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Il corallo nero è ricchezza sottomarina

Si trova in profondità, tra i 50 e i 300 metri, la popolazione di corallo nero che è stata individuata a largo dell’isola di Marettimo. Il merito è del biologo marino Giovanni Chimienti, che lavora come ricercatore e professore di biologia marina presso l’Università di Bari, ma è anche National Geographic Explorer. Le sue esplorazioni, alla ricerca di questo prezioso e raro tipo di corallo, è arrivata dalla constatazione della grande biodiversità che caratterizza il mare delle Egadi a cui si aggiungevano le testimonianze dei pescatori. Tuttavia, nessuno era in grado di dire dove esattamente si trovasse. Fino a qualche anno fa, quando, dopo lunghe ricerche che lo hanno impegnato per anni, Chimenti è riuscito a localizzare la popolazione di corallo nero delle Egadi. Non era semplice. Il corallo nero, il cui termine scientifico è “Antipathella subpinnata”, è una specie difficile da osservare proprio a causa della profondità a cui vive. Nel mar Mediterraneo è presente a partire dai 50 metri ed è proprio nel Mediterraneo, nei fondali si Scilla, che si trova la più grande foresta conosciuta. Il nome è dovuto al colore del suo esoscheletro, anche se in realtà gli organismi viventi hanno colorazione bianca. È dotato di una struttura piuttosto elastica che gli permette di resistere alle correnti. Ha il pregio di offrire riparo ad un gran numero di specie che vivono tra la sua complessa arborescenza, capace di dar vita a vere e proprie foreste sottomarine. È grazie a questo che, insieme alla posidonia, aiuta a mantenere la ricchezza di biodiversità del nostro mare. Tre le campagne di scavo condotte: inizialmente Chimienti è stato supportato da National Geographic e poi dal Gruppo Prada e dall’Unesco. Un lungo ed articolato lavoro che però ha dato i frutti sperati: la scoperta di una foresta di circa 4.000 metri quadrati. Il ritrovamento acquista un valore particolare alla luce dei rischi che corre oggi il corallo nero, minacciato, come tante specie, dall’inquinamento, dall’innalzamento delle temperature e dalle attività umane. La scoperta di Chimenti è raccontata nel documentario “Il Bianco nel Blu”, realizzato da National Geographic ad opera dal regista Igor D’India. Vengono così spiegate le ricerche fatte, le difficoltà e i risultati ottenuti con lo scopo di lavorare ad una protezione e conservazione di questo preziosa ricchezza sottomarina, coinvolgendo la popolazione locale e tutti coloro che vi soggiornano, grandi e piccoli.

Antonella Genna

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Tags: Corallo nero