Giuseppe Morana è un musicista e compositore marsalese di… lungo corso. In tutti i sensi. Se di “pianista sull’oceano” si può romanticamente parlare, è lui che lo incarna: dedicare una vita, una carriera, per la musica girando il mondo. Ma oggi anche alcune pause per poter scrivere la propria musica.
Maestro quando è iniziata la sua passione per la musica?
Fin da bambino, intorno ai 5 o 6 anni. Ricordo che ascoltavo la radio con l’apparecchio nascosto sotto il cuscino e facevo le classifiche delle canzoni che mi piacevano di più. Era una passione innata. La mia famiglia ha sempre avuto un legame con l’arte: alcuni cugini erano musicisti e mio padre, pur non essendo musicista, era un artista a suo modo. Faceva magie, raccontava barzellette e amava ballare. Vedendo il mio amore per la musica, mi portò da un maestro di musica, un fisarmonicista, anche se io preferivo le tastiere. Da lì ho iniziato a studiare seriamente e ho frequentato il Conservatorio di Trapani. Da quel momento ho partecipato a diversi concorsi.
Quali sono state le prime esperienze nel mondo della musica?
Ho iniziato facendo parte di un gruppo di Trapani che si esibiva in serate e matrimoni. Poi nacquero i Cosa Tinta, inizialmente come duo e successivamente come band. Partecipammo al Festival del Mediterraneo, che a quell’epoca si teneva a Marsala e venne presentato da Pippo Baudo. Più tardi feci parte dell’Orchestra del Festival quando la manifestazione si trasferì nel capoluogo di provincia.
Certamente ci sono tante difficoltà nel vivere di musica, soprattutto in un territorio come il nostro. Per questo ha fatto una scelta ben delineata?
Vivere di musica non è semplice, specialmente qui. In inverno c’è meno lavoro e bisogna sapersi reinventare. Lavorando sulle navi, però, ho acquisito molta professionalità ed esperienza. Ci si confronta con un pubblico internazionale e si ha la possibilità di cantare in diverse lingue. Inoltre, si ha l’opportunità di girare il mondo e immergersi in altre culture. Negli ultimi anni, ad esempio, come Cosa Tinta siamo stati per mesi nei Caraibi. Questo percorso dura da 18 anni ormai.
Però adesso ha trovato il tempo di dedicarsi a progetti musicali personali.
Prima di partire per le crociere, avevo alcune canzoni chiuse in un cassetto. Mia moglie, Gianna Simonte, cantante dei Cosa Tinta, aveva già pubblicato un disco, “Frammenti”. Io, invece, lavoravo molto fuori: ho passato una stagione in Francia e una a Sestriere, quindi non avevo mai tempo per incidere la mia musica. Ultimamente però, quel desiderio di realizzare qualcosa di mio era diventato un sogno: mi ripetevo ‘devo farcela’. Alla fine, mi sono imposto di fermarmi e lavorare sui miei pezzi. E ci sono riuscito! Ho pubblicato canzoni come “Mi è scivolata la mano” e “La donna nuda con la cravatta”, che hanno avuto un buon riscontro radiofonico. Sono brani ironici, con melodie accattivanti e testi riflessivi.
Quali sono i generi musicali che sente più suoi?
Quando suono il pianoforte a volte mi ritrovo a esplorare la mia vena più classica. Mi capita di suonare brani dei grandi compositori come Mozart e Beethoven, anche se non ho mai fatto musica classica in modo serio. Amo spaziare tra i generi: pop, musica sacra, swing, latin jazz… mi piace suonare un po’ di tutto.
Come vede la musica a Marsala e in generale in questa parte della Sicilia?
A Marsala e in Provincia ci sono talenti incredibili, ma il problema è più ampio. Anche a livello commerciale, ciò che arriva dall’Inghilterra o dagli Stati Uniti è molto omologato. La bella musica è quella di una volta. Quando sono in giro per il mondo, mi chiedono spesso musica italiana degli anni ’70 e ’80, quella melodia autentica che oggi si sente meno. E’ vero che Il Volo porta il bel canto sui palchi internazionali, così come la Pausini; a me piace Ultimo che continua quella tradizione melodica. Oggi, purtroppo, molti cantanti non hanno un’identità personale, usano l’auto-tune e dal vivo faticano. La musica non deve essere gridata o imitata, va fatta con serietà per essere goduta appieno.
Cosa c’è nel suo futuro musicale?
Partirò di nuovo per una crociera nei Caraibi Francesi, ma stavolta sarò da solo: un pianista sull’Oceano per 5 mesi. Sto anche lavorando al mio terzo singolo, che sarà in dialetto siciliano.