Dario Safina, deputato regionale del Partito Democratico eletto in provincia di Trapani.
Ci si avvia al giro di boa della legislazione regionale. Un suo giudizio sul Governo Schifani con cui lei ha battagliato all’opposizione.
“Il governo manca totalmente di visione strategica. Si naviga a vista, tamponando le emergenze senza mai affrontare i problemi strutturali. In sette anni di governo di centrodestra, con Musumeci prima e con Schifani ora, non c’è stata una sola criticità realmente risolta”.
Per esempio?
“ Prendiamo il caso della siccità e del comparto agricolo: promesse su promesse, e a fronte di un danno stimato per il settore vitivinicolo di oltre 350 milioni sono stati messi in agenda solo 25 milioni. E non vi è traccia di ulteriori ristori per i produttori nella Finanziaria che dovrà essere approvata entro l’anno. Ho presentato emendamenti ma senza una reale volontà politica, tutto resta bloccato. Nella sanità la situazione è disastrosa, siamo di fronte al collasso, con un esodo preoccupante di medici e personale sanitario, come nell’ASP di Trapani. Su 312 medici assunti negli ultimi due anni, quasi un quarto ha lasciato l’incarico per approdare a lidi più confortevoli nel settore privato. Oltre a tutto questo, siamo continuamente spettatori di scandali e favoritismi politici, con soldi pubblici sprecati per meri interessi personali o di partito”.
A Trapani e a Mazara del Vallo la politica è costantemente in fibrillazione, soprattutto nelle Aule del Consiglio comunale. Come dovrebbe attrezzarsi in queste due realtà, il centrosinistra?
“Per quanto riguarda Trapani, ritengo che il centrosinistra e il Partito Democratico in particolare, stiano operando in modo efficace. L’amministrazione guidata da Giacomo Tranchida sta finalmente mettendo ordine nei conti comunali, dopo la scissione e la nascita del nuovo Comune di Misiliscemi. Inoltre, sono già in corso i cantieri per molte opere pubbliche pianificate nei cinque anni precedenti. A ciò si aggiungono il revamping dei pozzi di Bresciana, la riqualificazione di numerose palestre abbandonate da decenni e il restauro di importanti edifici storici. E’ evidente che la città sta cambiando passo. La situazione a Mazara del Vallo, invece, è più complessa e richiede una profonda riflessione. La sconfitta del centrosinistra non si è consumata nel 2024, ma affonda le radici nel 2022, quando si aprì la crisi con l’amministrazione Quinci. Da quel momento, le relazioni tra i riformisti si sono progressivamente deteriorate, portando a un isolamento del Partito Democratico e a una frattura interna. Questo isolamento ha causato l’assenza del PD dalla competizione elettorale e la mancata elezione di suoi rappresentanti in Consiglio comunale. È fondamentale lavorare alla costruzione di un progetto condiviso che ci consenta di tornare protagonisti alle elezioni del 2029”.
Tornerà alle urne per le Amministrative Marsala. Il suo partito in città è diviso quasi da sempre. Intanto il PD come si attrezzerà per affrontare le prossime elezioni ?
“Il Partito Democratico, nonostante le difficoltà interne, può ancora essere una forza centrale per costruire un’alternativa forte e autorevole al governo di Massimo Grillo. Stiamo lavorando per rilanciare il nostro partito attraverso un confronto aperto con le comunità locali. Credo che a breve la direzione regionale nominerà un commissario per il PD marsalese, in grado di rafforzare il partito e guidarlo nella costruzione di una coalizione progressista e moderna per il futuro della città”.
Il cosiddetto “campo largo” potrebbe avere un suo candidato alla carica di sindaco a Marsala? E che giudizio esprime sulla sindacatura di Massimo Grillo?
“Un progetto di campo largo è possibile, ma deve essere basato su un programma chiaro e condiviso. Per individuare il candidato sindaco, ritengo che le primarie siano lo strumento migliore, anche se non esclusivo, del Partito Democratico. Possiamo valutare anche proposte civiche o candidature esterne, purché siano espressione di un progetto unitario. È fondamentale aprire un tavolo di confronto che coinvolga non solo il PD, ma anche forze civiche e progressiste, inclusi coloro che cinque anni fa hanno sostenuto Grillo e ora sono critici verso la sua amministrazione. Per quanto riguarda la sindacatura di Grillo, ritengo che abbia scelto l’immobilismo. Il suo governo non ha affrontato in modo incisivo le sfide economiche, sociali e ambientali che Marsala si trova ad affrontare. Credo sia il momento di proporre una leadership che guardi al futuro con visione e responsabilità, affrontando temi come lo sviluppo sostenibile e la gestione del territorio in maniera più innovativa ed efficace”.
Con quale sistema ritiene che si debba andare al voto alle elezioni provinciali?
L’unica certezza, al momento, è che il centrodestra ha di fatto prorogato i commissariamenti. Impedendo di votare il 15 dicembre per le elezioni provinciali di secondo grado, si è negata agli Enti di area vasta la possibilità di avere organi democraticamente eletti. Vedremo se il centro destra avrà il coraggio di farci votare entro l’anno o, come sostengono, entro i primi mesi dell’anno prossimo, con la riforma delle Province e l’introduzione delle elezioni di primo livello. E vedremo, inoltre, se nessuno deciderà di impugnare questa riforma. Perché, se è possibile che il governo scelga di non impugnare la riforma della Regione Sicilia, è altrettanto vero che qualsiasi cittadino potrebbe farlo nel momento in cui dovessero essere convocati i comizi elettorali. Questo significa che il rischio che i commissariamenti si protraggano ulteriormente è sempre dietro l’angolo. Per risolvere questa impasse, basterebbe che il governo nazionale approvasse una norma che permetta alla Sicilia di indire le elezioni di primo livello, indipendentemente dalla legge Delrio. Sono al governo e avrebbero i numeri per farlo. Perché non lo fanno?”.
Come mai sta passando tutto questo tempo per arrivare alla nomina di un commissario al Pd di Marsala “in grado di rafforzare il partito e guidarlo nella costruzione di una coalizione progressista per il futuro della città?”