappresentato e difeso da Leonardo Giglio, che ha depositato apposita memoria.
Il TAR Sicilia Palermo – Presidente dott. Salvatore Veneziano, Relatore dottoressa Maria Cappellano – ha rigettato il ricorso, condividendo le argomentazioni degli avvocati Rubino, Impiduglia e Giglio.
In particolare, il TAR ha evidenziato come il ricorrente avesse dedotto “… mere irregolarità formali nella verbalizzazione ed errori nella materiale trascrizione dei dati, non inficianti la libera espressione del voto, i quali in ossequio al principio distrumentalità delle forme – e in assenza di alcun ulteriore elemento e/o datoconcreto dal quale potere desumere l’alterazione del risultato elettorale – non possono inficiare la validità delle relative operazioni”.
Il TAR ha anche condannato Maurizio Miceli al pagamento delle spese legali, liquidate in complessivi euro 10.000.
Il TAR inoltre, con ulteriore sentenza (Presidente dott. Salvatore Veneziano, Relatore dott. Luca Girardi) ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Giovanna Romano candidato al Consiglio comunale per la lista “Amo Trapani” e volta a contestare l’assegnazione di due seggi alla Lista i “Democratici”.
In particolare, il TAR ha condiviso le argomentazione fatte valere dalla consigliera Comunale Marzia Patti – difesa da Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – nonchè da Giuseppe Pellegrino e Baldassare Cammareri, difesi dall’avvocato Leanardo Giglio
La signora Romano è stata anche condanna al pagamento delle spese processuali liquidate in complessivi euro 6.000.
Per effetto delle suddette sentenze il sindaco Tranchida e i consiglieri comunali eletti resteranno in carica mentre i ricorrenti, come detto, dovranno pagare le spese di giudizio.