I volti del mare

redazione

I volti del mare

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giovedì 13 Febbraio 2025 - 06:30

Guardano a terra, i volti scavati dalle onde del mare e levigati dal vento di tramontana. Per una volta quelle facce disegnate dagli dei degli oceani sono rivolte alla riva e non all’immenso blu. Guardano alla costa per ricordare a tutti che un tempo, il tempo degli eroi, loro c’erano. Erano lì quando i fiori gialli dei campi annunciavano l’imminente arrivo dei tonni panciuti che avrebbero reso ricchi i padroni della tonnara e sfamato centinaia di famiglie. È bello che finalmente si sia scelta la strada della memoria per restituire la piena dignità umana e professionale a un borgo marinaro dei più belli seppure deturpato da un’urbanistica selvaggia e incontrollata, dove solo la tonnara, una torre erosa dal sale e una cappella nascosta dalle case stanno a testimoniare l’antica tradizione marinara di Bonagia, il porto-emporio di Erice a cui erano rivolte le prue delle liburne cartaginesi sconfitte dai romani nella battaglia delle Egadi. Una mostra a cielo aperto, murales dipinti sui blocchi del molo frangiflutti dall’artista Arianna Maggio, la promessa di ampliare la galleria della memoria con gli altri uomini che hanno fatto la storia di questo borgo tendendo le insidie al pesce più ricercato del mare, quel Tonno che in un’antica rima siciliana chiedeva perché tutti stessero in “speranza di mia” come se fosse “infatatu”. E in realtà fatato lo era davvero, perché senza esso i pescatori e le loro famiglie, i padroni e i rigattieri, i mastri d’ascia e i bottai avrebbero conosciuto la miseria …

La Bonagia marinara rivive in quei murales che restituiscono le icone di alcuni degli uomini che l’hanno resa famosa, e in ultimo anche misconosciuta regina del mare a torto mortificata dalla più famosa ma non più produttiva Favignana: i rais Mommo Solina e Sarino Renda, i sottorais Ciccio Rizzo e Nicolao “sgammirro” Adragna, i capibarca Lorenzo Carpitella e Nicolao “lupo” Adragna, il tonnaroto Salvatore Solina, il pescatore Diego Barraco e la sorella Rosa, la donna che costruiva le nasse e le reti. Un’onda di ricordi, emozionanti e dolci, per chi li ha conosciuti. Qualcosa dunque si muove per ribadire il ruolo e l’importanza della tonnara e del mare per Bonagia, ed è giusto che il Sindaco e la sua Amministrazione si siano impegnati in questo senso. Già erano state messe in sicurezza alcune antiche barche della tonnara frenandone il terribile degrado: molto ci sarebbe da dire su modalità e musealizzazione, ma certamente meglio così che lasciarle distruggere dalle intemperie e dalla inciviltà come è accaduto per le altre barche. A Stintino, nel nord-ovest della Sardegna, l’intero paese parla di tonnara: strade, piazze, murales, tutto riporta all’industria che fece nascere il paese a fine Ottocento. Perché non seguire quell’esempio anche qui, in terra di Sicilia, a Favignana e San Vito lo Capo, Bonagia e Castellammare del Golfo, tutti paesi dove la pesca del tonno ha portato fama, ricchezza, turisti?

[ Rais ]

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