Il gruppo Cambia Petrosino interviene nuovamente in merito alle dichiarazioni del Sindaco Giacomo Anastasi rese nel corso di una conferenza stampa sulla situazione economica della città.
“Innanzitutto riteniamo inopportuni i toni accesi e concitati del sindaco Anastasi, che ha giocato su un linguaggio che cammina su un filo sottile tra l’ingiuria e la calunnia (parole delle quali si terrà conto nelle sedi opportune). In secondo luogo, dopo mesi in cui sentiamo parlare di debiti con la D maiuscola, oggi miracolosamente si usa il termine esatto: disavanzo. Precisiamo che il disavanzo tecnico non è assolutamente un debito, ma delle spese che sono state maturate, o che si pensa possano maturare, prima del sopraggiungere delle entrate. Si tratta ovvero di una preventiva “sterilizzazione” di una certa quantità di risorse, atte a bilanciare eventuali future sopravvenienze passive. Termini tecnici che ai nostri cittadini sono stati presentati in modo errato, e che li hanno portati alla sbagliata convinzione che il Comune di Petrosino ha più di 15 milioni di debiti acclarati.
Contrariamente a quanto affermato da Anastasi, la proposta di rendiconto alla nostra amministrazione era stata proposta dall’ufficio competente alla fine del mese di aprile e mostrava un disavanzo di 7 milioni, cifra certificata nelle note del servizio finanziario e che a noi sembrava già allora spropositata e meritava uno studio per il suo ridimensionamento. Quella cifra, infatti, era determinata dall’eliminazione improvvisa e immotivata di ben 5,6 milioni di crediti e perfino 900 mila euro per la TARI dello stesso anno. Quindi chiaramente non si tratta di crediti vetusti o vecchi. Il dirigente non ha mai voluto fornire una relazione dettagliata in merito e pertanto da parte nostra non approvato. Oggi hanno addirittura raddoppiato tale cifra rendendo chiarissimo il tentativo di manipolare i numeri! Si potrebbe insinuare nella mente di ognuno di noi che la cifra sia stata volutamente gonfiata. Comunque anche una cifra di 15 mln di disavanzo non crea assolutamente una situazione di dissesto.
Ma andiamo per ordine cercando di chiarire punto per punto quanto detto pubblicamente dal primo cittadino: – I 15 milioni di disavanzo annunciati sono il risultato di quasi 3 milioni di crediti eliminati (ovvero soldi che il comune rinuncia ad incassare, quasi a voler fare una maxi condono) e 12 milioni di accantonamenti. Per quanto riguarda i crediti più volte la nostra amministrazione ha chiesto al responsabile dei servizi finanziari di dettagliare questa eliminazione, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. I crediti infatti possono essere eliminati solo quando sono vetusti, ovvero risalenti ad oltre 5 anni prima e per i quali non ci sia un titolo certo ed esigibile. I crediti eliminati, e che noi abbiamo contestato, si riferiscono addirittura alla tari dell’anno in corso. Per quanto riguarda gli accantonamenti ricordiamo invece che essi non sono debiti ma somme che cautelativamente si rinuncia ad usare nel caso in cui dovessero esserci meno entrate o spese improvvise da coprire. Tali accantonamenti sono così ripartiti: – Fondo crediti dubbia esigibilità (F.C.D.E.), circa 3 milioni. Tale fondo dovrebbe prevenire situazioni di deficit di risorse finanziarie dovute al rischio della mancata riscossione. Il problema è che la normativa obbliga ad accantonamenti ingiustificati e spropositati. È noto ai più, che da anni si sta lavorando per modificare la normativa a livello nazionale che ingessa tutti i bilanci. Ciò dimostra che il problema è strutturale e serio in ambito nazionale ed è all’attenzione dell’ANCI e degli Esperti contabili; – Fondo contenzioso di circa 4,1 milioni. Tale dato appare fortemente anomalo a chi ha una conoscenza analitica del contenzioso in atto pendente. Per essere chiari, ed usare parole semplici, un accantonamento di tale entità implica la sussistenza di contenziosi – al 31/12/2020 – con alta probabilità di soccombenza per cifre molto più elevate di 4,1 milioni di euro, poiché l’accantonamento si fa per una parte variabile e non per l’intero. Possiamo affermare, senza tema di smentita, in primo luogo che non esiste una situazione del genere al Comune di Petrosino. In secondo luogo che evidentemente chi ha deciso tale accantonamento non ha tenuto conto nella valutazione della tendenza degli ultimi 5 anni che ha visto il Comune di Petrosino vincere oltre il 90% dei contenziosi. In terzo luogo, non si è tenuto conto che l’unico contenzioso rilevante che poteva in astratto richiedere un accantonamento si trova pendente in grado di appello ed il Comune ha vinto integralmente in primo grado, in tal modo rendendo solo “possibile” il rischio di soccombenza, il che non richiede la necessità di effettuare alcun accantonamento secondo l’applicazione dei principi contabili. In ultimo, il Sindaco Anastasi ha dichiarato pubblicamente che buona parte di tale importo deriva dall’accantonamento resosi necessario per il contenzioso contro il Fallimento Belice Ambiente (richiesta di € 3,6 mln al Comune). Nel parere dei Revisori, si fa riferimento ad un contenzioso al 31/12/2020 di valore pari a quasi 6 milioni di euro. Naturalmente questo dato è stato fornito dall’Ente poiché i Revisori non possono conoscerlo. Il collegio però assume questo dato come indice della situazione di dissesto. Argomento che non ha senso, perché se bastasse avere un grosso contenzioso per fare cadere un Ente in dissesto allora potremmo notificare un Atto di citazione al Comune di Milano chiedendo un risarcimento (senza motivo) di 100 miliardi di euro, per mettere in crisi il Comune.
E allora al 31/12/2020 non poteva mai esistere un complesso di contenziosi per 6 milioni di euro, anzi meglio precisare contenziosi per cui il comune è chiamato a pagare 6 milioni di euro. Questo dato (6 milioni) si può raggiungere solo se vi consideriamo: – contenzioso contro Banca Farmafactoring, € 1.1 mln – vinto in 1° grado, pendente in appello, quindi previsione di soccombenza non può che essere soltanto “possibile” senza obbligo di accantonamento al Fondo rischio contenziosi; – contenzioso contro Comune di Campobello di Mazara, € 1,2 mln – vinto in 1° ed in 2° grado, pendente in Cassazione, quindi previsione di soccombenza non può che essere soltanto “possibile” senza obbligo di accantonamento al Fondo rischio contenziosi; – contenzioso contro Fallimento Belice Ambiente, € 3,6 mln – è iniziato a giugno 2022 quindi non può trovarsi nel rendiconto 2020. In via generale, va ricordato che “Il punto 5.2 dei principi contabili applicati alla contabilità finanziaria ha imposto l’obbligo di accantonamento di somme nel fondo rischi contenzioso in presenza di significative probabilità di soccombenza. Il calcolo del fondo contenzioso non può avvenire attraverso una percentuale forfettaria ma è necessario valutare le singole controversie e tenere conto delle loro specificità in termini di soccombenza. La valutazione della passività potenziale deve essere sorretta dalle conoscenze delle specifiche situazioni, dall’esperienza del passato e da ogni altro elemento utile e deve essere effettuata nel rispetto dei postulati del bilancio, in modo particolare quelli di imparzialità e verificabilità”. Infine vorremmo capire come mai tale accantonamento è stato integralmente posto nel rendiconto al 31/12/2020 visto che l’Ente ha incaricato il legale della difesa solo in data 10/6/2022.
Ciò dimostra l’intento dell’amministrazione di caricare ulteriormente il rendiconto di dati non corretti, per non dire falsi. Senza violare alcun principio contabile, possiamo affermare che la voce del fondo contenzioso si potrebbe tranquillamente ridurre a 0; – Fondo anticipazioni di liquidità (A.D.L.) per un totale di circa 3,9 milioni di euro. Anche in tale caso non comprendiamo il calcolo che abbia portato a tale risultato. Se si fa riferimento alle somme avute dalla Cassa Depositi e Prestiti, esse sono da restituire in 30 anni, quindi perché caricarle tutte nell’annualità 2020? Il Sindaco in conferenza stampa ha paventato questa possibilità, ma poi carica l’intera cifra in un solo esercizio; – Finalmente arriviamo al capitolo debiti fuori bilancio, che ammonta ad una cifra di 1,2 mln. Precisiamo che i debiti fuori bilancio “legittimi” sono debiti non previsti e non inseriti in bilancio, e derivano ad esempio da condanne per contenziosi persi (risarcimenti o spese legali). Se, invece, il debito fuori bilancio deriva da spese fatte senza copertura finanziaria, questa procedura configura una precisa responsabilità del funzionario che ha autorizzato la spesa, tramite l’apposizione di un parere contabile favorevole che evidentemente non doveva esserlo. Ricordiamo che le leggi di contabilità non consentono agli Enti locali di assumere spese senza la relativa copertura finanziaria. Qualora ciò avvenga, il Testo Unico degli Enti Locali prevede che i creditori possono rivalersi sui funzionari che hanno autorizzato o non impedito tale spesa. Vogliamo infine sottolineare che gli importi accantonati saranno svincolati una volta coperta l’eventuale spesa connessa alla soccombenza o attraverso la riduzione connessa al venir meno della spesa potenziale. Quindi tali accantonamenti torneranno alle casse comunali e saranno disponibili per la nuova amministrazione. Il gruppo Cambia Petrosino non vede minimamente una situazione di disastro ma soltanto una strumentalizzazione politica che cerca di sminuire l’operato della vecchia amministrazione. Per chi conosce il funzionamento e l’amministrazione degli Enti Locali può affermare, senza tema di smentita, che i problemi finanziari (cassa) e contabili (bilanci) dei Comuni sono da addebitare solo ed esclusivamente all’evasione fiscale, al mancato introito delle entrate tributarie comunali. Negli ultimi 5 anni, tra le riduzioni dei trasferimenti statali e regionali e l’affidamento diretto ai comuni di un servizio così oneroso come la raccolta dei rifiuti (2017) i Comuni hanno dovuto coprire con propri fondi, o con la creazione di disavanzo, i mancati introiti. Ricordiamo che solo il servizio di raccolta rifiuti costa al Comune quasi 200 mila euro al mese ma il Comune ne incassa, nella migliore delle ipotesi, circa 1/3. Ciò significa che ogni anno si crea un buco di bilancio di circa 1 milione e mezzo di euro a causa dell’evasione fiscale, senza contare gli altri tributi locali. Inoltre il comune continua a sostenere il servizio di raccolta rifiuti anche per l’Amministrazione Giudiziaria “Baglio Basile” dalla quale aspetta di ricevere ancora crediti per quasi 2 milioni di euro che, a causa della farraginosità della normativa statale, rischia di non vedere mai più. Nonostante ciò vi risulta che nonostante le difficoltà abbiamo mai fatto mancare servizi a voi cittadini? Il nostro primo cittadino dovrebbe badare bene alle sue dichiarazioni durante l’assemblea cittadina. Più volte ha fatto confondere la gente, alludendo al fatto che il Comune ha 15 milioni di debiti. Lo invitiamo a fermare in tempo questa macchina di cattiva informazione, perché non porterà nulla di buono a nessuno. La verità, si sa, è figlia del tempo e noi di Cambia Petrosino abbiamo tutto il tempo a nostra disposizione per smentire ogni menzogna e ribattere sempre colpo su colpo. Noi di Cambia Petrosino siamo disponibili e mettiamo a disposizione le nostre competenze perché il nostro obbiettivo primario non è attivare una macchina del fango contro la nuova amministrazione, ma il bene del nostro paese. Tale obiettivo dovrebbe essere condiviso da tutti, in primis dal primo cittadino e dalla sua amministrazione.
Gruppo Cambia Petrosino