Il Tribunale di Patti ha disposto 91 condanne per oltre 600 anni di carcere e 10 assoluzioni nel processo “Nebrodi” contro i clan dei pascoli, scaturito dall’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Messina sulle truffe in agricoltura all’Agea e sugli assetti dei gruppi mafiosi tortoriciani.
La sentenza è arrivata stasera al termine di una lunghissima camera di consiglio iniziata lunedi scorso. La sentenza del tribunale di Patti -presieduto da Ugo Scavuzzo e composto dai giudici Andrea La Spada e Eleonora Vona – ha impiegato quasi un’ora per leggerla.
Il processo era nei confronti di 101 imputati per i quali erano stati chiesti oltre mille anni di carcere.
Le indagini avevano al centro l’affare dei contributi comunitari percepiti illegalmente che aveva suscitato l’interesse dei gruppi mafiosi.
Un sistema che è stato combattuto dal protocollo Antoci diventato legge dello Stato. Un protocollo ideato dall’ex presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, sfuggito ad un grave attentato, presente in aula alla lettura della sentenza.
Il ‘maxiprocesso Nebrodi’ è il risultato della imponente operazione condotta contro il clan dei pascoli dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, scattata il 15 gennaio 2020 con 94 arresti (48 in carcere e 46 ai domiciliari) e il sequestro di 151 imprese, conti correnti e rapporti finanziari. Al centro gli assetti dei clan tortoriciani, ma anche il business dei contributi comunitari in agricoltura concessi dall’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura.
L’accusa aveva formulato per i 101 imputati richieste per complessivi 1.045 anni di carcere e 30 milioni di euro di confische.
Questi i reati contestati: associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio, uso di sigilli e strumenti contraffatti, falso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, truffa aggravata i reati contestati a vario titolo.