Marsala, una città che non è città…

redazione

Marsala, una città che non è città…

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sabato 09 Settembre 2023 - 07:00

Marsala, una città che non è città, un paese che non è un paese, forse una contrada, un comune bloccato da transenne, passaggi a livello, con tutte le strade che sembrano strade di campagna, piene di buche  e ridotte ad una corsia, un vero caos!

Marsala, al massimo può essere considerata una contrada, perché è ancora strutturata socialmente  come una città dei primi anni del novecento e divisa in due classi:

1. gli asservitori dei politici locali, piccoli cittadini collusi intellettualmente con il servilismo mafioso  ottocentesco ancora vigente e mai progredito in una indipendenza mentale; di questa classe fanno parte tutte le associazioni cultural-professionali e le discendenze dell’antica nobiltà (la cosiddetta elitè), che si autodefiniscono autonomi dalla classe politica marsalese, ma che nei fatti stanno in simbiosi con il governo locale (di qualsiasi fazione politica); a Marsala gli intellettuali non hanno voce (o nessuno li ascolta) perchè manca una mentalità progressista; questa società non si è scrollata di dosso il servilismo politico mafioso.

2. il popolo, i cittadini con poca cultura che sono rimasti lontani dai banchi della scuola, con poca istruzione, i quali non si intendono  di politica e che  votano solo per chi gli viene suggerito, pertanto anche loro vivono coatti senza lungimiranza politica e sociale. Si nota nel paese un assopimento dei problemi sociali, una mancanza di divulgazione della legalità, la comunità non discute dei problemi della città (l’ambiente, il lavoro, la sanità, la scuola), ognuno cerca di coltivare il suo orticello al fine di ottenere un contributo come associazione o un favore personale dal potere locale (vedi quante spinte privatistiche si stanno accumulando nell’esecuzione dei lavori della pista ciclabile e della rete fognaria).

In questo contesto di apatia sociale generale, la città-paese va alla deriva, Marsala, da qualche anno, è tornata al Medioevo, anzi sarebbe opportune dire, al terzo mondo, dove le fognature sono a cielo aperto (vedi Tunisi, Algeria, Marocco etc). Da quando esiste la rete fognaria, da quando l’Amministrazione ha obbligati i cittadini (ma non tutti) a collegare i servizi privati alla suddetta rete, per le strade della città aleggia un lezzo terribile, che si sente fortemente per tutte le strade della città.

A Marsala la causa principale sono numerosi tombini, dotati di due fessure rettangolari, sembra, da quanto appreso non idonei all’uso fognario, e di altri privi di protezione, installati sul Lungomare Salinella, che collegano l’uscita dei liquami dalle abitazioni alla rete principale. Da questi  escono, odori nauseabondi, zanzare e scarafaggi, che invadono la città costringono la popolazione a respirare un’aria malsana, putrida e invivibile. Pertanto quale sarebbe il vantaggio di questa rete? La salute e l’igiene dei cittadini è messa a repentaglio.

L’inquinamento è superiore a prima che esistesse la rete, anzi prima si poteva respirare un’aria più salubre. Sarebbe necessario che tutti i cittadini, per tutelare la salute pubblica, adissero alle vie legali formalizzando una denuncia alla Procura della Repubblica, che segnali tutti questi problemi che mettono a repentaglio la salute pubblica. Marsala, con un’apatia politico-sociale di questo tipo, continuerà  a rimanere una città senza lode e senza infamia.

Lorenzo Di Giovanni

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