Corruzione e illegalità tornano in primo piano nelle vicende della pubblica amministrazione siciliana. La settimana è cominciata con l’arresto dell’ex consigliere comunale Mimmo Russo ed è proseguita con gli arresti legati al mondo dei servizi sociali tra le province di Palermo e Trapani. Figura chiave dell’inchiesta è Giuseppe Gaglio, ideatore di Borgo Parrini, qui nella veste di presidente della cooperativa sociale “Nido d’argento”, che ha avuto rapporti anche con il Comune di Marsala.
Proprio i servizi sociali di Marsala, qualche anno fa, furono al centro di una commissione d’inchiesta, su iniziativa dell’ex consigliere comunale Daniele Nuccio, con l’obiettivo di condurre un’operazione di trasparenza su un settore che – come fu a suo tempo dichiarato – “data l’enormità del volume d’affari gestito, gioco forza può destare facile appetito per interessi personalistici”. Dopo alcuni mesi Nuccio si dimise dalla presidenza della commissione, denunciando “ostruzionismi e boicottaggi” anche da parte di diversi uffici, riservandosi di portare la documentazione raccolta all’attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura. I fatti di queste ore riportano inevitabilmente all’attenzione il clima di quei mesi, scanditi persino da un’insolita seduta “a porte chiuse” del Consiglio comunale per la presentazione della relazione finale all’intera assemblea di Palazzo VII Aprile.
Al di là del coinvolgimento dell’ex dirigente Fiocca e della funzionaria Falco nelle indagini sulla cooperativa “Nido d’argento”, emergono inevitabili interrogativi che inducono a chiedere un supplemento di chiarezza, in modo da capire se siamo di fronte a comportamenti episodici o a frammenti di un sistema più ampio e complesso. Non si tratta di curiosità fine a se stessa, com’è facilmente intuibile. Perchè la pubblica amministrazione è tenuta a rispettare i principi di legalità e imparzialità e i cittadini hanno il diritto di misurarsi con dirigenti e funzionari che trattino tutti allo stesso modo, senza corsie preferenziali per l’erogazione di un servizio o il pagamento di fatture. Un principio che vale per tutti e che, a maggior ragione, vale per quei soggetti più fragili (disabili, indigenti, migranti, disoccupati, ragazze madri, anziani, minori) a cui la vita ha già tolto tanto e a cui – semmai – la pubblica amministrazione dovrebbe restituire qualcosa, a partire dalla sensazione di vivere in un Paese in cui il principio di uguaglianza formale e sostanziale sancito dalla Costituzione Italiana viene scrupolosamente applicato dagli uffici pubblici.