Il tribunale del Riesame ha bocciato il ricorso del leghista Luca Sammartino, deputato regionale dell’Assemblea siciliana. Sammartino era anche ex vicepresidente e assessore regionale all’Agricoltura, cariche dalle quali si è dimesso dopo la sospensione per un anno dai pubblici uffici da aprile, su richiesta della Procura di Catania che gli contesta due casi di corruzione nell’ambito di un’inchiesta che ha anche portato all’arresto del sindaco di Tremestieri etneo, Santi Rando. Nella stessa inchiesta il deputato regionale leghista (ex renziano) è accusato di avere favorito il proprietario di una farmacia contro un suo concorrente in cambio di un appoggio elettorale per Caterina Chinnici alle Europee del 2019 (la quale è però completamente estranea all’inchiesta). Sammartino è anche accusato di avere ottenuto le confidenze di due carabiniere del nucleo di polizia giudiziaria della procura riguardo ad indagini nei suoi confronti.
La decisione dei giudici, che conferma la sospensione dai pubblici uffici, era attesa anche dal presidente della Regione Renato Schifani, per procedere al rimpasto di giunta: sperava infatti di potere rinominare Sammartino assessore e che Schifani ha tenuto per sé le deleghe proprio in attesa dell’esito del Riesame.
Dopo i risultati delle scorse elezioni Europee si erano fatte insistenti le voci di un vero e proprio rimpasto di giunta, poi congelato in attesa di una risoluzione del “caso Sammartino”. In particolare dopo il voto di giugno pareva sicuro che Schifani volesse rimettere mano alla squadra per riequilibrare le forze in campo dopo l’affermazione di Forza Italia. Il partito del Governatore infatti era risultato il primo partito con il 23 per cento, e soprattutto delle due fazioni interne, ovvero quella che ha portato al risultato di Edy Tamajo, che ha incassato più di 120mila voti e quella di Marco Falcone che ne ha ottenuti più di 100mila. Tamajo ha poi lasciato lo scranno a Caterina Chinnici, rimettendosi agli interessi di partito: “Non ha lasciato nulla, era già tutto deciso, è stato solo un braccio di ferro con Falcone e dietro Tamajo c’erano altri partiti che ora rivendicano il risultato, anche legittimamente”, spiega in anonimato un forzista. “Se dovessero aprire questo tipo di ragionamento allora dovrebbero perdere un assessore, perché il confronto con le regionali è chiaro, questi partiti hanno perso almeno 5 punti”, ragiona, invece, un meloniano riferendosi al risultato congiunto di Fi, Dc di Totò Cuffaro e Mpa che alle Europee hanno corso insieme.
Per il momento, comunque, Schifani procederà solo alla nomina del nuovo assessore all’Agricoltura che sarà, molto probabilmente, indicato dallo stesso Sammartino e che, secondo alcuni esperti di politica siciliana, in pole position vedrebbe Salvatore Barbagallo, ordinario di idraulica agraria all’università di Catania, già chiamato da Schifani nella task force per l’emergenza siccità. Da riempire anche la casella al Bilancio, rimasta vuota dopo che Marco Falcone è stato eletto a Bruxelles, in questo caso è possibile che a guidare uno dei settori più strategici sia Totò Sammartano, attuale capo di gabinetto, nome non inviso a Falcone. Cambiamenti “tecnici” che non cambiano in sostanza gli equilibri politici nei partiti di centrodestra, almeno per il momento. E ai quali si aggiunge una sostituzione interna in Fdi, per motivi personali: al posto di Elena Pagana – moglie di Ruggero Razza, eletto a Bruxelles tra le file di Fdi -, che prenderà un ruolo nazionale, dovrebbe arrivare Giusy Savarino.
Mentre la resa dei conti tra le due fazioni di Fi è rinviata a fine estate