Indagini sui fondi dell’Ars, Galvagno non si dimette: “I giornali ne sanno più di me”

redazione

Indagini sui fondi dell’Ars, Galvagno non si dimette: “I giornali ne sanno più di me”

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martedì 01 Luglio 2025 - 17:11

Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, ha comunicato che non intende dimettersi in seguito alle indagini per corruzioni che lo vedono coinvolto nell’inchiesta sui fond dell’Ars. “Ho grande rispetto del Parlamento – ha affermato l’esponente di Fratelli d’Italia – e ho letto moltissime dichiarazioni: non credo di essere una persona attaccata alla poltrona e prendo atto che c’è chi mi chiede di fare passo indietro e chi due passi in avanti. Non credo possa esserci rispetto di una istituzione senza rispetto della Costituzione”. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno ha poi aggiunto: “Se domani decidessi di dare seguito a questa richiesta di dimissioni finirei per affermare un principio a mio parere abbastanza discutibile: che un messaggio veicolato su canali digitali possa avere più peso della Costituzione. Rispetto il pensiero di tutti ma sottolineo che parliamo di un’indagine non conclusa e che eventualmente dovrà passare da tre casi di giudizio”.

Poi Galvagno dice che sull’indagine che lo vede coinvolto ne sa meno dei giornalisti, “in possesso di atti che io non ho e che circolano liberamente”. Il presidente dell’Ars ha poi assicurato che: “La funzione di questo Parlamento non è mai stata messa in funzione di un interesse personale. Sull’indagine non posso aggiungere altro per il mio rispetto doveroso verso gli uffici giudiziari che stanno svolgendo il loro lavoro”.

“Uno spettacolo imbarazzante e un’occasione persa per mettere fine a un modello di gestione delle risorse pubbliche squallido, finalizzato a interessi personalistici ed elettoralistici. Un dispendio inaccettabile di denaro dei cittadini, che meritano trasparenza e rispetto”. Così l’onorevole Valentina Chinnici, deputata del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, commenta l’audizione del Presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno.

“Anziché chiarire una volta per tutte le criticità emerse – aggiunge – e dire basta, oggi abbiamo assistito a un teatrino fatto di discorsi evasivi. Si continua così a perpetuare un sistema opaco, dove le istituzioni sembrano al servizio di faccendieri e logiche di potere e non del bene comune”.

“È ora di voltare pagina – conclude Chinnici – e di restituire dignità alla politica, garantendo che ogni euro pubblico sia investito per il futuro della Sicilia, non per alimentare privilegi e consensi elettorali. Continueremo a batterci perché sia fatta piena luce e perché si ponga fine a queste pratiche inaccettabili.
Peraltro, prima della fine della seduta, abbiamo chiesto in aula che il presidente Schifani intervenisse, ma inspiegabilmente ha preferito tacere pur essendo presente per l’intera seduta. Chiederemo che torni a riferire anche lui in aula”.

“La vicenda Galvagno si concluderà con una richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio, ma di sicuro i comportamenti addebitati appaiono assolutamente inopportuni e incompatibili con il ruolo di Presidente dell’Assemblea regionale. Da tutto ciò, a uscire fortemente malmenata è l’istituzione Ars, pertanto occorre che si riveda il metodo di lavoro per le prossime manovre economiche, cominciando con l’eliminare il ricorso ai maxiemendamenti che spesso possono nascondere manovre non sempre trasparenti”.
Lo ha detto oggi in aula il capogruppo del M5S Antonio De Luca in occasione della seduta che Sala d’Ercole ha dedicato alla vicenda che vede indagato il presidente dell’Ars Galvagno.
“A prescindere dal risvolto giudiziario dell’indagine che la Procura di Palermo sta conducendo con scrupolo e serietà, alcuni comportamenti mal si conciliano con il ruolo rivestito dal presidente del Parlamento siciliano – ha detto De Luca – occorre trovare un criterio per dare serenità ai prossimi lavori, rivedendo la procedura con cui noi affrontiamo gli strumenti finanziari e quindi probabilmente quest’Aula deve prendere la decisione anche di abbandonare le logiche del maxiemendamento”.
De Luca ha messo l’accento anche sulla gestione dell’assessorato al Turismo da parte di Fratelli d’Italia, cosa su cui andrebbe fatta grande chiarezza e di cui Schifani dovrebbe prendere atto “procedendo alla revoca della delega ai patrioti”.
“Ieri – ha affermato De Luca – è venuta fuori la notizia che anche l’assessore Amata è indagata. Sono anni che, come Movimento, chiediamo invano la convocazione di una seduta d’aula per trattare la questione See Sicily e Cannes. Sono tantissime le cose alle quali avremmo voluto avere risposte”.

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