I francesi, gli svizzeri, i tedeschi e gli americani producono il vino, ma anche l’olio e le arance.
Gli indiani hanno allevamenti di animali, i rumeni si occupano della frutta e gli africani degli ortaggi. È la nuova declinazione dell’agricoltura siciliana, ogni anno più multietnica. Almeno stando ai dati di Unioncamere-InfoCamere, analizzati da Coldiretti che ha collaborato al dossier statistico immigrazione a cura del Centro studi e ricerche Idos.
Nell’Isola sono 2.300 le aziende condotte da imprenditori esteri che hanno messo radici qui.
Coldiretti: “È un bene perché si investe nel nostro territorio dando lavoro alla manodopera locale”. Un paio di osservazioni: a parlare è la Coldiretti sponsor ufficiale del governo Meloni e in modo particolare del ministro all’agricoltura Lollobrigida, mentre i viticoltori della provincia di Trapani sono ridotti alla fame, la Coldiretti parla di economia e di assunzioni. E poi queste aziende sono nuove o sono state rilevati da indiani, tedeschi, francesi e quant’altro da siciliani ridotti all’osso da una economia sbagliata della regione che li ha costretti a vendere?
Noi non siamo esperti ma abbiamo notato che nelle proteste dei viticoltori marsalesi e petrosileni erano presenti sindaci persino porporati, non abbiamo visto la bandiera della Coldiretti.
Forse erano a parlare con gli imprenditori svizzeri che producono olio e arance.