Mostra Consagra: parole non dette, persone non citate

redazione

Mostra Consagra: parole non dette, persone non citate

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mercoledì 10 Luglio 2019 - 17:11

Dietro ad un grande artista c’è sempre una Musa. Nel caso dello scultore Pietro Consagra, Carla Lonzi, scrittrice e critico d’arte, ha rappresentato senza dubbio non solo la sua compagna di vita per circa vent’anni, dal 1964 fino alla morte di lei, ma anche la sua compagnìa nel processo artistico, è stata una incisiva presenza per un lungo periodo della produzione artistica di Consagra. Morta all’età di 51 anni, vent’anni prima di Pietro, pur avendo lasciato importanti testimonianze sull’arte del suo compagno, non è citata nel catalogo della mostra Consagra/ Architettura, e non se ne è parlato nemmeno al vernissage durante la presentazione del 6 luglio scorso nello splendido chiostro dell’Ente Mostra di Pittura Contemporanea di Marsala. Si trova solo un cenno a tre sue interviste allo scultore nell’elenco infinito di articoli e libri posto nel catalogo nella parte finale, capitolo “Scritti di Pietro Consagra”, ma non fanno parte degli scritti di lui, bensì di lei. Mi chiedo, perché non citare questa donna nella presen tazione o nella biogra fia dell’artista?

Nel suo libro «Autoritratto» Carla Lonzi riporta le interviste a 13 artisti, registrate dal 1965 al 1969 e tra questi Pietro Consagra, da poco suo compagno di vita, Carla Accardi, Lucio Fontana, Mimmo Rotella e altri noti scultori, pittori e scrittori riuniti quasi in un salotto, che stimolati dalle domande di Carla Lonzi discutevano di arte, di recensioni, di curatori, della critica dell’arte, e lei registrava le loro dichiarazioni. Trasferitasi a Minneapolis per seguire Pietro, si dedica al montaggio dei colloqui registrati, e nel 1969 pubblica il libro Autoritratto con la forma di un convivio fra tutti gli artisti incontrati. In esso, considerato il suo più importante libro, dà particolare rilievo al dialogo con Carla Accardi, da cui comincia a maturare la presa di coscienza femminista, inoltre con Autoritratto concluse la sua attività di critica, con il seguente giudizio radicale e d’avanguardia «L’atto critico completo e verificabile è quello che fa parte della creazione artistica» per questo è necessario negare il ruolo del critico, in quanto potere ed ideologia sull’arte e sugli artisti. Allora perché non si parla di Carla Lonzi oggi a proposito della esposizione Consagra/Architettura? Forse perché è stata insieme a Carla Accardi una delle prime femministe? Oppure perché il suo libro ha osato mettere in dubbio l’attività del critico d’arte?

I 13 pittori scultori scrittori hanno discusso proprio di questo: qual è il ruolo del critico d’arte, sostenendo la tesi per cui la critica dell’arte è in crisi se il suo ruolo è avulso dal contatto con l’artista. Ma oggi, qual è il compito sociale e culturale del critico d’arte? È anche un curatore? Può esserlo, deve avere un contatto diretto con l’artista di cui parla e che rappresenta? E se questi non è più in vita, come fa? Sono tutte questioni ancora aperte. Nel 1993 il libro Autoritratto è stato incluso in un ristretto elenco di sei libri pubblicati in Italia a partire dal 1945 “in condizione di parlare d’arte figurativa”, come scrive Laura Iamurri, e dunque «A 25 anni di distanza dalla sua pubblicazione, alla XLV biennale di Venezia, un riconoscimento postumo sanciva il carattere indispensabile di questo libro» e in esso si parla di Pietro Consagra e adesso si dovrebbe parlare di Carla Lonzi.

Maria Grazie Sessa

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