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Un anno fa il sorriso di Marisa Leo veniva spento per sempre ma la sua voglia di vivere fa ancora rumore

Era sera tarda quando Marisa Leo, proprio un anno fa, il 6 settembre 2023, ha incontrato l’uomo che l’ha spenta per sempre. Ha spento il “sorriso di Marisa Leo”, così come spesso vogliono ricordarla le sue college, le ‘donne del vino’. Chissà cosa è passato per la mente di Marisa, in quegli istanti. Proprio vicino la sua azienda, l’azienda per cui era responsabile della comunicazione, l’azienda vinicola Colomba Bianca, nelle campagne tra Marsala e Mazara, aveva deciso di incontrare Angelo Reina, il suo ex compagno dal quale aveva avuto una bambina appena tre anni prima, proprio per recuperare la piccola e portarla a casa. Probabilmente credeva di avere tutto sotto controllo, probabilmente pensava che quell’uomo con cui aveva voluto condividere la sua gioia più grande, non potesse mai e poi mai arrivare a compiere un gesto così brutale: ucciderla con alcuni colpi di pistola, lasciarla lì, prendere l’auto, correre via con un fucile, giungere fino ad un viadotto per Castellammare, fermare l’auto e porre fine alla sua vita in un gesto disperato, in un raptus, sparandosi un colpo. Angelo, lui che non ha avuto una vita da ragazzo facile, con la morte del padre, ma che guadagnava bene, che leggeva e metteva in risalto i suoi libri su Instagram. Lui che non ha mai accettato la fine del rapporto con Marisa Leo che si era rivolta a personale ad hoc per farsi aiutare contro il suo ex troppo opprimente, ossessivo.

Nonostante i centri antiviolenza lo dicano chiaramente, “mai andare ad un ultimo appuntamento perchè sarà davvero l’ultimo”, Marisa non poteva o non voleva saperlo. Come si può concepire, d’altronde, che il padre di tua figlia abbia deciso, premeditandolo, di ammazzarti. Di lasciare una bimba di 3 anni senza sua madre, una giovane donna di 39 anni. E’ trascorso un anno da quando le comunità trapanesi, in primis Marsala e Salemi – quest’ultima città di origine di Marisa – sono rimaste scosse da questa tragedia, da quello che, più freddamente e giornalisticamente, è il classico femminicidio, l’assassinio della moglie o fidanzata o ex partner maturato in ambito familiare e/o domestico dove gelosia, repressioni annose, traumi infantili, paure, si mescolano rabbiosamente senza, specifichiamo, senza… un motivo. Perchè non si dica “lo ha fatto per“. No, non c’è un per, un perchè. Lo ha fatto perchè maturava un rapporto malato che non si può e non si deve chiamare amore. L’amore è altro, sono le fondamenta di tante cose insieme, fiducia, rispetto, dedizione, affetto, passione, collaborazione, ecc.

A distanza di un anno Marisa è più viva che mai grazie alle tantissime iniziative compiute dalle Donne del Vino Sicilia che hanno dato un forte impulso per la nascita di un’associazione a lei dedicata che si occupa di rispetto della cultura di genere a cui Marisa credeva molto. Il sorriso di Marisa ha preso vita in un murales creato dall’artista Fabio Ingrassia e in uno a Salemi realizzato da Piriongo, in un’Ala del Museo del Vino di Palazzo Fici a Marsala. La sua voglia di vivere, spenta a neanche 40 anni, che ha ispirato Il Volo e il suo conterraneo Ignazio Boschetto a dedicarle in un concerto su Canale 5 il brano “Anima Fragile”, continua a fare rumore, continua a far tintinnare bicchieri, a far riunire le sue amiche e colleghe, Giusy, Roberta, Federica, Samantha, Giovanna, ecc., dando la forza a mamma Antonina e a tutta la sua famiglia di crescere in maniera sana e consapevole di un mondo in cui bisogna lottare, la sua bambina.

redazione

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